"THE END"

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sabato 21 settembre 2013

La forza degli opposti


Anche se non si tratta di “classici opposti”, la misericordia e la tecnologia riflettono tratti salienti piuttosto lontani per l’apparente “calore” che sono in grado di “evocare” (l’evocazione è soggettiva anche se molto strategica, se una parte conosce molto bene l’altra, ossia se c’è “disparità” di potere/conoscenza):
  • misericordia = sentimento (calore)
  • tecnologia = memoria (freddo).
Il motto dell’ultima campagna pubblicitaria “Porsche”, recita appunto:
la forza degli opposti.
Se si osserva una “sezione” della Natura, non è difficile comprendere che l’acqua scorre solamente se c’è un dislivello, ossia, una differenza di potenziale ("+ e -" nel caso della corrente elettrica), tuttavia… si vive anche a “testa in giù”, osservando il Pianeta dallo Spazio, per cui:

  • il “dislivello è un piano convenzionale”.
La forza di gravità permette che le altre leggi fisiche possano avere un senso.
Ossia, esiste una “forza” che tutela un certo tipo di funzionamento.
La gravità non appare e non è possibile accorgersi di lei, dal punto di vista umano, senza cognizioni scientifiche né consapevolezza.
continua alla fonte

La scienza deviata afferma che la gravità esiste. Del resto basta lanciare un sasso per accorgersi che torna inesorabilmente a terra. L’umano infatti non vola. Ma gli uccelli, invece, sì(biodiversità).

Per volare occorre, allora, cambiare forma o dotarsi di tecnologia.

cambiare forma riguarda il “sentimento” umano.
dotarsi di tecnologia riguarda la “memoria” umana.

Senza l’uno né l’altro verso della medaglia, l’umano rimane ancorato a terra.
Ancoraggio che rimane anche volando, tuttavia… visto che a terra prima o poi ci si torna.

La gravità, dunque, esiste in varie forme:
naturale
indotta.
Chi/Cosa “induce” a tornare a terra?




Nessuno che puoi vedere manifestamente.
Niente che risulti all’evidenza… eppure tutto torna a terra.
Tutto? Un momento:
esistono le sonde Voyager, che hanno lasciato addirittura il Sistema Solare.






Questa piccolissima percentuale di biodiversità, garantisce che anche tu, un giorno - che potrebbe essere anche ora - potrai lasciare la Terra.

Le sonde lo hanno fatto a livello tecnologico, mentre tu lo potrai fare a livello “sentimentale”.

Perché pressoché nulla lascia il Pianeta (oltre alle onde emesse)?

Perché tutto quello che se ne va, non torna se non vestendo abiti diversi, rinnovati, “pericolosi” per il normale svolgimento della Vita all’interno del paradigma terrestre.

Che cosa è “tornato” sulla Terra, seppure a livello "immaginario"?

alieni
coloni
salvatori.In quali vesti e secondo quali aspettative?

invasive
liberatorie.Comunque: distorcenti lo status quo.
Ecco perché tu non puoi lasciare il Pianeta. Perché dopo qualche Tempo, torneresti estremamente diverso da come sei partito e ciò corrisponde ad un preciso disegno “partigiano”, necessario e sufficiente per continuare a trattenerti (come Truman in “Truman Show”).

L’imprinting è tanto forte da condizionare persino la tua energia post mortem, autorizzando l’esercizio della cosiddetta reincarnazione che, altrimenti, non avrebbe potuto sussistere.

Ricorda che è vivo in te un frammento d’Anima che, tuttavia, da solo non ti avrebbe potuto garantire la reincarnazione, in quanto dopo la tua “prima morte” ti avrebbe abbandonato, lasciando il corpo, a quel punto senza più collante esistenziale.

Ricorda che il centro di potere animico richiama in continuazione il tuo frammento d’Anima.

L’Anima è ciò che ti vuole fuori dalla Terra. Lo vuole per una questione egoica:
il proprio ricongiungimento.

In questo senso, l’Anima è come un seme stellare, una fucina di possibilità e, dunque, di Vita.

In quanto essere superiore, se riferito a te e a tutto quello che puoi immaginare, essa crea vivendo:
  • le sue vicissitudini corrispondono alla creazione dell’esistenza negli altri piani contenuti/visitati.

Tu sei un ibrido che, ora, è dotato di particella d’eternità, grazie alla “caduta” dell’Anima.

Non una “disgrazia”, quindi…

Gli estremi hanno la forza di contenerti sino a quando non maturi la tua forza di lasciarli.

Operando dal tuo centro, ogni senso muta d’apparenza. È inerziale lo svelare nuovi scenari. È gioco forza osservare altri aspetti del percepito e del conosciuto, come l’assistere alla fioritura biodiversa della tipicità vegetale:
l’immobile che si muove.
La Natura è una forma di tecnologia. Che cosa incarna l’esperto tecnologico? Un’area di memoria.

È ricordando, che la “ricerca” procede dalla vecchia “fine” al nuovo “inizio”.
È un filo comune che viene portato avanti e che necessita di memoria.

Ora, quale tipo di opposti sono stati meglio incarnati, in un "solo ambito", nella storia deviata del genere umano occidentale?

Quello dell’esistenza della Chiesa, caratterizzata da:
  • misericordia (calore)
  • memoria (freddo).
I suoi primi Tempi sono molto lontani e "dimenticati".

Papa: Chiesa non sia ossessionata da gay, contraccezione, aborto.
Papa Francesco ha detto oggi che la Chiesa cattolica non deve lasciare che i suoi divieti riguardo a matrimoni gay, aborto e uso dei contraccettivi divengano il centro dei suoi insegnamenti. Ma deve rendersi più accogliente, con preti che siano pastori comprensivi e non freddi e dogmatici burocrati.

In un'intensa intervista rilasciata al mensile dei gesuiti Civiltà Cattolica, Francesco non ha prospettato alcun cambiamento, in tempi brevi, nella dottrina morale della Chiesa ma ha voluto mutare il tono, spostandolo dalla condanna alla misericordia…
Link

“Tanto rumore per nulla”:
Francesco non ha prospettato alcun cambiamento
  • in tempi brevi
  • nella dottrina morale della Chiesa
  • ma ha voluto mutare il tono
  • spostandolo dalla condanna alla misericordia.
Ecco il grado indicato dalla “livella” tra le righe:
  • dalla condanna
  • alla misericordia.
Indirettamente, il Papa, ti sta dicendo che la Chiesa ha sempre agito “condannando i diversi".

E ciò non corrisponde affatto a quello che la Chiesa stessa predica da sempre:
il porgere l’altra guancia, ad esempio.
Non che ci sia necessità di prove per dimostrare l’evidenza, tuttavia, la Massa continua a soggiornare nel recinto dei Pastori, che l’hanno da sempre maltrattata e governata attraverso la “condanna”, piuttosto che con la “misericordia”…

Ma queste prove frattali non sono sufficienti per te, vero?

Tu continui a professarti “credente” ma allo stesso Tempo continui ad “impippartene” del come/dove procede una simile “nave”, sulla quale sei imbarcato.

Misericordia è un sentimento generato dalla compassione per la miseria altrui (morale o spirituale). Deriva dal latino misericors (genitivo misericordis) e da misereor (ho pietà) e cor -cordis(cuore); cfr. miserère: abbi misericordia.

È una virtù morale tenuta in grande considerazione dall'etica cristiana e si concreta in opere di pietà o, appunto, di misericordia...

In ebraico misericordia è khesed e ha le sue radici nell'alleanza tra due parti e nella conseguente solidarietà di una parte verso quella in difficoltà. Nel Nuovo Testamento la misericordia ha un diverso significato e si usano varie parole per definirlo…
Link

In ebraico misericordia è khesed e ha le sue radici nell'alleanza tra due parti e nella conseguente solidarietà di una parte verso quella in difficoltà…

Citazione dall'inizio articolo:

anche se non si tratta di “classici opposti”, la misericordia e la tecnologia riflettono tratti salienti piuttosto lontani per l’apparente “calore” che sono in grado di “evocare” (l’evocazione è soggettiva anche se molto strategica, se una parte conosce molto bene l’altra, ossia se c’è “disparità” di potere/conoscenza):
  • misericordia = sentimento (calore)
  • tecnologia = memoria (freddo).
L’alleanza tra due parti.
La “solidarietà” di una parte verso quella in difficoltà.
Il patto tra un essere superiore (ma evidentemente limitato dal suo confinamento nelle 3d) e un popolo “eletto”, in difficoltà.

Serve altro per capire che si tratta di… ben altro rispetto a quello professato e richiesto in qualità di “credo cieco”?

14/04/2011
La Santa Sede e la Chiesa in Cina: tanta fermezza e tanta misericordia.
Tanta fermezza e tanta misericordia; rivendicazione di libertà e disponibilità al dialogo con Pechino: su questo crinale di difficile sintesi si muove il Messaggio ai cattolici cinesi diffuso oggi dallaCommissione vaticana per la Chiesa in Cina.

Il raduno dall11 al 13 aprile è avvenuto dopo le due umiliazioni subite da Benedetto XVI e dalla Santa Sede con l’ordinazione illecita di Chengde e l’Assemblea nazionale dei rappresentanti cattolici:
entrambi i gesti contrari alle indicazioni del papa ed entrambi avvenuti alla presenza di vescovi in comunione con il pontefice che, obbligati o volentieri, erano presenti ai due eventi.

Il Messaggio si diffonde su questi due fatti e ricorda che il mandato del papa è necessario alle ordinazioni episcopali in nome della fede e non va visto come un’intromissione indebita “negli affari interni di uno Stato”. Il Messaggio lo ricorda alla Cina, che come Stalin è sempre timorosa delle “divisioni” del Vaticano, ma lo ricorda anche a qualche vescovo cinese che pur in formale comunione col pontefice, rimane affascinato dal “patriottismo” e dalla “indipendenza” di una Chiesa per così dire “conciliarista”.

Il documento è netto nel ricordare le sanzioni canoniche (scomunica) legati a gesti di disobbedienza, e per questo domanda che ogni vescovo si giustifichi e spieghi come e perché essi sono avvenuti davanti alla Santa Sede e ai propri fedeli rimasti scandalizzati dall’affronto ai dettami del papa.

Ma il Messaggio – e il papa – non scomunica nessuno. Questo è perché la Commissione è preoccupata soprattutto dell’unità della Chiesa in Cina che a oltre tre anni dalla Lettera del papa (2007), che invitava alla riconciliazione, si trova più divisa che mai. Da qui l’esortazione ad “amare, a perdonare, e ad essere fedeli”, a “salvaguardare l'unità e la comunione ecclesiale anche a costo di grandi sacrifici”.

Anche il papa, presente all’ultima sessione della Commissione ha sottolineato che “la fede della Chiesa, esposta nel Catechismo della Chiesa Cattolica e da difendere anche a prezzo di sacrifici, è il fondamento sul quale le comunità cattoliche in Cina devono crescere nell’unità e nella comunione”.

Nel testo si ribadisce la condanna agli organismi che intromettendosi nella vita della Chiesa tentano di plasmarla secondo “i principi di indipendenza e autonomia, autogestione e amministrazione democratica della Chiesa”, inconciliabili con la dottrina cattolica.

La citazione, tratta dalla Lettera del papa ai cattolici cinesi (n.7) si riferisce proprio all’Assemblea dei rappresentanti cattolici, che si pone al di sopra dell’autorità dei vescovi, e all’Associazione patriottica, che controlla la vita dei vescovi e delle comunità ufficiali.
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Meditaci attentamente sopra:
nel testo si ribadisce la condanna agli organismi che intromettendosi nella vita della Chiesa tentano di plasmarla secondo “i principi di indipendenza e autonomia, autogestione e amministrazione democratica della Chiesa”, inconciliabili con la dottrina cattolica
la fede della Chiesa, esposta nel Catechismo della Chiesa Cattolica e da difendere anche a prezzo di sacrifici, è il fondamento sul quale le comunità cattoliche… devono crescere nell’unità e nella comunione”.
Di quale misericordia si parla? Appena si procede “appena oltre”, le parole perdono la loro valenza apparente e si trasformano in intenti aviotrasportati diversamente dal percepito.

Le crociate furono una serie di guerre, combattute tra l'XI e il XIII secolo fra eserciti di regni cristiani europei ed eserciti musulmani prevalentemente sul terreno dell'Asia minore e nel Mediterraneo orientale (ma anche in Europa, in Egitto e in Tunisia).

Problematicità della definizione.
Anche se esse furono benedette e spesso invocate dal Papato e motivate da un sentimento eminentemente religioso che intendeva liberare dall'occupazione musulmana la terra dove nacque, predicò e morì Gesù Cristo, non si tratta propriamente di guerre di religione, dato che lo scopo non fu mai quello di costringere i musulmani a cambiare religione, neppure dopo le avvenute conquiste.

Le armi, con cui i Crociati partirono e che impiegarono in Terrasanta, poco avevano a che fare con la religione, quanto piuttosto con un desiderio di conquista e di liberazione della Terrasanta, che comportava inevitabilmente l'uso della forza, anche se non mancarono richiami di autorevole fonte cristiana circa l'assenza di colpevolezza (peccato) nell'eliminazione fisica degli invasori avversari nella fede…

Le Crociate non furono causate quindi da contrapposte visioni religiose, né soltanto, come affermano alcuni studiosi, per conseguire un personale arricchimento materiale e d'immagine, ma dallerichieste di soccorso, sostenute anche da una lettera-appello dell'imperatore di Bisanzio, Alessio Comneno, per fronteggiare le violenze alle quali erano sottoposte le comunità cristiane orientali dalle autorità musulmane del posto i pellegrini cristiani diretti in Terrasanta, cui occorreva garantire invece vita e sicurezza.


Le Crociate ebbero peraltro non trascurabili moventi politico-economici che germinavano all'interno del mondo feudale medievale europeo e bizantino, e come concreto obiettivo il controllo della Terrasanta e la sconfitta dei musulmani del posto. Sono altresì considerate da alcuni - storici e non - come la risposta della Cristianità al jihad islamico del VII secolo, alla luce della considerazione che la Spagna, la Palestina, il Nordafrica e l'Asia Minore erano state terre cristiane dal II/III secolo fino alla vittoriosa avanzata islamica del VII secolo, di cui era moralmente e giuridicamente lecito rientrare in possesso…
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Le Crociate furono organizzate sul modello, oggi meglio comprensibile, dell’11 settembre 2001:

crea il caso e chiedi l’autorizzazione apparente per risolverlo, ossia… invadi le terre che ti interessano.

Hitler, Mussolini, Saddam Hussein, Gheddafi, Bin Laden, etc. e Assad?

È sempre la stessa dima in azione.

L’Onu? Un bel velo disteso per distorcere la vera facciata del panorama osservabile.


C'è sempre un interesse superiore, in gioco...

Buffet: l'azionario? Non sopravvalutato come si crede.
Il costo delle azioni “ridicolmente basso” di cinque anni fa è stato portato a un livello sostanzialmente accettabile secondo Warren Buffett. Sorprende, ma forse neanche più di tanto conoscendo l’ottimismo del veterano investitore, che stando ai suoi parametri i prezzi non siano alti, sebbene vere e proprie occasioni in giro, al momento, non ce ne siano.

Una view che si distingue parzialmente dal resto della comunità degli operatori, secondo cui una leva che spingerebbe gli investimenti verso il Vecchio Continente, sarebbe proprio un’ipervalutazione data su Wall Street.

E le parole continuano ad essere positive anche per il QE:

certo non ha operato i cambiamenti radicali che si sperava di ottenere, fa in fondo l’economia made in Usa sta registrando graduali miglioramenti, il che resta sempre un buon risultato se si pensa a ciò che avrebbe potuto essere senza alcuna misura di stimolo...
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Buffet avrebbe solo da perdere dall’acuirsi autentico della crisi. Per questo parla in questo modo…
Per questo difende il QE della Fed.
Difende il proprio patrimonio. Sopravvive sulle spalle altrui.

Che altro?

Dove sta la sua misericordia? Di certo non nella sua “tecnologia/memoria”.

Sarà probabilmente anche un “benefattore”, però… resta evidente il relativo grado di "ammorbamento nel possesso".

Il termine tecnologia è una parola composta che deriva dalla parola greca τεχνολογία (tékhne-loghìa), letteralmente "discorso (o ragionamento) sull'arte", dove con arte si intendeva sino al secolo XVIII il saper fare, quello che oggi indichiamo con la tecnica.

In senso lato, per tecnica si può intendere un qualunque metodo organizzato e codificato per raggiungere uno scopo definito. La parola tecnologia indica perciò la catalogazione e lo studio sistematico di tecniche, spesso riferite ad un certo ambito specifico (es. "tecnologia informatica").


Il termine "tecnologia" si trova spesso associato al termine "scienza", a volte tanto strettamente da confonderne il significato; questo perché il metodo scientifico è risultato storicamente uno strumento molto potente per produrre tecniche efficaci in maniera sistematica, e costituisce perciò al giorno d'oggi una importante sorgente di tecnologia.

È chiaro tuttavia che né la scienza si identifica con la tecnologia (la quale ne è soltanto un prodotto), né ogni tecnologia è necessariamente basata su principi scientifici:

è stato possibile sviluppare complessi sistemi di tecniche di notevole successo, che a buon diritto si possono definire "tecnologie", anche su basi puramente empiriche o euristiche (es. la tecnologia di produzione del vetro, o delle spade giapponesi); e d'altro canto persino le tecnologie più scientificamente basate contengono spesso degli elementi di tipo empirico…

Importanza.
La tecnologia influenza in modo decisivo il benessere degli individui e della collettività, nonché la capacità di tutte le specie animali di controllare e adattarsi al proprio ambiente naturale...

Non tutta la tecnologia è stata utilizzata per scopi pacifici; lo sviluppo delle armi e della sempre crescente potenza distruttiva è progredita nel corso della storia, dal bastone alla bomba atomica. Il luogo comune maggiormente diffuso vede come contrapposti la natura e l'artificio, l'ambiente originario e le trasformazioni prodotte dalla tecnologia.

A ben vedere però l'uomo non introduce nella natura qualcosa che già non esista.

Tutti i processi antropici possono essere illustrati come riproduzione di meccanismi naturali per il raggiungimento di un obiettivo individuale o collettivo, laddove in natura il più delle volte questi stessi processi avvengono in modo casuale. L'antagonismo tra naturale e artificiale non è di tipo qualitativo (tipo di trasformazione, fattori implicati) ma di tipo quantitativo (riconducibile alla intensità nel consumo di risorse rinnovabili e non rinnovabili)…

Le origini.
Il processo evolutivo affonda le sue radici nei processi naturali di trasformazione operati dagli esseri viventi per adattare l'ambiente alle proprie esigenze. Non solo gli ominidi ma anche gli animali sono capaci di sviluppare processi tecnologici per risolvere le proprie esigenze alimentari, abitative, sociali etc. Basta ricordare le ragnatele, i nidi, i cesti o le capanne:

perfetti esempi di un saper fare condiviso dagli individui di una stessa specie o società.

La messa a punto di questi manufatti o tecniche rappresenta la conclusione di processi casuali che le recenti ricerche di alcuni biologi si sono incaricate di spiegare. Progressivamente le esperienze acquisite sono state razionalizzate attraverso concetti che mettevano in ordine e riassumevano gli strumenti materiali (materie prime e utensili) e intellettuali (forme e prestazioni) corrispondenti ai manufatti e ai relativi processi costruttivi…
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Il “saper fare” è la vera tecnologia. E non vi è nulla di "casuale"... Proprio quello che è stato drenato dal patrimonio comune umano (memoria).

Qualcosa che si nutre di ciò che è immagazzinato in memoria (freddo), invece che di quello che è immagazzinato nel sentimento (calore). La scienza è deviata e segue solo quello che gli è possibile seguire, tralasciando tutto il resto a discapito della vera possibilità di “volare via”…

Nel Mondo ma non del Mondo.

Le citazioni sono parlanti. Basta avere l’intenzione di leggerle con sentimento.

Scorri con il livello delle acque alte, senza paura. Esse ti terranno a galla…

Scopri la forza non manifesta degli opposti.

Riparti da te stesso.

Dipende da te.


Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro 2013/Prospettivavita@gmail.com

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