"THE END"

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martedì 24 luglio 2012

VERSO LA BANCAROTTA - EUROPA: IL PIU' COSTOSO FUNERALE DELLA STORIA





La Crisi Europea: rammentiamo gli sbocchi possibili

Da circa 1 anno abbondante ripeto che questa crisi ha solo 2 sbocchi possibili (ed antitetici):

a) Si crea l’Unione Europea seriamente, con una Banca Centrale coi poteri della FED, con un potere centrale eletto (ed al di sopra degli Stati), con un sentire comune, con destini (e debiti) messi in comune, e quindi con Eurobond, QE e con tutti gli strumenti del caso. Ovviamente per arrivare a tale assetto (che in sintesi equivale a fare della UE una Stato) servono un’infinita’ di passaggi. Ovviamente cio’ regge a lungo termine unicamente se tutti i cittadini europei hanno pari dignita’, se si crea una base comune culturale e se le politiche complessive vengono armonizzate e concepite con una visione d’insieme

b) Ogni nazione va per la sua strada, l’Euro si disgrega e si torna a valute nazionali, a politiche nazionali, a banche centrali e tassi e QE nazionali, etc.
Cio’ implica una forte instabilita’ iniziale (con forti svalutazioni e default parziali o totali di alcune nazioni), ma ben presto si torna ad un nuovo equilibrio.

Ogni soluzione intermedia, e’ una medicina passeggera che spesso non ha effetti oltre a qualche giorno. La classe politica Europea e’ avvitata de 3 anni, in beghe nazionali e sta facendo marcire la crisi, sostanzialmente sbagliando tutto.

Perche’ questa crisi?

Non reputo questa una crisi, come una crisi esclusiva dello Statalismo; certamente questo e’ un fattore essenziale, ma non l’unico. Un paese come la Spagna, che da parecchio tempo ha Pressione Fiscale e Spese Pubbliche (nonche’ Debito e Deficit Pubblico, quest’ultimo fino al 2007) inferiore a quello Tedesco, oggi e’ trattata come un PIIGS, un appestata. Appena 3 anni fa era il paese del miracolo. Mi pare evidente che la crisi Spagnola non sia ascrivibile nella logica della sola crisi dello statalismo, ma che altri fattori abbiano giocato un ruolo importante (bolla immobiliare “privata”, deficit commerciale e delle partite correnti colossali, legato al boom spagnolo ed alla perdita di competitivita’ spagnola causata dal forte incremento inflattivo e del costo del lavoro per la presenza dell’euro, etc); anche la crisi dell’Irlanda mi pare evidente non abbia niente a che vedere con la Crisi degli Stati intesa come Nazioni spendaccione, ma sia legata a doppio filo ad una bolla abnorme di un settore privato, quello bancario.


Personalmente leggo questa crisi, come la sommatoria di alcuni fattori:

a) Una crisi dell’Euro e dell’Europa; in sintesi Il meccanismo non funziona, ne ho gia’ scritto a sufficienza

b) Una crisi della politica dei debiti crescenti all’infinito, tanto pubblici, quanto privati

c) Una crisi di valori; fare l’Europa senza uno straccio di disegno culturale o di sentire comune e’ semplicemente assurdo; le costruzioni artificiali non reggono, ed a maggior ragione non reggono, se al suo interno mancano completamente i meccanismi per farla funzionare, nonche’ un sentire comune o uno straccio di senso di solidarieta’

d) Una crisi degli Stati spendaccioni, che spesso buttano via i denari dei contribuenti in sprechi, e caricano le future generazioni di restrizioni e debiti crescenti

e) Una crisi legata all’incapacita’ delle nazioni e della civita’ occidentale di ragionare a lungo termine, con un dominio delle politiche (spesso suicide) a breve termine

f) Una crisi legata all’incapacita’ delle nazioni di “correggere le bolle che possono nascere nel settore privato”. Il capitalismo non e’ perfetto, ne’ premia sempre necessariamente i migliori, a maggior ragione in un sistema privo di controlli ed incapace di regolare le storture che si possono creare nei sistemi privati. Le “bolle” Irlandese e Spagnola, nascono dai settori privati, ed alla fine si sono scaricate sui sistemi pubblici. Quando in alcune nazioni si generano enormi passivi nelle balance dei pagamenti, sarebbe buona norma che gli Stati intervenissero. Un’unione europea che pensa a parametri artificiali come Deficit al 3% o Debito al 60%, imposti ovviamente dai soliti Tedeschi (che in se’ vogliono dire poco e niente, se non si guarda la sostenibilita’ degli stessi, l’andamento del PIL, chi possiede i titoli, etc), e che non sappia vedere le enormi bolle spesso private create in questi anni in alcune nazioni, con un paese leader come la Germania che ha intenzionalmente fatto di tutto negli ultimo 15 anni per fare una politica di incremento della propria bilancia dei pagamenti ai danni di tutto il resto d’europa, e finanziando tali enormi deficit dei pagamenti con denaro prestato (che oggi torna a casa); cio’ ha contribuito ad alimentare tali bolle e storture ed al tempo stesso a farle esplodere, il tutto in un contesto di deindustrializzazione forzata di tali nazioni, legata come ho avuto modo di scrivere dati alla mano, dalla divergenza del costo del lavoro e dell’inflazione, in nazioni a stessa moneta.

g) Una crisi sistemica: se ad una nazione togli la Banca Centrale, la politica dei tassi, la politica di stampare moneta e la politica di svalutare, quali armi ha tale nazione per correggere le storture? Praticamente niente, se non obbedire a terzi. Il rigore (nei conti o nell’inflazione) saltano fuori in lustri di lavoro. I terzi chiedono rigore, il rigore si tramuta in tasse e tagli, che si tramutano in recessione, che a sua volta alimenta la spirale e fo crollare il paese in questione. Non se ne esce, se non con una delle due soluzioni descritte in calce all’articolo, e la cosa appare evidente.

L’oggi: impasse!!!!

Oggi, il vero problema è l’impasse. Nessun può fare un gran che. Salvo una entità che non potrebbe farlo (con effetti a breve e medio termine).

1) La Spagna ha avuto i soldi per risanare le banche. Ora lo farà. Coi sol di potrà intervenire sul secondario. Il programmo è condizionato. Altro non si può.

2) L’Italia ha fatto una seria riforma delle pensioni. Ha un avanzo primario significativo. Dovrebbe spingere sui tagli seriamente, ma la cosa, si fa comunque in alcuni anni (ovviamente, ci provassero almeno….)

3) La Grecia non sta rispettando i conti. La Troika domani va ad Atene, e non tornerà nella seconda metà di agosto. Impasse.

4) Il fondo salva stati temporaneo, Efsf, ha un centinaio di miliardi in tasca. In sostanza, niente.

5) Il fondo salvastati permanente, Esm, è bloccato sino al 12 settembre in attesa della sentenza della Corte di Karlsruhe. E comunque, non avrà più 400 miliardi. I falchi del rigore avevano detto che era un trilione di dollari. Come avere le case con le porte di vetro nel Bronx negli anni 70.

6) I tedeschi continuano a rilasciare dichiarazioni inutili e pericolose sulla Grecia. Reputo, contrariamente ad altri che scrivono su RC, il comportamento della Germania negli ultimi 3 anni, sostanzialmente aberrante, ed ho certezza che la Storia certifichera’ cio’ (ovviamente trovo aberrante pure i governi Italiani e Greci, per dire, degli ultimi decenni). Questa crisi e’ assai piu’ complessa che una divisione tra buoni e cattivi, tra gente efficiente ed inefficient, tra produttori e parassiti.

7) Il meccanismo antispread non è un gran che. Ha un costo politico, deve essere autorizzato, è condizionato (flessibilmente) , prevede una vigilanza Ue/Bce. L’Italia potrebbe pure chiederlo, anche se Monti farà di tutto perché non accada, ma non essendoci l’ESm, l’Efsf con 100 miliardi in cassa farebbe l’effetto di una puntura di zanzara ad un elefante.

In parole semplici, abbiamo poca scelta.

Cosa ci aspetta nel breve periodo?

Credo sia inevitabile che la situazione continui a degenerare. Tireranno fuori qualcos’altro, e poi a settembre raddoppieranno l’ESM, Due trilioni per salvare l’Unione monetaria. Poi altre misure. Le economie reali continueranno a peggiorare, e la crisi varchera’ I confine europei (gia’ cio’ accade, anche se non effetti assai inferiori a quelli che ci sono nel vecchio continente)






Cosa ci aspetta nel medio periodo?


Probabilemente uno dei più costosi funerali della storia. Piu’ questa “tiritera”, o questo “teatrino” di falchi e colombe va avanti, peggio sara’, perche’ intanto distruggono economia reale e risparmi. Questa crisi è la peggiore che abbiamo mai visto. Non c’è paragone fra gli eserciti in campo. I mercati, oltretutto, sono compatti. I governi, inseguono le logiche di politica nazionale e perdono di vista il quadro generale. Mentre affonda il Titanic, quelli di prima classe, non pensino di salvarsi. I messaggi sono chiari.

Cosa dovrebbe fare l’Italia?

Semplicemente dovrebbe mettere in atto le proposte per la riduzione della Spesa Pubblica Improduttiva e del Debito che abbiamo da tempo proposto in dettaglio, oltre alle riforme, e contestualemente ridurre le tasse fortemente per i produttivi. In parallelo, dovrebbe dare un chiaro segnale ai partners e prepararsi ad uscire dall’Euro e dall’Unione (mai visto un’Unione tanto disunita, onestamente). In sintesi dovrebbe comportarsi come una nazione con un minimo di responsabilita’ e fiducia in se’ stessa, e con dignita’, dignita’ che abbiamo ormai perso da tempo, destinati a far diventare i nostri figli gli straccioni del terzo millennio.

Fonte: 
http://www.frontediliberazionedaibanchieri.it

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