di Gianni Tirelli
Il vertiginoso declino, delle moderne società, non è da addebitarsi alla portata di fuoco diseducatrice di un liberismo selvaggio che, nel degrado etico e morale, ha suggellato il suo perverso potere, ma al totale immobilismo di una considerevole parte degli individui che, supinamente, hanno accettato in toto l’idea dominante del Sistema. Ma non solo: la sostengono e la difendono a spada tratta, contro chiunque cerchi di sovvertire o indagare lo stato delle cose. Questi ultimi, in breve, vengono definiti complottisti.
Le ragioni che inducono ad un tale atteggiamento, sono molteplici.
a) il rifiuto aprioristico della cultura, intesa come conoscenza, analisi delle circostanze e interazione, finalizzata a verificarne la realtà dei fatti, le sue intrinseche motivazioni e le finalità.
b) l’arbitraria mancanza di consapevolezza e presa di coscienza che, nel non volere e potere vedere, si traduce in attenuante generica, atta a giustificare interessi particolari di natura economica, psicologica e sessuale.
c) la propaganda mediatica che, nella menzogna “repetita juvant”, affina la sua strategia, diventando pratica relazionale.
In un processo, civile o penale che sia, gli avvocati delle due parti, si opporranno l’uno all’altro per dimostrare l’attendibilità e la veridicità delle loro prove e dei testimoni, in un confronto civile e regolato da leggi dello stato. Entrambi non possono, in alcun caso, essere definiti dei complottisti, ma strumenti di giustizia relativa, volti al restauro della verità.
Se questo nostro mondo, la cui immagine raccapricciante è sotto gli occhi di noi tutti, nutre ancora la speranza, di risvegliarsi da un coma che, agli occhi di molti, sembra oramai irreversibile, lo dobbiamo, in primis, ai famigerati complottisti e al loro caparbio desiderio di giustizia e di verità.
I grandi complottisti di un tempo, come i fratelli John e Bob Kennedy, Luter King, e alcuni del nostro più recente passato, come Pasolini, Falcone e Borsellino (per fare nomi altisonanti in aiuto agli ignoranti) sono stati assassinati. Questi simboli e miti eterni, ai quali, i nostri figli devono fare riferimento, hanno pagato di persona, con la vita, per avere complottato contro l’ingiustizia, la menzogna e la collusione fra il potere politico ed economico.
Essere contro le guerre, la fame nel mondo, l’inquinamento del territorio e dei mari, prendere consapevolezza dei danni causati dall’effetto serra, dalla privatizzazione dell’acqua; l’indignarsi per la degenerazione della politica, in affari con imprenditori e criminalità organizzata, tutto questo ed altro, non è un complotto. E’ l’impegno responsabile di cittadini pensanti e con gli occhi bene aperti; individui liberi che, con la forza delle loro idee e la perseveranza dei loro atti, tengono viva la speranza per un mondo migliore e più giusto.
Oggi siamo in tanti ad essere complottisti!!!
Basta girare in rete, su face book e dentro gli infiniti siti e blog impegnati in un’opera di sensibilizzazione unica nel suo genere. Dobbiamo risvegliare le coscienze, dalla letargia indotta dal sistema liberista che, nella schiavitù della mente, attua il suo disegno perverso.
E oggi, la storia si ripete. La nostra, è una moderna resistenza ma priva di connotazioni politiche che, come allora, lotta per la libertà, la verità, il diritto ad esistere e l’autodeterminazione. Quelli che oggi ci chiamano “complottisti”, beneficeranno domani, come allora, di tali conquiste di civiltà, sperando che ne facciano tesoro, per consegnare un futuro dignitoso ai loro figli.
“E adesso uccideteci tutti”, recitava il commovente striscione dei ragazzi di Locri contro la mafia.
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