L'obiettivo dichiarato di Monti-Fornero è far lavorare tutti fino ai 70 anni . Adesso, se mi posso sedere dietro lo sportello di una banca o meglio ancora in parlamento dove si lavora dai 50 agli 80 giorni per anno, oppure in un aula di tribunale, magari si può anche recarsi al lavoro col bastone ... ma provate voi a fare i turnisti per esempio, o muratori, o pavimentisti, cameriere, insomma, a lavorare davvero: E chi ci arriva a 70 anni? Nessuno, muoiono mediamente a 64 gli operai, quindi la riforma è perfetta! A questo punto va bene la riforma, ma l'INPS perché chi ha 30 anni o meno la dovrebbe pagare? Facciamoci una assicurazione anche per l'assistenza sanitaria, e per chi non ha soldi riapriamo i tanto rinomati campi di concentramento, (ARBEIT MACHT FREI, il lavoro rende liberi, perché troppo spesso dimentichiamo che quella frase era posta proprio in alto all'entrata, che strano, non lo pensate? ... ), così lavorano gratis, il sogno della globalizzazione, e quando si ammalano gli diamo una gasata ... non sarebbe una brutta idea, non trovate?
Buona lettura, e toccatevi le palle :-)))
Riportiamo di seguito le principali novità che riguardano anche i lavoratori autonomi di seguito riportate entrano in vigore a partire dal 01/01/2012. Pertanto coloro che hanno maturato i requisiti entro il 31/12/2011, continuerà ad andare in pensione con le vecchie regole.
CANCELLAZIONE FINESTRE
Vengono abolite le finestre d’uscita, in quanto inglobate nei nuovi requisiti di accesso alla pensione. La pensione decorre dal 1° giorno del mese successivo alla maturazione dei requisiti.
PENSIONE DI VECCHIAIA
L’età di pensionamento è così stabilità:
DONNE UOMINI
2012: 63 anni e 6 mesi Dal 2012: 66 anni
2014: 64 anni e 6 mesi
2016: 65 anni e 6 mesi
Dal 2018: 66 anni
Il requisito contributivo minimo per il raggiungimento della pensione è di 20 anni e l’importo non può essere inferiore a 1,5 volte quello previsto per l’assegno sociale.
PENSIONE ANTICIPATA
La vecchia pensione di anzianità (40 anni, e anzianità con le quote) viene sostituita dalla pensione anticipata. Questa viene raggiunta come segue:
UOMINI DONNE
2012 42 anni e 1 mese 41 anni e 1 mese
2013 42 anni e 2 mesi 41 anni e 2 mesi
Dal 2014 42 anni e 3 mesi 41 anni e 3 mesi
Per chi raggiungesse i requisiti sopra citati prima dei 62 anni, è prevista una penalizzazione pari a 2 punti percentuali sulla quota retributiva dell’importo della pensione.
Chi ha avuto il primo accredito contributivo dopo il 01/01/1996, e quindi chi rientra nel sistema contributivo “puro”, può accedere alla pensione anticipata quando avrà compiuto 63 anni di età, 20 anni di contributi, e l’importo della pensione maturata è pari a 2,8 volte l’importo della pensione.
SISTEMA CONTRIBUTIVO
Per tutti viene introdotto, secondo il meccanismo pro rata, il metodo contributivo di calcolo delle pensioni per le pensioni maturate dal 01/01/2012 in poi. Ciò significa che la pensione viene calcolata con il sistema retributivo per l’anzianità maturata fino al 2011 e con il sistema contributivo per l’anzianità maturata dal 2012 in poi.
LA SPERANZA DI VITA
Dal 01/01/2013, verrà applicato a tutti i requisiti previsti per l’accesso alle diverse modalità di pensionamento il meccanismo correlato alla speranza di vita, con cadenza biennale.
NORME DI SALVAGUARDIA
Per chi matura il diritto alla pensione alla prima decorrenza utile dal 2021, il requisito di accesso alla pensione di vecchiaia deve essere tale da garantire un’età minima non inferiore a 67 anni.
INCENTIVI PER CHI LAVORA FINO A 70 ANNI
Attraverso i coefficienti di trasformazione, è previsto un incentivo per chi prosegue l’attività lavorativa.
TOTALIZZAZIONE
E’ sufficiente un solo contributo per totalizzare diversi periodi diversi di iscrizione alle varie gestioni previdenziali in un unico trattamento.
MAGGIORAZIONE ALIQUOTE CONTRIBUTIVE
Dal 1° gennaio 2012, le aliquote contributive dei lavoratori artigiani e commercianti sono incrementate di 1,3 punti percentuali. Dal 1° gennaio 2013 in poi 0,45 per ogni anno fino a raggiungere il livello del 24 per cento.
RIVALUTAZIONE DEI TRATTAMENTI
Per gli anni 2012 e 2013 la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, nella misura del 100%, è limitata alle pensioni di importo complessivo fino a due volte il trattamento minimo Inps.
Per ogni ulteriore informazione e chiarimento, contattare il nostro Patronato CLAAI o i nostri Uffici periferici.fonte link
La riforma ridefinisce - dal 2012 - i requisiti di età anagrafica per la pensione di vecchiaia: lavoratori dipendenti, autonomi e lavoratrici dipendenti delle pubbliche amministrazioni: 66 anni.
Resta in ogni caso la disciplina di adeguamento dei requisiti di accesso al sistema pensionistico agli incrementi
della speranza divita.
In pratica, dal 2013 in poi non esisterà più un’età fissa per la pensione di vecchiaia, perché tutti i requisiti saranno adeguati in modo costante alla speranza di vita. Nel 2013, infatti, l’incremento sarà per tutti di tre mesi.
L'obiettivo dichiarato di Monti-Fornero (sì, è proprio quella che ha pianto in diretta televisiva!!!!!) è far lavorare tutti fino ai 70 anni .
Dovranno però smetterla con le solite menzogne: “la riforma pensionistica è stata fatta per garantire un futuro
e un contratto a tempo indeterminato ai giovani”.
Ma come troveranno un posto di lavoro i giovani se i loro padri e le loro madri saranno costretti (si, proprio così
costretti, lo spiegheremo dopo) a lavorare fino a 70 anni per avere una pensione che possa garantire loro una
vecchiaia (ma a 70 anni non si è già vecchi per lavorare???) “tranquilla” e, aggiungiamo noi, un funerale con
tutti i crismi????
Basta con queste sciocchezze, almeno risparmiateci le prese per i fondelli!!!
fonte link
Qualche anno fa ho visto milioni di persone portate dai sindacati e dalle sinistra in piazza a protestare per una riforma delle pensioni
che in confronto a questa...era una bazzeccola
ora per una riforma 1000 volte piu' rigida
qualche commento critico,(pochi per altro) nulla piu'.
Auguri a tutti gli Italiani che si apprestano a votare
l'anno prossimo,con un indice di gradimento per Bersani al 25%
Berlusconi 18%
per Monti siamo al 42%
L'appoggio alle politiche BCE è garantito
Una sola speranza Questo Stato Italiano deve FALLIRE
al piu' presto
solo in questo modo si puo' ricominciare a costruire
un sistema giusto e equo
AIUTIAMOLO A FALLIRE
Ivano Antar Raja
http://altrarealta.blogspot.it
IL PROGRESSO E GLI OPERAI
Due esempi lampanti di come il progresso nel capitalismo
significa regresso per il proletariato.
1) Usando il solito ricatto occupazionale e contando sulla complicità dei sindacati filopadronali la Fiat sta obbligando gli operai degli stabilimenti italiani ad osservare un sistema aggiornato di misurazione dei tempi occorrenti per la produzione. E’ il cosiddetto TMC2, già adottato a Melfi e a Pratola.
Con la nuova metrica i lavoratori vedono accrescere i ritmi ed i carichi di lavoro, la cadenza nelle linee di produzione si esaspera e le pause diminuiscono. La velocità di esecuzione (il cosiddetto rendimento), che con la precedente metrica TMC1 era espressa in 133,33 centesimi di minuto, ora passa a 163, 38.
Le macchine e le linee vanno più svelte. Il lavoro si intensifica, producendo di più nello stesso tempo.
Per fare un esempio, alla Carrozzeria di Mirafiori se prima dell’introduzione del TMC2 un operaio doveva lavorare su 250 autovetture il giorno, ora deve lavorare su 292. Si costringe cioè l’operaio a far entrare in un turno una più grande quantità di lavoro.
Assieme allo sfruttamento aumentano la fatica (di circa il 20%), lo stress, la tensione, il logoramento psicofisico, i pericoli. Il controllo diventa da caserma.
Ma non si vede un centesimo in più in busta paga e di conseguenza il valore della forza lavorativa cala.
E’ stato calcolato che un operaio Fiat in 40 minuti di lavoro produce il valore della propria forza lavorativa, ossia il valore dei mezzi di sussistenza che gli necessitano. Per tutto il tempo restante crea plusvalore che resta nelle mani del capitalista. Con l’introduzione della nuova metrica si accorcia quella parte della giornata lavorativa necessaria all’operaio per produrre l’equivalente dei propri mezzi di sostentamento e si accresce quella rubata dai padroni.
Come si è arrivati al TMC2? I padroni hanno per anni studiato e sperimentato la nuova metrica del lavoro. Si sono avvalsi dei progressi tecnico-scientifici, del perfezionamento degli strumenti di produzione, dell’ergonomia, dell’organizzazione della produzione, della microgestualità e della medicina del lavoro. Si sono appropriati dell’esperienza stessa degli operai, della loro abilità di dettaglio.
Paradossalmente i più potenti strumenti per abbreviare il tempo di lavoro e conquistare tempo libero, per diminuire la fatica e distribuire su tutti i membri della società il lavoro, si trasformano nelle mani dei capitalisti nel mezzo più sicuro per dissanguare gli operai, per peggiorarne le condizioni di lavoro e di vita.
2) Il governo in carica, sostenuto dagli industriali, ha presentato una controriforma delle pensioni. Dal 2008 i lavoratori potranno andare in pensione a 65 anni e le lavoratrici a 60 anni, oppure bisognerà avere 40 di contributi.
Le conseguenze sono chiare a tutti i lavoratori. Le pensioni di anzianità (quelle con cui si può andare in pensione dopo 35 anni di lavoro) saranno liquidate. Per gli operai che nei prossimi anni decideranno di lasciare la fabbrica prima della vecchiaia il calcolo con il sistema contributivo di tutta la vita lavorativa comporterà una pensione tagliata della metà rispetto all’ultima retribuzione.
Per i giovani cambia del tutto la normativa attuale. Con la decontribuzione si determinerà un ulteriore abbassamento dei trattamenti pensionistici. Operai anziani e operai giovani saranno quindi obbligati a lavorare fino a tarda età per non fare la fame.
Ma come viene giustificata questa mattanza sociale? Nel discorso televisivo a reti unificate Berlusconi, per convincere i lavoratori della necessità e della giustezza della controriforma, ha sfoderato un argomento chiave: “Viviamo molto più a lungo dei nostri padri, e viviamo in condizioni di salute migliori. Oggi la vita media tende ad oltre 80 anni. Questo è l’effetto del progresso scientifico e del progresso economico, ed è una cosa splendida, una grande conquista della nostra civiltà. Ma questo vuol anche dire che chi lavora dovrà contribuire per la pensione di un numero sempre più alto di anziani.”
Che beffa! Grazie allo sviluppo delle scienze e della tecnologia, grazie ai progressi della medicina e al miglioramento della alimentazione, grazie alle conquiste ottenute con decenni di dure lotte gli operai vivono di più, stanno meglio in salute rispetto a prima, ma tutto ciò si rivolge contro di loro, costringendoli per più anni alla schiavitù del lavoro salariato ed a andare in pensione più poveri.
Se la vita media non si fosse allungata di dieci anni dal 1960 ad oggi l’abolizione delle pensioni di anzianità non si sarebbe mai posta. E invece dato che viviamo in media più a lungo i padroni pensano bene di spremere plusvalore più a lungo, salvo mandarci a casa con una pensione miserevole quando ci considerano inutilizzabili per le attività produttive.
La scienza progredisce? Le conoscenze avanzano? Si allunga la durata della vita? Ebbene il capitalismo non riserva altro che trasformare questi miglioramenti in peggioramenti per i lavoratori sfruttati, prolungandone la vita lavorativa. Questa è la verità, altro che la balla dell’insostenibilità della spesa pubblica, visto che negli ultimi decenni la produttività del lavoro è aumentata a livello esponenziale e la società e più ricca.
La faccenda delle pensioni illustra a meraviglia l’assurdità di un sistema basato sulla proprietà privata dei mezzi di produzione, in cui lo sviluppo delle forze produttive si ritorce contro i produttori, impedendo loro di godere appieno dei progressi, legandoli più a lungo ai ritmi infernali della fabbrica. E’ un contrasto sempre più stridente, che necessita di un superamento rivoluzionario.
Non ci sono dubbi. La lotta della classe operaia deve porsi il compito di licenziare il capitalismo al più presto, senza pensione e senza rimpianti, così da permettere l’affermazione di nuovi rapporti di produzione socialisti, corrispondenti al carattere sociale ed al livello di sviluppo delle forze produttive.
IL PROGRESSO E GLI OPERAI
Due esempi lampanti di come il progresso nel capitalismo
significa regresso per il proletariato.
1) Usando il solito ricatto occupazionale e contando sulla complicità dei sindacati filopadronali la Fiat sta obbligando gli operai degli stabilimenti italiani ad osservare un sistema aggiornato di misurazione dei tempi occorrenti per la produzione. E’ il cosiddetto TMC2, già adottato a Melfi e a Pratola.
Con la nuova metrica i lavoratori vedono accrescere i ritmi ed i carichi di lavoro, la cadenza nelle linee di produzione si esaspera e le pause diminuiscono. La velocità di esecuzione (il cosiddetto rendimento), che con la precedente metrica TMC1 era espressa in 133,33 centesimi di minuto, ora passa a 163, 38.
Le macchine e le linee vanno più svelte. Il lavoro si intensifica, producendo di più nello stesso tempo.
Per fare un esempio, alla Carrozzeria di Mirafiori se prima dell’introduzione del TMC2 un operaio doveva lavorare su 250 autovetture il giorno, ora deve lavorare su 292. Si costringe cioè l’operaio a far entrare in un turno una più grande quantità di lavoro.
Assieme allo sfruttamento aumentano la fatica (di circa il 20%), lo stress, la tensione, il logoramento psicofisico, i pericoli. Il controllo diventa da caserma.
Ma non si vede un centesimo in più in busta paga e di conseguenza il valore della forza lavorativa cala.
E’ stato calcolato che un operaio Fiat in 40 minuti di lavoro produce il valore della propria forza lavorativa, ossia il valore dei mezzi di sussistenza che gli necessitano. Per tutto il tempo restante crea plusvalore che resta nelle mani del capitalista. Con l’introduzione della nuova metrica si accorcia quella parte della giornata lavorativa necessaria all’operaio per produrre l’equivalente dei propri mezzi di sostentamento e si accresce quella rubata dai padroni.
Come si è arrivati al TMC2? I padroni hanno per anni studiato e sperimentato la nuova metrica del lavoro. Si sono avvalsi dei progressi tecnico-scientifici, del perfezionamento degli strumenti di produzione, dell’ergonomia, dell’organizzazione della produzione, della microgestualità e della medicina del lavoro. Si sono appropriati dell’esperienza stessa degli operai, della loro abilità di dettaglio.
Paradossalmente i più potenti strumenti per abbreviare il tempo di lavoro e conquistare tempo libero, per diminuire la fatica e distribuire su tutti i membri della società il lavoro, si trasformano nelle mani dei capitalisti nel mezzo più sicuro per dissanguare gli operai, per peggiorarne le condizioni di lavoro e di vita.
2) Il governo in carica, sostenuto dagli industriali, ha presentato una controriforma delle pensioni. Dal 2008 i lavoratori potranno andare in pensione a 65 anni e le lavoratrici a 60 anni, oppure bisognerà avere 40 di contributi.
Le conseguenze sono chiare a tutti i lavoratori. Le pensioni di anzianità (quelle con cui si può andare in pensione dopo 35 anni di lavoro) saranno liquidate. Per gli operai che nei prossimi anni decideranno di lasciare la fabbrica prima della vecchiaia il calcolo con il sistema contributivo di tutta la vita lavorativa comporterà una pensione tagliata della metà rispetto all’ultima retribuzione.
Per i giovani cambia del tutto la normativa attuale. Con la decontribuzione si determinerà un ulteriore abbassamento dei trattamenti pensionistici. Operai anziani e operai giovani saranno quindi obbligati a lavorare fino a tarda età per non fare la fame.
Ma come viene giustificata questa mattanza sociale? Nel discorso televisivo a reti unificate Berlusconi, per convincere i lavoratori della necessità e della giustezza della controriforma, ha sfoderato un argomento chiave: “Viviamo molto più a lungo dei nostri padri, e viviamo in condizioni di salute migliori. Oggi la vita media tende ad oltre 80 anni. Questo è l’effetto del progresso scientifico e del progresso economico, ed è una cosa splendida, una grande conquista della nostra civiltà. Ma questo vuol anche dire che chi lavora dovrà contribuire per la pensione di un numero sempre più alto di anziani.”
Che beffa! Grazie allo sviluppo delle scienze e della tecnologia, grazie ai progressi della medicina e al miglioramento della alimentazione, grazie alle conquiste ottenute con decenni di dure lotte gli operai vivono di più, stanno meglio in salute rispetto a prima, ma tutto ciò si rivolge contro di loro, costringendoli per più anni alla schiavitù del lavoro salariato ed a andare in pensione più poveri.
Se la vita media non si fosse allungata di dieci anni dal 1960 ad oggi l’abolizione delle pensioni di anzianità non si sarebbe mai posta. E invece dato che viviamo in media più a lungo i padroni pensano bene di spremere plusvalore più a lungo, salvo mandarci a casa con una pensione miserevole quando ci considerano inutilizzabili per le attività produttive.
La scienza progredisce? Le conoscenze avanzano? Si allunga la durata della vita? Ebbene il capitalismo non riserva altro che trasformare questi miglioramenti in peggioramenti per i lavoratori sfruttati, prolungandone la vita lavorativa. Questa è la verità, altro che la balla dell’insostenibilità della spesa pubblica, visto che negli ultimi decenni la produttività del lavoro è aumentata a livello esponenziale e la società e più ricca.
La faccenda delle pensioni illustra a meraviglia l’assurdità di un sistema basato sulla proprietà privata dei mezzi di produzione, in cui lo sviluppo delle forze produttive si ritorce contro i produttori, impedendo loro di godere appieno dei progressi, legandoli più a lungo ai ritmi infernali della fabbrica. E’ un contrasto sempre più stridente, che necessita di un superamento rivoluzionario.
Non ci sono dubbi. La lotta della classe operaia deve porsi il compito di licenziare il capitalismo al più presto, senza pensione e senza rimpianti, così da permettere l’affermazione di nuovi rapporti di produzione socialisti, corrispondenti al carattere sociale ed al livello di sviluppo delle forze produttive.
3 commenti:
c'è poco da dire , hai fatto un'analisi molto chiara, anche se molti altri l'hanno già fatta.
adesso occorrerebbe passare alla fase 2, cioe attraverso tutti i sistemi democratici mandare a casa tutto il parlamento nuove elezioni con candidati vergini e solo 5 anni di mandato par tutta la vita , in modo da evitare tresche prolungate, riforma del fisco e trasparenza sui redditi di tutti gli italiani, chi vuole fare politica si deve mettere a disposizione del popolo a costo zoro o quasi ( 2000 Euro + diritto a una stanza arredata, il giornale se lo vuole lo legge in parlamento , un giornale per ogni 50 parlamentari e tanto altro .
riguardo alla fornero a compani spero che al più presto Dio li punisca per quello che meritano, mi piacerebbe dire che a punirli fossore gli italiani ma siamo struzzi per non dire stronzi , dovremmo mandarli a casa a pene e acqua, perchè stanno distruggendo i lavoratori , facendoli diventare schiavi, e stanno facendo arricchire di più i ricchi
... io credo di averti appena risposto con l'articolo che pubblicavo poco fa.
Io non credo che siamo nemmeno alla fase uno invece, ma credo che arriveranno tutte assieme le fasi com'è consono dalla vita :-)
a proposito però: Non aspettiamo che sia dio a togliere la fornero, mandiamoli a casa noi con le nostre azioni questi, che tanto, tolti i soldi non hanno niente più credimi che è così!
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