"THE END"

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venerdì 5 aprile 2013

L'importanza del linguaggio

Il linguaggio è importante. Non è solo l'involucro del pensiero, è molto di più, il linguaggio forma il pensiero.
Calvino, ai suoi tempi, aveva parlato dell'antilingua, l'orribile idioma del burocrate italiano. Diceva che soffriva di "terrore semantico", il terrore del significato. Ed aveva ragione.
L'altra antilingua per eccellenza è l'interfaccia naturale del burocratese: il politichese.
Sono linguaggi astrusi, che non dicono niente all'uomo della strada perché il loro compito non è comunicare, ma nascondere. Nascondere la corruzione, l'ignoranza, la totale incapacità di fare il loro mestiere, lo sprezzo dei diritti degli altri, l'assoluta mancanza di rimorsi, l'indifferenza nei confronti del destino del paese.
Così io credo che quando finalmente avremo un politico o un partito o un movimento che eviterà l'antilingua forse saremo arrivati ad una svolta. O saremo vicini ad una svolta. Perché il cambiamento di linguaggio è lo specchio del desiderio di un cambiamento reale. L'omologazione al linguaggio corrente nasconde un desiderio di "non essere diversi" di essere accettati.

Così i grillini, che già si esprimono come normali funzionari di partito: ""Il Movimento 5 Stelle, nell’apprendere delle minacce di morte rivolte al P.M. palermitano Nino Di Matteo, magistrato da sempre impegnato in prima linea nella lotta alla mafia ed in particolare nelle inchieste sulla trattativa Stato-Mafia, esprime profonda solidarietà al magistrato " non mi convincono.
Politichese puro. Omologazione del linguaggio. Nessuno nella vita reale "esprime profonda solidarietà", sono parole vuote, parole di vento...

Quand'è che il mondo ritroverà il cuore?

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