di LUIGI BIGNAMI
MILANO - Entro la fine di marzo circa un quarto della popolazione mondiale perderà un'ora di sonno, in compenso guadagnerà un'ora di Sole in più al giorno. Questo grazie all'introduzione dell'ora legale, che negli Stati Uniti è scattata ieri, in anticipo di alcune settimane rispetto all'Europa e all'Italia, dove inizierà il 29 marzo (per terminare il 25 ottobre).
Generalmente si sostiene che lo spostamento in avanti delle lancette serva per risparmiare energia, ma, recentemente, alcune ricerche hanno avanzato più di un dubbio.
L'idea di spostare le lancette in avanti di un'ora durante l'estate fu avanzata già da Benjamin Franklin nel 1784, ma venne introdotta solo nel periodo della prima guerra mondiale, al fine di economizzare energia. Il primo lavoro di verifica per capire se davvero l'ora legale faccia risparmiare energia venne realizzato nel 1970 dal Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti, il quale giunse alla conclusione che se ne risparmia circa l'1% rispetto a quando si utilizza l'ora solare. Per molto tempo ci si è fidati di tale dato, ma le cose sono via via cambiate quando i condizionatori d'aria sono entrati in modo prepotente in case ed uffici.
Nel 2006 per la prima volta l'ora legale venne introdotta nello Stato dell'Indiana e un lavoro realizzato l'anno successivo dall'economista Matthew Kotchen dell'Università della California ha sorprendentemente messo in luce che essa fa addirittura aumentare i consumi di elettricità dell'1%, facendo perdere allo Stato 9 milioni di dollari all'anno.
"Sebbene l'ora legale riduca la richiesta di elettricità nelle case - spiega il ricercatore - ne produce anche una più elevata per i condizionatori durante le sere d'estate e per il riscaldamento durante la primavera e l'inizio dell'autunno". In California la Commissione per l'Energia è giunta ad un risultato più o meno simile. Spiega Adrienne Kandel economista della Commissione: "L'aver allungato di 15 giorni il periodo di ora legale nel nostro Stato, non ha portato ad alcun beneficio, in quanto l'anno scorso il risparmio di energia è stato dello 0,2%, ma è un dato che ha un margine d'errore dell'1,5%".
Un'indagine dell'Energy Institute australiano sostiene anch'esso che i risparmi sono solo apparenti. Secondo l'Istituto infatti, il risparmio viene sempre calcolato sulle ore interessate dalla maggiore quantità di luce (quelle pomeridiane), mentre se si fa il computo complessivo tra il risparmio pomeridiano e la maggiore richiesta di energia tra le 7 e le 8 del mattino e quella usata nelle ore più tarde perché, mediamente, si rimane svegli più a lungo, il risparmio risulta zero.
Non tutti i risultati sono negativi. Nel Rapporto stilato ad ottobre 2008 per il Congresso Usa dal Dipartimento dell'Energia si conclude che l'aver anticipato di 4 settimane l'ora legale ha fatto risparmiare globalmente lo 0,5% dell'energia, che corrisponde a quella utilizzata da 100.000 appartamenti per un intero anno. Per l'Italia Terna, la società responsabile della trasmissione dell'energia elettrica sulla rete, sostiene che negli ultimi anni si sono risparmiati da 70 a 80 milioni di euro all'anno.
Ma al di là dell'uso dell'energia c'è un altro elemento da considerare: le ricadute sulla salute. Nonostante si dica che un'ora in più di luce dovrebbe permettere maggiore possibilità di movimento per la gente, secondo il New England Journal of Medicine, durante la prima settimana della nuova ora vi è un aumento del 5% di infarti e questo succede dal 1987. Motivo: l'alterazione che si viene a creare nei ritmi biologici e soprattutto in quelli del sonno.
(9 marzo 2009)
Fonte
MILANO - Entro la fine di marzo circa un quarto della popolazione mondiale perderà un'ora di sonno, in compenso guadagnerà un'ora di Sole in più al giorno. Questo grazie all'introduzione dell'ora legale, che negli Stati Uniti è scattata ieri, in anticipo di alcune settimane rispetto all'Europa e all'Italia, dove inizierà il 29 marzo (per terminare il 25 ottobre).
Generalmente si sostiene che lo spostamento in avanti delle lancette serva per risparmiare energia, ma, recentemente, alcune ricerche hanno avanzato più di un dubbio.
L'idea di spostare le lancette in avanti di un'ora durante l'estate fu avanzata già da Benjamin Franklin nel 1784, ma venne introdotta solo nel periodo della prima guerra mondiale, al fine di economizzare energia. Il primo lavoro di verifica per capire se davvero l'ora legale faccia risparmiare energia venne realizzato nel 1970 dal Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti, il quale giunse alla conclusione che se ne risparmia circa l'1% rispetto a quando si utilizza l'ora solare. Per molto tempo ci si è fidati di tale dato, ma le cose sono via via cambiate quando i condizionatori d'aria sono entrati in modo prepotente in case ed uffici.
Nel 2006 per la prima volta l'ora legale venne introdotta nello Stato dell'Indiana e un lavoro realizzato l'anno successivo dall'economista Matthew Kotchen dell'Università della California ha sorprendentemente messo in luce che essa fa addirittura aumentare i consumi di elettricità dell'1%, facendo perdere allo Stato 9 milioni di dollari all'anno.
"Sebbene l'ora legale riduca la richiesta di elettricità nelle case - spiega il ricercatore - ne produce anche una più elevata per i condizionatori durante le sere d'estate e per il riscaldamento durante la primavera e l'inizio dell'autunno". In California la Commissione per l'Energia è giunta ad un risultato più o meno simile. Spiega Adrienne Kandel economista della Commissione: "L'aver allungato di 15 giorni il periodo di ora legale nel nostro Stato, non ha portato ad alcun beneficio, in quanto l'anno scorso il risparmio di energia è stato dello 0,2%, ma è un dato che ha un margine d'errore dell'1,5%".
Un'indagine dell'Energy Institute australiano sostiene anch'esso che i risparmi sono solo apparenti. Secondo l'Istituto infatti, il risparmio viene sempre calcolato sulle ore interessate dalla maggiore quantità di luce (quelle pomeridiane), mentre se si fa il computo complessivo tra il risparmio pomeridiano e la maggiore richiesta di energia tra le 7 e le 8 del mattino e quella usata nelle ore più tarde perché, mediamente, si rimane svegli più a lungo, il risparmio risulta zero.
Non tutti i risultati sono negativi. Nel Rapporto stilato ad ottobre 2008 per il Congresso Usa dal Dipartimento dell'Energia si conclude che l'aver anticipato di 4 settimane l'ora legale ha fatto risparmiare globalmente lo 0,5% dell'energia, che corrisponde a quella utilizzata da 100.000 appartamenti per un intero anno. Per l'Italia Terna, la società responsabile della trasmissione dell'energia elettrica sulla rete, sostiene che negli ultimi anni si sono risparmiati da 70 a 80 milioni di euro all'anno.
Ma al di là dell'uso dell'energia c'è un altro elemento da considerare: le ricadute sulla salute. Nonostante si dica che un'ora in più di luce dovrebbe permettere maggiore possibilità di movimento per la gente, secondo il New England Journal of Medicine, durante la prima settimana della nuova ora vi è un aumento del 5% di infarti e questo succede dal 1987. Motivo: l'alterazione che si viene a creare nei ritmi biologici e soprattutto in quelli del sonno.
(9 marzo 2009)
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