Articolo da Befan.it
In Europa il reddito di cittadinanza è in vigore quasi ovunque ed è incomprensibile che l’Italia ignori un aspetto di così rilevante importanza.
Durante una trasmissione di Santoro si è parlato del “modello tedesco” in modo più fantasioso che vero: tuttora i giornali italiani continuano a dichiarare, in maniera errata, che il sussidio viene somministrato a tempo determinato e i beneficiari sono solo coloro i quali hanno perduto il lavoro. In realtà, non viene detto che in Germania e in quasi tutta Europa i maggiorenni disoccupati, che abbiano mai lavorato o meno, percepiscono un sussidio e anche l’affitto dell’abitazione. Tale sostegno termina, in assenza di occupazione, con il raggiungimento della pensione.
Pare che in Italia si confonda il sussidio con l’indennità di disoccupazione: è forse una svista troppo palese per essere considerata “innocente”.
Non portare a conoscenza dei connazionali che paesi quali la Gran Bretagna, la Danimarca, la Svezia, la Germania e la Francia forniscono un’integrazione del reddito ai cittadini che non guadagnano a sufficienza, compresi i lavoratori part-time, è una pecca informativa grave.
Il reddito di cittadinanza, in vigore in molti paesi europei, è la spiegazione dell’assenza di molte pecche, invece presenti in Italia: le continue raccomandazioni, il lavoro nero, l’occupazione di posti di lavoro non meritati da parte di persone incompetenti.
Tale situazione persiste in Italia ancora oggi, in periodo di crisi, nonostante l’Europa abbia consigliato al nostro paese l’introduzione, fin dal 1992, del reddito di cittadinanza.
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Fonte: Befan.it
Autore: Giuseppe Genova
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