di Gianni Lannes
Scivola il tempo, ma certe tematiche tornano prepotentemente d’attualità. Mi è venuta in mente la Merkel che detta legge in Italia, e allora spassionatamente propongo un consiglio di lettura sotto Pasqua. Si tratta di un librone (2.734 pagine), non ancora tradotto nel Belpaese, intitolato Die Dresdner Bank in Dritten Reich (La Banca di Dresda nel Terzo Reich), pubblicato a Monaco di Baviera dalla Oldenbourg Wissenschaftsverlag. Il copioso volume attesta con dovizia di prove come sotto il nazismo l’allora seconda banca più importante tedesca “intrattenne volontariamente delle relazioni commerciali e personali, particolarmente strette con il regime nazionalsocialista”.
Nel 2008 la Dresdner Bank è stata acquisita dalla Commerzbank, vale a dire la prima banca di Germania, almeno per quanto riguarda il numero dei clienti e delle filiali. E' l'occasione per ripercorrere la storia di una banca con legami solidi spesso dimenticati o meglio omessi, anche con l'Italia. Fu proprio quest'ultima infatti a finanziare insieme ad altri investitori la nascita dellaBanca Commerciale Italiana.
Certe particolari attività segrete della Dresdner Bank di Germania, meglio nota come la famigerata “banca delle SS” sono state sviscerate da una commissione di storici indipendenti, coordinati dal professor Klaus Dietmar Henke dell’Università di Dresda.
In altri termini, la ricerca degli storici dimostra come alcune attività di questa banca, “la più importante impresa di credito privata delle SS, attivò prestiti accordati alle industrie legate a doppio filo alle SS per 50 milioni di marchi del Reich, e per altri 17 milioni e mezzo allo scopo di favorire singoli progetti di personaggi come il Reichsführer Heinrich Himmler". Non è tutto. Dopo l’entrata in vigore delle leggi di Norimberga, la Dresdner Bank fu il primo istituto a trarre vantaggio dalla arianizzazione delle imprese e degli istituti finanziari di proprietà ebraica, per le quali spesso versò ingenti somme pari al quattro per cento dell’effettivo valore commerciale.
A partire dal 1937, la Dresdner Bank contribuì attivamente alla spoliazione di tutti i conti bancari degli ebrei e al finanziamento di progetti dell’industria bellica. Inoltre, consolidò relazioni affaristiche con cinque imprese edili che allestirono effettivamente i campi di sterminio nazisti. In particolare, la banca tedesca deteneva il 26 per cento delle azioni della Huta Hoch und Tiefbauche ebbe l’incarico di costruire cinque dei sei crematori con annessecamere a gas di Auschwitz.
Tale ricerca storica ha acclarato inequivocabilmente che la Dresdner Bank ha allestito per conto di gerarchi nazisti, delle società paravento, attraverso le quali ha rivenduto a singoli membri dell’organizzazione criminale nazista proprietà sequestrate in vari Paesi occupati dall’esercito di Hitler, tra i quali la Cecoslovacchia e l’Austria. Numerosi caporioni nazisti, uscisti incredibilmente indenni dal processo di Norimberga, devono la loro fortuna economica a cospicue erogazioni bancarie.
Mulino bianco - Guido Maria stia tranquillo: questa volta non si tratta di amianto, ma di peggio. Tra le nazioni che appoggiarono Hitler nel suo progetto di sterminio e di conquista dell’Europa giace nell’ombra la Svizzera. In terra elvetica furoreggiava la Oerlikon. Il micidiale cannone da 20 millimetri adottato da Hitler e poi in seguito dai dittatori di mezzo mondo era fabbricato dalla ditta Bührle. Quanto è piccolo il mondo. Hortense Bührle (coniugata Anda), figlia del famigerato Emil Georg (al soldo del Führer) e sorella del criminale Dieter (responsabile della morte in Africa di migliaia e migliaia di innocenti a causa delle guerre di conquista coloniale, prevalentemente donne e bambini, come accertato dall’Onu negli anni ‘70), nonché madre dell’ingegner Gratian (già vice presidente della Barilla) nel 1979 ha acquisto il 15 per cento della famosa azienda tricolore, per la modica cifra di 10 milioni di dollari. Pochi sanno che la Barilla - è comprovato in tutte le salse - ha un debole per la censura del libero pensiero critico.
In Italia il livello di compromissione di banche e industrie con il nazifascismo è ancora un tabù (alla voce Fiat & Agnelli foraggiati con denaro pubblico dallo Stato).
Pubblicato da Gianni Lannes a 12:28
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