Perché l’obbedienza al potere dello Stato, della chiesa, dell’opinione pubblica, crea sicurezza nelle persone, le fa sentire meno deboli e meno sole. Tramite l’obbedienza diventiamo parte del potere e ci illudiamo di assumerne la forza.
Per disobbedire occorre coraggio, bisogna liberarsi della paura della libertà, e la cosa non è così semplice perché il potere, per mantenere i propri privilegi, fa leva sulla persuasione a tal punto che, invece di sentire l’imposizione all’obbedienza, se ne ha la volontà.
Occorre liberarsi da una dipendenza, quella dipendenza dalla brama di possesso che colma i vuoti interiori.
Occorre resistere al consumismo, opporsi al ruolo di avviliti consumatori di cose a cui ci destinano i poteri del moderno Stato-Azienda.
Occorre pensare criticamente, estraniarsi da un conformismo reso sistema in un quadro di organizzazione sociale in cui il consenso è catturato con mezzi di suggestione e manipolazione.
Occorre “ascoltare” la propria ragione e convinzione come atto di affermazione anziché di sottomissione.
E tutto questo è molto faticoso. Abbiamo alle spalle tanti “protettori magici” che ci hanno indicato la via, esonerandoci dal cercarla e togliendoci il pensiero. Era comodo....e non ci siamo accorti che quella via era di fuga dalla libertà.
P.S. doveroso: un furioso temporale mi ha svegliato nel mezzo della notte e, non riuscendo più a dormire, mi sono sorpresa a pensare queste cose……….che volete farci………ognuno ha i pensieri che si merita……..
Postato da Gianna Bonacorsi, LINK
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