«Le politiche monetarie allentate deprimono spesso una moneta abbassando i tassi di interesse e aumentando l'inflazione, rendendola meno attraente per gli investitori globali.
I governi spesso perseguono questa strategia in tempi di stress economico per aumentare le esportazioni. Ma la svalutazione di un paese genera spesso quella di un altro, aumentando i timori di una guerra valutaria.
La storia ci dà motivo di preoccuparci perché le svalutazioni monetarie globali, che svolgono un'azione atta a "fregare il prossimo," contribuirono ad innescare la Grande Depressione che ebbe inizio nel 1929. [...]
L'icona degli hedge fund George Soros, presidente del Soros Fund Management, è sicuramente preoccupato. "Penso che uno dei maggiori pericoli sia ... una guerra delle valute," ha detto alla CNBC.
Ovviamente non tutti hanno da obiettare alle politiche allentate delle banche centrali, considerandole necessarie per stimolare la crescita. "Se quella che abbiamo è una guerra delle valute, ne abbiamo bisogno di più," ha detto Barry Eichengreen a Businessweek, un economista alla University of Berkeley, California.»
~ Businessweek: World 'Plunges Into Currency War', Dan Weil, MoneyNews, 25 Gennaio 2013.
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di Gary North
Reality Check (24 Gennaio 2013)
Il governatore della Banca d'Inghilterra è Mervyn King. Sta per essere sostituito dall'attuale governatore della Banca del Canada, Mark Carney.
Questa sostituzione non ha precedenti. Un uomo che non è un cittadino britannico finirà per gestire l'istituzione economica più importante del Regno Unito. Ancora più sorprendente, a Carney mancano ancora due anni per terminare il suo mandato in Canada. E' un pezzo grosso molto importante. E' membro del Consiglio di Amministrazione della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI). E' membro del Consiglio della Fondazione del World Economic Forum, che si riunisce questa settimana a Davos, in Svizzera. Per 13 anni è stato un impiegato di alto livello della Goldman Sachs. Sorpresa!
Il 10 Dicembre, King ha tenuto un discorso all'Economic Club di New York. Nel suo discorso, ha rivelato molto sulle operazioni della Banca d'Inghilterra. Ha anche detto che cosa dobbiamo aspettarci dal 2013. Dato che è in procinto di lasciare la posizione, è stato molto più esplicito di quanto ci si potesse aspettare dal capo di qualsiasi grande banca centrale.
Nel suo intervento introduttivo, King ha detto che 30 anni fa lui e Ben Bernanke occupavano gli uffici uno di seguito all'altro presso il Massachusetts Institute of Technology. Essendo giovani, credevano che l'economia avesse risolto i problemi della Grande Depressione. Ha aggiunto questo: "Beh, ci siamo sbagliati."
Ha poi continuato dicendo che questa volta siamo scampati al peggio dei problemi degli anni '30, "grazie alle politiche di stimolo iniettate nell'economia mondiale dalle banche centrali e dai governi di tutto il mondo, anche se è giusto dire che una ripresa durevole si sta dimostrando sfuggente." Sicuramente. Ha poi descritto i problemi dell'economia attuale.
APPROFITTARSI DEL PROSSIMO
King ha sottolineato l'ovvio. In primo luogo, in Gran Bretagna il governo ha grossi deficit, quello che i Keynesiani chiamano stimolo. In secondo luogo, la banca centrale ha ampliato l'offerta di moneta per finanziare questi deficit. Ha evidenziato qualcosa che la maggior parte di noi non ha notato, e cioè che questa strategia ha creato un calo del 25% nel tasso di cambio medio della sterlina rispetto a tutte le altre valute. E' stato un calo molto significativo, ha affermato, il più grande dopo la Seconda Guerra Mondiale. Lo ha puntualmente definito "un guadagno di competitività." O per meglio dire, è stato un ritorno alle politiche della Grande Depressione note come "frega il tuo prossimo." Lui lo sa, e ne ha parlato in un secondo momento nel suo discorso.
I governi spesso perseguono questa strategia in tempi di stress economico per aumentare le esportazioni. Ma la svalutazione di un paese genera spesso quella di un altro, aumentando i timori di una guerra valutaria.
La storia ci dà motivo di preoccuparci perché le svalutazioni monetarie globali, che svolgono un'azione atta a "fregare il prossimo," contribuirono ad innescare la Grande Depressione che ebbe inizio nel 1929. [...]
L'icona degli hedge fund George Soros, presidente del Soros Fund Management, è sicuramente preoccupato. "Penso che uno dei maggiori pericoli sia ... una guerra delle valute," ha detto alla CNBC.
Ovviamente non tutti hanno da obiettare alle politiche allentate delle banche centrali, considerandole necessarie per stimolare la crescita. "Se quella che abbiamo è una guerra delle valute, ne abbiamo bisogno di più," ha detto Barry Eichengreen a Businessweek, un economista alla University of Berkeley, California.»
~ Businessweek: World 'Plunges Into Currency War', Dan Weil, MoneyNews, 25 Gennaio 2013.
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di Gary North
Reality Check (24 Gennaio 2013)
Il governatore della Banca d'Inghilterra è Mervyn King. Sta per essere sostituito dall'attuale governatore della Banca del Canada, Mark Carney.
Questa sostituzione non ha precedenti. Un uomo che non è un cittadino britannico finirà per gestire l'istituzione economica più importante del Regno Unito. Ancora più sorprendente, a Carney mancano ancora due anni per terminare il suo mandato in Canada. E' un pezzo grosso molto importante. E' membro del Consiglio di Amministrazione della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI). E' membro del Consiglio della Fondazione del World Economic Forum, che si riunisce questa settimana a Davos, in Svizzera. Per 13 anni è stato un impiegato di alto livello della Goldman Sachs. Sorpresa!
Il 10 Dicembre, King ha tenuto un discorso all'Economic Club di New York. Nel suo discorso, ha rivelato molto sulle operazioni della Banca d'Inghilterra. Ha anche detto che cosa dobbiamo aspettarci dal 2013. Dato che è in procinto di lasciare la posizione, è stato molto più esplicito di quanto ci si potesse aspettare dal capo di qualsiasi grande banca centrale.
Nel suo intervento introduttivo, King ha detto che 30 anni fa lui e Ben Bernanke occupavano gli uffici uno di seguito all'altro presso il Massachusetts Institute of Technology. Essendo giovani, credevano che l'economia avesse risolto i problemi della Grande Depressione. Ha aggiunto questo: "Beh, ci siamo sbagliati."
Ha poi continuato dicendo che questa volta siamo scampati al peggio dei problemi degli anni '30, "grazie alle politiche di stimolo iniettate nell'economia mondiale dalle banche centrali e dai governi di tutto il mondo, anche se è giusto dire che una ripresa durevole si sta dimostrando sfuggente." Sicuramente. Ha poi descritto i problemi dell'economia attuale.
APPROFITTARSI DEL PROSSIMO
King ha sottolineato l'ovvio. In primo luogo, in Gran Bretagna il governo ha grossi deficit, quello che i Keynesiani chiamano stimolo. In secondo luogo, la banca centrale ha ampliato l'offerta di moneta per finanziare questi deficit. Ha evidenziato qualcosa che la maggior parte di noi non ha notato, e cioè che questa strategia ha creato un calo del 25% nel tasso di cambio medio della sterlina rispetto a tutte le altre valute. E' stato un calo molto significativo, ha affermato, il più grande dopo la Seconda Guerra Mondiale. Lo ha puntualmente definito "un guadagno di competitività." O per meglio dire, è stato un ritorno alle politiche della Grande Depressione note come "frega il tuo prossimo." Lui lo sa, e ne ha parlato in un secondo momento nel suo discorso.
Non ha funzionato. Non c'è stata nessuna ripresa graduale dell'economia e la produzione è stazionaria. Lo ha definito un pattern a zig-zag. Ma secondo lui la politica di svalutazione ha fatto aumentare le esportazioni britanniche. Ha affermato: fin quando il deprezzamento è andato avanti, è stato "molto efficace nello stimolare le esportazioni di beni verso il resto del mondo, le esportazioni verso l'area Euro sono di nuovo diminuite." Il motivo per cui le esportazioni sono diminuite è stata proprio la crisi della zona Euro. Ne ha parlato, ma non c'è dubbio che sappia esattamente quali siano stati i benefici per l'economia nazionale della Gran Bretagna: una sovvenzione per il settore delle esportazioni.
Questo è mercantilismo, e ha messo in chiaro nella prima parte del suo discorso che è stato benefico per la Gran Bretagna. In realtà, era l'opposto perché la maggior parte dei cittadini britannici ha dovuto pagare di più per i beni ed i servizi che acquistava, visto che doveva fronteggiare la concorrenza degli acquirenti esteri. Beni e servizi sono stati mandati all'estero, lasciando ai cittadini della Gran Bretagna una torta più piccola. Nel 1776 Adam Smith ci mise in guardia da questa pratica, ma i compari molto intelligenti che insegnavano economia presso il Massachusetts Institute of Technology ancora devono riuscire a comprenderlo.
Ecco la morale della favola. La politica monetaria di svalutazione della banca centrale, che viene adottata per fregare il prossimo, ha difatti fregato la popolazione che non faceva parte del settore delle esportazioni dell'economia nazionale.
Il problema della Gran Bretagna è che le banche britanniche sono fortemente esposte alla zona Euro. Le banche non hanno prestato ai governi. Hanno prestato alle imprese private nella periferia della zona Euro. In ogni caso, questa è la sua analisi.
Cosa può fare la Banca d'Inghilterra? Secondo lui può agire esattamente come sta agendo la Federal Reserve. In primo luogo, impegnandosi in ciò che definisce "un programma significativo di acquisti di asset." In altre parole, ha approvato l'inflazione monetaria.
In secondo luogo, ha adottato un programma chiamato finanziamento dei prestiti. La Banca d'Inghilterra garantisce alle banche commerciali in Gran Bretagna che coprirà ogni prestito concesso all'economia reale. Tale garanzia avrà una durata di quattro anni. In altre parole, si tratta di un sussidio diretto alle banche commerciali. Si tratta di un piano di salvataggio delle grandi banche.
In terzo luogo, ci ha informato che le banche devono incrementare il loro investimento di capitale poiché quello attuale è sopravvalutato; e questo è un problema che pende ancora sulla testa della Banca d'Inghilterra. Ha affermato: "Questi problemi sono tutti gestibili. Non c'è niente di più inscindibile della necessità delle nostre banche di raccogliere più capitale. Ma per quanto fosse gestibile, non è stato fatto." Traduzione: doveva essere fatto, ma non è stato fatto.
Ha fatto poi riferimento a quello che chiama il paradosso della linea di politica. Si riferiva alle banche centrali in generale.
Ma il problema che abbiamo di fronte si chiama paradosso della linea politica. Vale a dire, quella che sembra la cosa giusta da fare nel breve periodo per dare sostegno alla domanda aggregata è assolutamente l'opposto di quello che dobbiamo fare nel lungo termine.
Amen. Questa è la grande sfida, questo è il problema che calceranno lungo la strada il più a lungo possibile.
E la grande sfida della politica monetaria è quella di capire a che punto è ragionevole passare da una politica di sostegno nel breve termine ad una politica di aggiustamenti necessari di lungo periodo, perché il Regno Unito, e credo anche l'economia mondiale in generale, ha bisogno di spostarsi in una nuova posizione di equilibrio.
In altre parole, il mondo intero è gestito dalle banche centrali che si stanno concentrando su problemi a breve termine, e le soluzioni che stanno offrendo sono l'opposto di quello che dovrebbero fare. Ciò che bisogna fare richiede la stabilizzazione del denaro, e questo è quello che non viene fatto. Devono passare ad altre politiche, ha detto, ma si rifiutano di farlo.
Naturalmente, la frase su una nuova posizione d'equilibrio è una stupidaggine. Non esiste un equilibrio, se non quello nei libri di testo i quali astraggono la realtà. Quest'ultima invece è pregna di cambiamento, e l'equilibrio si applica solo in un mondo in cui tutti sanno il futuro, in cui non ci sono né profitti e né perdite. L'equilibrio è un'assurdità conveniente che usano quasi tutti gli economisti per spiegare il cambiamento economico, ma l'ipotesi alla base del concetto è che l'equilibrio si trova sempre al di fuori della storia. E', quindi, del tutto irrealistico. King ha usato questo linguaggio perché è imprigionato nella sua esperienza presso il Massachusetts Institute of Technology.
Ha espresso questo commento: "Alla vigilia della crisi finanziaria, il patrimonio complessivo delle banche negli Stati Uniti sfiorava appena il 100% del PIL annuale. Nel Regno Unito gli asset delle nostre banche andavano oltre il 500% del PIL, quasi a livello di Svizzera e Irlanda. [...]" Cosa? Le banche svizzere avevano possedimenti nel range di cinque volte il PIL totale di tutto il paese? E si suppone che dobbiamo fidarci della saggezza dei banchieri svizzeri? Non io.
Ha continuato:
La vostra economia e la mia devono essere riequilibrate. Ma tale necessità non si limita a quei paesi che in precedenza avevano grandi deficit commerciali. Infatti, secondo le leggi dell'aritmetica, ci deve essere qualche altro paese che ha bisogno di un ri-equilibrio. In questo contrasto tra paesi in surplus e in deficit, è un problema che passa in secondo piano. Non è un problema nuovo. E' stato un problema discusso a lungo a Bretton Woods nel 1944. Sin da allora non è stata trovata alcuna soluzione.
SCIOCCHEZZE KEYNESIANE
Quanto detto sono sciocchezze Keynesiane. Non c'è bisogno di riequilibrare le economie per quanto riguarda il commercio estero ed i flussi di capitale, come non c'è bisogno di riequilibrare il commercio ed i flussi di capitale tra i cittadini del Nevada e quelli dello Utah, o tra i cittadini del Vermont e quelli del Massachusetts. L'unica ragione per cui i Keynesiani ed i funzionari governativi parlano della bilancia commerciale e della bilancia dei pagamenti -- delle relative eccedenze e passività -- è perché cercano di pianificare l'intera economia. E' una cosa inutile. Devono lasciare che l'economia sia libera, e lasciare che i singoli individui decidano cosa vogliono fare con i loro soldi.
Se i proprietari di beni e servizi vogliono comprare qualcosa al di là di una linea invisibile -- un confine di stato -- cosa c'è di male? Se vogliono comprare qualcosa al di là di una linea invisibile chiamata confine nazionale, cosa c'è di male? E' un problema solo per le banche centrali, perché i banchieri centrali cercano di controllare i tassi di cambio. Cercano di fregare il loro prossimo.
I pianificatori centrali hanno difficoltà a pianificare le decisioni prese da singoli proprietari di beni e servizi, i quali decidono di effettuare scambi gli uni con gli altri. Per il libero mercato non è un problema; invece è un problema per i pianificatori economici Keynesiani.
Questo mi porta alla dichiarazione di King che è stato ampiamente citata dai media finanziari. Ha a che fare con la pianificazione centrale Keynesiana. Per il libero mercato non è un problema. Lo è solo per i pianificatori centrali. Ecco cosa ha detto:
Queste sfide sono gestibili, ma lo saranno solo se si interverrà, e ad oggi è necessario. In caso contrario, la mia preoccupazione è che nel 2013 vedremo una pesante gestione dei tassi di cambio come alternativa all'uso della politica monetaria con tassi di interesse a livelli molto bassi, con bilanci orientati verso una spesa eccessiva, e con l'incapacità della politica monetaria di rinviare a tempo indeterminato la regolazione necessaria per arrivare al riequilibrio; probabilmente sarà necessario qualche altro meccanismo, però mese dopo mese vedrete crescere il numero di paesi che registrerà un aumento della gestione dei tassi di cambio (per spingerlo, ovviamente, in basso).
Che cosa significa? Una guerra valutaria. Significa approfittarsi delle politiche monetarie del prossimo. Significa inflazione di massa al fine di forzare in basso il valore internazionale della moneta di una determinata nazione. Significa una corsa verso il fondo. In breve, vuol dire adottare le stesse politiche che la Banca d'Inghilterra ha adottato nel 2008, e che King ha definito un vantaggio per la Gran Bretagna. Beh, se due possono giocare a questo gioco, possono farlo anche una dozzina.
Questo è mercantilismo, ma senza le limitazioni imposte da un gold coin standard internazionale e nazionale. Togliete il fattore di contenimento rappresentato da persone che potevano recarsi presso loro banche locali e richiedere oro in cambio della valuta in deprezzamento, e otterrete il quadro esatto del mondo moderno. Avrete uno squilibrio degli scambi e uno squilibrio dei pagamenti.
TROPPO GRANDI PER FALLIRE
Poi ha continuato a discutere di quell'argomento tanto amato da noi lettori: le banche troppo grandi per fallire. Alle pagine 18 e 19 della trascrizione, c'è riportata una delle storie più significative che abbia mai sentito da un banchiere centrale. Copertura dei media finanziari? Zero. Cito parola per parola, perché questa è davvero dinamite. E' venuto fuori nella sessione domande e risposte.
Bene, vorrei iniziare con un aneddoto avvenuto durante il picco della crisi, ad una riunione del G7 a Tokyo durata circa tre ore. Si fece tardi e avremmo dovuto trascorrere la notte lì, quindi i governatori delle banche centrali andarono a cena. Io proposi di conversare anche durante la cena, facendo un buon uso del tempo a Tokyo. Ne rimasero entusiasti e mi chiesero quali questioni avevo da proporre. Al che dissi: "beh, perché non parliamo di quello che succederebbe se una mattina andassimo in ufficio e ricevessimo una telefonata in cui ci verrebbe comunicato il default della Goldman Sachs? Cosa potremmo fare a riguardo?" Lo presero come uno scherzo. Troppo difficile come domanda, era meglio andare a cena. (Risate)
Il tipo è un vero cabarettista.
Non stava esagerando. I banchieri centrali del mondo non possono letteralmente concepire che cosa farebbero se Goldman Sachs andasse fallita. Metterebbe a rischio l'intera economia mondiale. È per questo che i governi e le banche centrali non lasceranno che Goldman Sachs fallisca, ed è per questo che Goldman Sachs si dedica ad una speculazione ad alto rendimento ma anche ad alto rischio: i manager sanno che sarà salvata. Questo si chiama azzardo morale, ed è fondamentale per l'economia moderna.
CONCLUSIONE
La teoria economica Keynesiana non si focalizzava sulla politica monetaria, ma piuttosto sulla politica fiscale. Invocava enormi disavanzi pubblici per superare le recessioni. Ora abbiamo proprio questi deficit in tutto l'Occidente, in Giappone e in Cina.
La politica monetaria è sempre stato un pensiero secondario nel sistema Keynesiano originario. I Keynesiani moderni sono giunti alla conclusione che la banca centrale deve aumentare l'offerta di moneta per finanziare i deficit nazionali con bassi tassi di interesse. Ma l'espansione monetaria di oggi è arrivata ad un livello considerato incomprensibile prima del 2008. Non è giusto dare la colpa a John Maynard Keynes. Né a lui né a nessun altro che abbia mai immaginato il tipo di deficit considerati accettabili oggi. In una economia durante la guerra, gli economisti tengono la bocca chiusa, e le banche centrali inflazionano. I governi impongono controlli su prezzi e salari. Ci sono enormi carenze di beni e servizi. Ma tutto questo viene fatto in nome della guerra, in nome della vittoria sul nemico. Non s'è mai visto nulla di simile in tempo di pace, sin dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, in ogni nazione industriale.
Le grandi banche sono troppo grandi per fallire. Le banche centrali saranno sempre lì a salvarle. I governi chiederanno alle banche centrali di salvarle. Ma per finanziare tale piano di salvataggio, le banche centrali dovranno creare moneta fiat. Questa è la grande minaccia. Non ci sarà più un ritorno al cosiddetto equilibrio di prima. King lo sa e anche Bernanke. In assenza di una dichiarazione politica esplicita che mostra come i banchieri centrali faranno tornare le nazioni all'equilibrio precedente, riducendo la base monetaria di due terzi, dovremmo concludere che nessuno al vertice crede sia possibile. Tutte le chiacchiere su un vecchio equilibrio sono stupidaggini.
Bon voyage, Mervyn King. Vorrei poter dire lo stesso a Ben Bernanke.
[*] traduzione di Francesco Simoncelli
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