Un tema molto interessante, caduto nel “dimenticatoio” per anni, è sicuramente quello delle Premonizioni Inconsce.
Una premonizione è una percezione mentale senza la mediazione dei sensi, in un normale stato di coscienza, come sensazioni indefinite o come residuo di un sogno rimosso (la sensazione che il telefono stia per squillare, che un amico stia per avere un incidente e simili).
Nel caso delle premonizioni inconsce, l’individuo non si rende conto che un eventuale sua “scelta” ad una situazione è condizionata dal suo inconscio. Cosa ci fa prendere una decisione? Siamo realmente noi a decidere come dobbiamo reagire ad una situazione?
Per cercare di dare risposte vi propongo gli studi di W. E. Cox, psicologo e parapsicologo statunitense, che negli anni ’50 condusse diversi esperimenti e provò a rispondere ad alcune situazioni particolari. Secondo il suo studio sui treni che starebbero per avere un incidente vi sarebbero meno viaggiatori del solito. Poiché gli incidenti ferroviari non sono prevedibili, Cox concluse che molte persone, consciamente o inconsciamente, evitano di prendere il treno il giorno dell’incidente.
Per realizzare questo studio ottenne dalla varie compagnie ferroviarie i dati relativi al numero dei viaggiatori su un determinato treno, sia nel giorno in cui era capitato l’incidente, sia nei giorni precedenti e in un periodo di quattro settimane a dietro. Alcuni esempi sono veramente interessanti come quello del treno Georgian, un treno che faceva servizio tra Chicago e l’Illinois orientale. Ebbe un incidente il 15 giugno del 1952. Aveva a bordo solo sei persone. Nei giorni precedenti i viaggiatori erano stati: 68, 60, 53, 48, 62 e 70. Una settimana prima, l’8 giugno, c’erano stati 35 viaggiatori e per gli altri giorni esaminati, la media era di 55,8. Il giorno dell’incidente il numero era calato dell’84%.
Un altro esempio di ciò che Cox chiama “capacità di evitare gli incidenti” è dato dalle cifre che raccolse per il treno Chicago-Milwaukee-Saint Paul della Pacific Line, che deragliò il 15 dicembre del 1952 con 55 persone a bordo. In cinque dei sette viaggi precedenti, scelti secondo il metodo di Cox, c’erano stati più di 100 viaggiatori e negli altri due, almeno 30 persone in più che nel giorno dell’incidente. La media nei giorni normali che precedettero l’incidente era del 50% più alta rispetto al giorno dell’incidente.
Un altro grande studioso che si interessò di premonizioni fu Carl Gustav Jung, psichiatra, psicoanalista, antropologo e astrologo svizzero. Jung si interessò di paranormale già in gioventù, analizzando i fenomeni di una sua cugina medium. Egli stesso condusse analisi ed esperimenti parapsicologici. Era convinto di essere un sensitivo e nel corso della sua vita ebbe diverse premonizioni e una sorta di visione, nel 1913, che annunciava la rovina dell’Europa cioè il primo conflitto mondiale. Sosteneva che i fenomeni paranormali fossero segnali dell’inconscio collettivo, come i sogni sono spie dell’inconscio individuale. Cominciò un lavoro analitico su se stesso, a base di tutta la sua opera, annotando sogni, fantasie e disegnandole anche, in quello che sarebbe diventato il Libro Rosso: non lo pubblicò mai; gli eredi autorizzarono la visione dell’opera solo nel 2001 e la pubblicazione del saggio, di intonazione profetica e ispirato allo stile di Nietzsche, solo nel 2008.
Nel 1920 disse di avere assistito alle manifestazioni di un “fantasma” e di averlo visto, mentre dormiva in una sorta di illusione ipnagogica. Jung tendeva a spiegare i fenomeni, più che come manifestazioni di spiriti, come manifestazioni di alcuni inconsci turbati e particolarmente sensibili; tuttavia ammise che certi fenomeni erano, a suo parere, inspiegabili, avvicinandosi a una posizione possibilista. Cercò sempre di non abbandonare una posizione scientifica. Studiò anche la credenza nella reincarnazione, che interpretava originata dai ricordi dell’inconscio collettivo. Nel 1944 pubblicò Psicologia e alchimia ma in quello stesso anno ebbe un incidente, una frattura e un successivo infarto. In coma visse un’esperienza di pre-morte, un’esperienza extra-corporea e una visione di un luogo luminoso, che descriverà nel suo testo autobiografico: Ricordi, sogni e riflessioni:
« Quel che viene dopo la morte è qualcosa di uno splendore talmente indicibile, che la nostra immaginazione e la nostra sensibilità non potrebbero concepire nemmeno approssimativamente…Prima o poi, i morti diventeranno un tutt’uno con noi; ma , nella realtà attuale, sappiamo poco o nulla di quel modo d’essere. Cosa sapremo di questa terra, dopo la morte? La dissoluzione della nostra forma temporanea nell’eternità non comporta una perdita di significato: piuttosto, ci sentiremo tutti membri di un unico corpo. »
Nel 1952 pubblicò gli importanti scritti sulla teoria della sincronicità: secondo questa spiegazione alcuni fenomeni avvengono in modo sincrono senza che vi siano correlazioni di causa-effetto, poiché hanno un’origine comune, un fine comune e una comunanza evidente di significato, e sono parte di uno stesso meccanismo del destino.La sincronicità.
OltreVerso
Una premonizione è una percezione mentale senza la mediazione dei sensi, in un normale stato di coscienza, come sensazioni indefinite o come residuo di un sogno rimosso (la sensazione che il telefono stia per squillare, che un amico stia per avere un incidente e simili).
Nel caso delle premonizioni inconsce, l’individuo non si rende conto che un eventuale sua “scelta” ad una situazione è condizionata dal suo inconscio. Cosa ci fa prendere una decisione? Siamo realmente noi a decidere come dobbiamo reagire ad una situazione?
Per cercare di dare risposte vi propongo gli studi di W. E. Cox, psicologo e parapsicologo statunitense, che negli anni ’50 condusse diversi esperimenti e provò a rispondere ad alcune situazioni particolari. Secondo il suo studio sui treni che starebbero per avere un incidente vi sarebbero meno viaggiatori del solito. Poiché gli incidenti ferroviari non sono prevedibili, Cox concluse che molte persone, consciamente o inconsciamente, evitano di prendere il treno il giorno dell’incidente.
Per realizzare questo studio ottenne dalla varie compagnie ferroviarie i dati relativi al numero dei viaggiatori su un determinato treno, sia nel giorno in cui era capitato l’incidente, sia nei giorni precedenti e in un periodo di quattro settimane a dietro. Alcuni esempi sono veramente interessanti come quello del treno Georgian, un treno che faceva servizio tra Chicago e l’Illinois orientale. Ebbe un incidente il 15 giugno del 1952. Aveva a bordo solo sei persone. Nei giorni precedenti i viaggiatori erano stati: 68, 60, 53, 48, 62 e 70. Una settimana prima, l’8 giugno, c’erano stati 35 viaggiatori e per gli altri giorni esaminati, la media era di 55,8. Il giorno dell’incidente il numero era calato dell’84%.
Un altro esempio di ciò che Cox chiama “capacità di evitare gli incidenti” è dato dalle cifre che raccolse per il treno Chicago-Milwaukee-Saint Paul della Pacific Line, che deragliò il 15 dicembre del 1952 con 55 persone a bordo. In cinque dei sette viaggi precedenti, scelti secondo il metodo di Cox, c’erano stati più di 100 viaggiatori e negli altri due, almeno 30 persone in più che nel giorno dell’incidente. La media nei giorni normali che precedettero l’incidente era del 50% più alta rispetto al giorno dell’incidente.
Un altro grande studioso che si interessò di premonizioni fu Carl Gustav Jung, psichiatra, psicoanalista, antropologo e astrologo svizzero. Jung si interessò di paranormale già in gioventù, analizzando i fenomeni di una sua cugina medium. Egli stesso condusse analisi ed esperimenti parapsicologici. Era convinto di essere un sensitivo e nel corso della sua vita ebbe diverse premonizioni e una sorta di visione, nel 1913, che annunciava la rovina dell’Europa cioè il primo conflitto mondiale. Sosteneva che i fenomeni paranormali fossero segnali dell’inconscio collettivo, come i sogni sono spie dell’inconscio individuale. Cominciò un lavoro analitico su se stesso, a base di tutta la sua opera, annotando sogni, fantasie e disegnandole anche, in quello che sarebbe diventato il Libro Rosso: non lo pubblicò mai; gli eredi autorizzarono la visione dell’opera solo nel 2001 e la pubblicazione del saggio, di intonazione profetica e ispirato allo stile di Nietzsche, solo nel 2008.
Nel 1920 disse di avere assistito alle manifestazioni di un “fantasma” e di averlo visto, mentre dormiva in una sorta di illusione ipnagogica. Jung tendeva a spiegare i fenomeni, più che come manifestazioni di spiriti, come manifestazioni di alcuni inconsci turbati e particolarmente sensibili; tuttavia ammise che certi fenomeni erano, a suo parere, inspiegabili, avvicinandosi a una posizione possibilista. Cercò sempre di non abbandonare una posizione scientifica. Studiò anche la credenza nella reincarnazione, che interpretava originata dai ricordi dell’inconscio collettivo. Nel 1944 pubblicò Psicologia e alchimia ma in quello stesso anno ebbe un incidente, una frattura e un successivo infarto. In coma visse un’esperienza di pre-morte, un’esperienza extra-corporea e una visione di un luogo luminoso, che descriverà nel suo testo autobiografico: Ricordi, sogni e riflessioni:
« Quel che viene dopo la morte è qualcosa di uno splendore talmente indicibile, che la nostra immaginazione e la nostra sensibilità non potrebbero concepire nemmeno approssimativamente…Prima o poi, i morti diventeranno un tutt’uno con noi; ma , nella realtà attuale, sappiamo poco o nulla di quel modo d’essere. Cosa sapremo di questa terra, dopo la morte? La dissoluzione della nostra forma temporanea nell’eternità non comporta una perdita di significato: piuttosto, ci sentiremo tutti membri di un unico corpo. »
Nel 1952 pubblicò gli importanti scritti sulla teoria della sincronicità: secondo questa spiegazione alcuni fenomeni avvengono in modo sincrono senza che vi siano correlazioni di causa-effetto, poiché hanno un’origine comune, un fine comune e una comunanza evidente di significato, e sono parte di uno stesso meccanismo del destino.La sincronicità.
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