"THE END"

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domenica 6 ottobre 2013

Il complotto dell’ONU contro la vita

Maurizio Blondet Settembre 2013

Il mistero Ratzinger
(Invito alla lettura di Maurizio Blondet)
Chiunque ha potuto constatare questo strano fenomeno: tutti gli ambienti politici occidentali, all’unisono, nello stesso momento (tra marzo e maggio del 2013) hanno preso a legiferare per le «nozze omosessuali». Come fosse il problema più grande ed urgente, da risolvere subito. E ciò, proprio mentre la recessione mondiale ne poneva di ben più pressanti e giganteschi: dallo strapotere della finanza speculativa senza freni alla disoccupazione di massa nell’Europa periferica, dall’iniquità sociale assurdamente crescente ai debiti pubblici astronomicamente crescenti per il fatto che il «salvataggio» del sistema bancario era stato accollato ai contribuenti, fino allo smantellamento dello Stato sociale che aveva garantito per oltre un secolo dignità, sicurezza e una relativa uguaglianza alle cittadinanze d’Europa. No, tutto questo passava in seconda linea davanti al Problema: la «discriminazione contro i gay», la loro «parificazione» alle coppie normali, compreso il matrimonio e il «diritto di adottare» bambini altrui. Proteste e persino manifestazioni di piazza, indicanti una vasta opposizione a questo progetto da parte della popolazione, sono state rigettate con spregio. Chi si oppone al «matrimonio gay» con seri argomenti politico-sociali, è bollato come «omofobo», ossia come un odiatore irrazionale degli invertiti in quanto persone, dunque da nemmeno ascoltare, ma anzi da escludere dal discorso pubblico (1); e ben presto anche da incarcerare, quando il reato di «omofobia» diverrà norma di legge.

Per chi è appena informato di ciò che si decide dietro le quinte, è apparso evidente che i poteri governativi obbedivano ad un ordine dato. Da quali centrali è partito quest’ordine?


Il presente libro di Michel Schhoyans – il nuovo libro EFFEDIEFFE edizioni – comincia a rispondere alla domanda. Schooyans, docente di filosofia politica in varie università americane e da ultimo all’università Cattolica di Lovanio (di cui è emerito) da decenni analizza le strategie emanate dalle Nazioni Unite come «fabbrica» della nuova etica «invertita» (è il caso di dirlo): e ciò allo scopo di creare un «nuovo uomo», non più cittadino politicamente responsabile, libero e detentore di sovranità democratica, ma un essere di «genere» indeterminato, volto ai suoi piaceri privatissimi che reclama come «diritti». Diritti che i poteri forti transnazionali son ben disposti a dargli visto che non costano nulla, mentre lo spogliano della sovranità politica che è quella che conta per loro.

Difatti, l’imposizione della nuova etica non è che una fase per l’imposizione del Nuovo Ordine Mondiale: un governo globale tecnocratico, governato da «tecnici» e non più da politici votati, tecnici poi selezionati dal sistema finanziario transnazionale.

Si sta dunque avverando, con velocità impressionante, la tesi che Schooyan enuncia in questo libro, indicando le Nazioni Unite come la fabbrica della nuova etica e impositrice dei «nuovi diritti», con lo scopo essenziale di delegittimare gli Stati nazionali intaccandone il loro sistema giuridico, e di completare una inaudita trasformazione dell’uomo in essere zoologico. Nel capitoletto dal titolo assai significativo, «Le passioni come valori», Schooyans ha scritto:

«Stiamo vivendo una rivoluzione antropologica: l’uomo non è più una persona, un essere aperto agli altri e alla trascendenza; è un individuo, votato a scegliersi la sua verità, ad adottare una sua etica; è un nucleo di forza d’interesse e di piacere. (…) Non ci può più essere posto per norme morali obiettive e comuni a tutti. Non ci si inchina più alla dignità di ogni uomo, chiunque egli sia. Oggi i nuovi valori, che G.F. Dumont chiama “valori invertiti”, sono il risultato di calcoli utilitaristici regolati dal consenso: si esprimono nella frequenza delle scelte osservate e si riducono in definitiva a ciò che agli individui fa piacere».

«Con questa concezione dell’uomo e del valore, i diritti umani finiscono per essere ridotti ad un catalogo variabile di rivendicazioni specifiche di singoli individui, acquisiti per consensi successivi, e specchi di puro calcolo di interessi. Poiché non esistono più valori obiettivi (…) il valore nella sua concezione invertita, rappresenta in fin dei conti ciò che soddisfa le passioni umane. Insomma, il diritto fondamentale dell’uomo diventa quello di soddisfare le sue passioni, e a ciò dovrebbe provvedere il diritto positivo».

«(…) Ne deriva che il consenso è investito di una “santità civile”; chi non lo rispetta è colpevole di empietà civile e va punito per disubbidienza. Ogni volta che si lasciano passare “nuovi diritti” del singolo individuo e non più della persona – diritto all’omosessualità, all’aborto, all’incesto, alla prostituzione, alla pedofilia, alla soppressione della tutela parentale sui minori – si fa un nuovo passo avanti in direzione della consacrazione civile della violenza. (…) Al termine di questo percorso il “diritto” alla violenza dovrà essere garantito dalla “violenza delle istituzioni”. Violenza duplice: sui corpi divenuti “disponibili”, ma soprattutto sulla personalità degli individui. Perché il miglior modo di soffocare la contestazione e il dissenso è di prevenirli imponendo alla totalità degli uomini questa “nuova etica” affidata a convenzioni aventi forza di leggi. Per sua stessa natura la nuova etica sarà pertantointollerante, altrimenti non potrebbe garantire né uniformità sociale né unidimensionalità degli individui, e dunque dovrà avvalersi di un’Inquisizione civile».

È possibile intravvedere un prossimo futuro in cui i nostri politicanti, varando la legge che il «gay a 17 anni» richiede per potere esistere, il suddetto gay potrà esigere da voi, se gli piacete, di lasciarvi da lui sodomizzare; e se vi rifiutate, trascinarvi in giudizio per omofobia. A questo porta il «Diritto al Piacere» come unico criterio giuridico.

Perciò Schoooyans conclude: «Una siffatta idea del valore è distruttiva non solo del tessuto sociale, ma crea le premesse per una nuova barbarie». Una inaudita barbarie, infinitamente peggiore anche dei totalitarismi passati, comunisti: quelli non riuscivano a sodomizzare le anime.

«A questa avanzata – dice Schooyans – contribuiscono non solo i decisori politici, e i mezzi di comunicazione, ma anche quei cristiani troppo zelanti nello stringere la mano che, oggi ancora, tende loro l’angelo delle tenebre».

La «violenza delle istituzioni»: è proprio quella che ci sta opprimendo in questo tempo storico, e ciò proprio mentre ci dichiara «liberi»: liberi di ogni trasgressione, ma guai a chi si oppone alla trasgressività legalizzata: è «omofobo», e cade sotto le punizioni dell’intolleranza conformista del nuovo tipo. L’Inquisizione civile, creata apposta per controllare i dissidenti, è onnipresente: il poliziotto psichico non solo ha dalla sua le alte istituzioni dello Stato, ma anche l’«opinione pubblica», formata continuamente dalla propaganda-pubblicità onnipresente.

L’allora cardinale Joseph Ratzinger capiva benissimo che la posta in gioco era il Governo Globale dei Banchieri, quando nel 1999 scrisse la prefazione italiana ad un altro saggio di Schooyans, «Nuovo Disordine Mondiale»:

«Le tesi portate avanti da Schooyans – scriveva – oltre ad essere un autentico pugno nello stomaco, esprimono una linea interpretativa che potremmo definire autorevolissima della posizione della Chiesa riguardo ad un problema, quale quello della “vita” e della sua strumentalizzazione, che è preconizzato come un tentativo di “dittatura mondiale” perseguita dai Paesi più ricchi, e che si avvale di importantissimi strumenti politici quali l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), l’ONU, le ONG, la Banca Mondiale e tutte le organizzazioni a esse collegate. Secondo l’Autore, il Nuovo Ordine Mondiale non è altro che il tentativo di imporre la “filosofia dell’egoismo” dei Paesi ricchi ai Paesi poveri o in via di sviluppo, e il dominio di pochi su tutti gli altri».

Non si potrebbe trovare una più precisa definizione degli scopi finali del Governo Globale da secoli preconizzato e promosso, dapprima in circoli ristretti e segreti del potere, ed oggi ormai apertamente proposto come unica soluzione ai problemi creati da quegli stessi circoli («Non c’è alternativa», There is not alternative). La prefazione di Ratzinger continuava denunciando «la confìgurazione sempre più definita che va sotto il nome di Nuovo Ordine Mondiale», e la «nuova antropologia che dovrebbe essere la base del Nuovo Ordine Mondiale», quella sulla «gender equity ed equality» (allora ancora di là da venir legalizzata): progetto anti-umano verso cui Ratzinger invitò i cristiani a resistere. «A questo riguardo, la voce dei cristiani si è fatta negli ultimi decenni troppo debole e troppo timida».

Sicuramente, e Ratzinger non faceva altro che confermare una linea secolare della Chiesa, ben conscia che il progetto del Nuovo Ordine Mondiale emana dagli ambienti più ferocemente anticattolici, protestanti radicali, ebraismo deviato, Massoneria, che si possono definire rigorosamente anti-cristici.

Dunque è stata una amara sorpresa per i cattolici consapevoli ascoltare Joseph Ratzinger, divenuto pontefice Benedetto XVI, nel Natale del 2005, alla sua prima benedizione Urbi et Orbi, pronunciare queste parole:

«Uomo moderno, adulto eppure talora debole nel pensiero e nella volontà, lasciati prendere per mano dal Bambino di Betlemme; non temere, fidati di Lui! La forza vivificante della Sua luce ti incoraggia a impegnarti nell’edificazione del Nuovo Ordine Mondiale, fondato su giusti rapporti etici ed economici. (…) L’umanità unita può affrontare i tanti e preoccupanti problemi del presente: dalla minaccia terroristica alle condizioni di umiliante povertà in cui vivono milioni di esseri umani; dalla proliferazione delle armi alle pandemie e al degrado ambientale, che pone a rischio il futuro del Pianeta».

Qui il nuovo Papa non solo aderiva al mondialismo, ma faceva suoi i più vieti e discutibili motivi per cui la propaganda mondialista sostiene che «non c’è alternativa» al Governo Unico Globale: dal falso umanitarismo della «fame nel mondo» (per alleviare la quale le multinazionali delle sementi non fanno che propagare i semi geneticamente modificati, brevettati da loro e quindi da pagare a loro) al falso pacifismo (non-proliferazione: un cavallo di battaglia dell’ideologia ONU, che serve a disarmare i deboli). Quasi intollerabile poi sentir evocare il «terrorismo globale», invenzione propagandistica con cui l’amministrazione Bush jr. ha invaso due Paesi, Afghanistan ed Iraq; e le «pandemie», il cui timore veniva sapientemente diffuso proprio allora dall’Organizzazione Mondiale della Sanità senza altro fondamento che far vendere centinaia di milioni di dosi di vaccini inutili con enormi profitti delle Case farmaceutiche globali; «pandemie» qualche volta evocate da ben identificati ambienti globalisti come strumento per alleggerire l’umanità di alcuni miliardi di individui, onde ridurla a un numero «sostenibile» per il Pianeta. Impressionante poi il voler mettere il progetto mondialista quasi sotto il patronato di Gesù Bambino…

Peggio. Nel 2011, il Pontificio Consiglio Justitia et Pax, un organo ufficiale vaticano, ha emanato un documento – «Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale» – dove si afferma, é più né meno, la necessità di un Governo Unico Mondiale come soluzione all’attuale crisi economica. Lungi dal denunciare il sistema bancario globale, il documento attribuisce la crisi all’assenza di un potere super-sovrano, che sia in grado di «unificare la famiglia umana»; e si auspica che questo governo unificato globale possa essere costituto dalle organizzazioni transnazionali oggi esistenti: ONU, Fondo Monetario, Banca Mondiale – insomma proprio gli organismi che Ratzinger vigorosamente denunciava nella sua prefazione al saggio di Schooyans. In particolare quell’ONU che, come il Vaticano sa benissimo, promuove la «nuova etica», l’aborto, la denatalità, la sterilizzazione delle donne del terzo mondo.

«Un lungo cammino resta da fare – constata il documento – prima di arrivare alla costituzione di tale Autorità pubblica di competenza universale. Logica vorrebbe che il processo di riforma si sviluppasse avendo come punto di riferimento l’Organizzazione delle Nazioni Unite, in ragione dell’ampiezza mondiale delle sue responsabilità, della sua capacità di riunire le nazioni della Terra e di quelli delle sue Agenzie specializzate [...] Ad un governo mondiale non si può pervenire, se non dando espressione politica a preesistenti interdipendenze e cooperazioni».

Come mai Benedetto XVI manifestava una posizione del tutto opposta a quella che sembrava nutrire quando era il cardinal Ratzinger?

(troverete la recensione completa all’interno del libro)



IL COMPLOTTO DELL’ONU CONTRO LA VITA
CON INTRODUZIONE DI MAURIZIO BLONDET




(320 pagine, 16,90 euro)




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