«Stazione di Napoli, il mio treno per Roma è in ritardo di due ore. Cerco di cambiare il biglietto, ma non c’è verso. Allora imito il conte Mascetti: ‘Ho una riunione con scappellamento a Palazzo Madama’. Incredibile: mi mettono sull’Eurostar, prima classe, senza farmi pagare la differenza»
Un settembre che sembra luglio, afa e calura. Il traghetto da Ischia, in puntuale ritardo, mi porta a Napoli. Il tram, con un ritardo altrettanto consueto, mi porta alla stazione di piazza Garibaldi.
Come mia abitudine faccio il biglietto alla macchinetta automatica, scegliendo il primo treno Intercity disponibile per Roma.
Sono le 15:50: ce n’è uno alle 16:17. Bene, prendo il biglietto al volo.
Poi guardo in tempo il tabellone delle partenze e mi accorgo che il mio treno 778 per Roma ha un ritardo stimato di 50 minuti. Pazienza. Ma fa caldo, ho sete. Vado al bar dei dipendenti della stazione, dove tutto costa molto meno.
Il tempo di bere qualcosina e torno davanti al tabellone: adesso il ritardo è passato a 70 minuti. Poi scatta a 90. Poi arriva a 100. Ancora un attimo e tocca i 120: due ore secche.
Decido di passare in biglietteria per tentare di cambiare la mia prenotazione con un treno che parta prima, disponibile anche a pagare eventuali sovrapprezzi.
C’è una fila infernale, ma alla fine riesco a parlare con l’addetto. Gli chiedo se c’è possibilità di cambio. Risponde, gentile ma inflessibile: «Spiacente, ma non è possibile, se vuole partire con un altro treno le conviene fare un biglietto ex novo».
Antonello Impagliazzo La mia incazzatura sale al livello di guardia. Ma è un attimo, solo un attimo. Poi, pensando alla mia mattinata surreale di ritardi, decido di buttarla in ridere, proprio per scacciare l’arrabbiatura.
Quindi faccio l’espressione più seriosa e compunta che posso. Guardo l’impiegato, abbasso il tono e sottovoce gli dico, complice: «Senta, sono il senatore D’Antani. Ho una riunione importantissima con scappellamento al centro come se fosse d’antimafia».
Io intendevo giocare, appunto. La citazione mi pareva evidente, senza bisogno di essere cultori di cinema. ‘Antani’, ‘scappellamento’: chi non ha mai visto ‘Amici miei’?
Insomma, non avrei mai immaginato quello che è accaduto subito dopo. Con l’addetto della biglietteria che scatta: «Scusi, senatore… forse una soluzione la troviamo… ecco, abbiamo un Eurostar che parte tra cinque minuti… le sta bene la prima classe?».
«D’accordo», faccio io, attonito ma ormai nella parte: «Quanto devo per la differenza?»
«No, non si preoccupi, ora le faccio la modifica manuale!», risponde lui. E in un attimo: «Ecco, corra che il treno è in partenza al binario 16!».
Risultato: sono partito un’ora prima con un treno più veloce in prima classe raggiungendo Roma nei tempi previsti.
Devo ricordarmi di mandare un telegramma di ringraziamento al ‘senatore D’ Antani’.
Antonello Impagliazzo
Fonte: espresso.repubblica.it
2 commenti:
Che infinita tristezza, ma forse più rabbia, che mi mette questo post. Ma come si fa?! Ma dove si crede di andare in questo paese quando un deficiente di bigliettaio sente la parola senatore e spuntano posti in treno, prima classe eurostar al prezzo di una seconda intercity, quando la maggior parte degli italiani deve combattere tutti i giorni con i disservizi di trenitalia?! I politici? Gli italiani sono la prima cosa che non va, altro che politici. Che tristezza! scusa, l'ho già detto. E sai che ti dico? mi fa tristezza pure l'ignoranza cinematografica di sto povero cristo.
A me ha fatto ridere di brutto, perché è così davvero, il nostro caro sistema non premia chi si comporta bene, anzi, e per questo siamo messi così. Questi seduti sono tutti raccomandati e incapaci spesso, uno su dieci è competente. Noi siamo il paese delle chiacchiere, basta dire ... se poi sentono Senatore diventano zerbini i paraculati!
Hai ragione, non è l'Italia, sono gli italiani che son delle merde usando un eufemismo. Io ho già spiegato il perché secondo la mia opinione, il perché siamo un popolo tanto misero ...
scusa il linguaggio scurrile ma quando ce vò ce vò
ciao
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