- cardinal Casaroli - segretario di Stato, autore del Concordato insieme a Craxi
- cardinal Villot - prefetto, segretario di Stato e camerlengo, numero loggia 041/3
- cardinal Poletti - vicario del Papa, numero loggia 32/1425
- cardinal Pappalardo - vescovo di Palermo, numero loggia 243/07
- cardinal Suenens - primate del Belgio
- cardinal Baggio - prefetto della Congregazione dei vescovi, patrono dell'Ordine di Malta, numero loggia 85/2640
- cardinal Pellegrino - vescovo di Torino
- cardinal Angelini - ministro della Sanità del Vaticano, vescovo ausiliare di Roma, amico di Poggiolini
- mons. Bugnini - fautore della riforma liturgica del Vaticano II
- mons. Gottardi - vescovo di Trento
- mons. De Bonis - segretario dello IOR
- mons. Marcinkus - presidente dello IOR, numero loggia 43/649
- mons. Macchi - segretario di papa Paolo VI
- don Virgilio Levi - vicedirettore dell’Osservatore Romano
- don Alfiero Ilari - cappellano di Paolo VI
- don Giovanni Caprile - direttore di “Civiltà cattolica”
- don Roberto Tucci - direttore di Radio Vaticana
Sono solo alcuni degli oltre cento nomi di cardinali, vescovi, preti e frati contenuti nelle liste dei prelati massoni pubblicate negli anni '70 da Panorama e da Mino Pecorelli. Pecorelli, per chi non lo ricordasse, era un giornalista iscritto alla P2, quindi uno che di massoneria se ne intendeva. Casualmente, pochi mesi dopo aver pubblicato questi nomi fu assassinato il 20 marzo del 1979. Sempre casualmente di lì a poco morì anche papa Giovanni Paolo I, dopo solo 33 giorni di pontificato, il quale, anche in base a quei dossier, aveva deciso di riformare lo IOR e far saltare alcune teste in Vaticano.
La cosa curiosa è che nessuno di questi nell'elenco fu rimosso dal proprio incarico. Proprio come i preti pedofili, quelli che rubano e quelli che scopano con i/le fedeli. Purché non si venga a sapere pubblicamente.
Mentre Gesù parlava ai pescatori e ai lebbrosi, san'Antonio da Padova parlava ai pesci, Madre Teresa di Calcutta parlava ai paria indiani e san Francesco parlava agli uccelli (come Del Piero, ma senza miss Italia a rompergli le balle), il cardinal Tarcisio Bertone parla con Emma Marcegaglia e l'assemblea della Confindustria. In effetti gli uccelli, i pesci e i lebbrosi non possono agevolare le costosissime ed esclusive scuole cattoliche, né possono tagliare l'ICI agli alberghi e ai negozi della chiesa. Per chi non conoscesse il best seller "Vaticano S.p.a." nel quale sono riportati gli archivi della Banca Vaticana e viene spiegato come mai circolano miliardi e ci sono conti a firma di Giulio Andreotti, consiglio di vedere questo video.
Sempre in questi giorni, leggiamo che non solo Bertolaso non sapeva cosa facevano i suoi collaboratori e il cognato, Tronchetti Provera non sapeva cosa facevano gli spioni della Telecom che intercettavano le chiamate di centinaia di italiani, il Nanofardato non sapeva della corruzione della guardia di finanza, dei magheggi di Mills e che il suo "stalliere" Mangano era un mafioso. Anche la Gattara - ovvero papa Benedetto XVI - entra a far parte della lista degli incompetenti (come altro puoi chiamare un capo che non si accorge di quello che succede nella sua amministrazione?). Nel 1980 fu scoperto che un prete dalla diocesi di Essen (Nord Reno-Westfalia) aveva commesso violenze su minorenni. fu scoperto e, insabbiando tutto e tenendo fuori la magistratura, i bravi pastori del gregge cattolico che fanno? Avvertono la magistratura e lo denunciano alle autorità? Lo chiudono in una torree gettano la chiave? Lo puniscono? No, lo trasferiscononella diocesi di Monaco di Baviera, dove era - guarda un po'! - arcivescovo Joseph Ratzinger.
L'allora vicario generale della capitale bavarese, mons. Gerhard Gruber, aveva deciso autonomamente di affidare al religioso un ruolo pastorale in una parrocchia, senza avvertire il suo superiore. Così, le violenze si erano ripetute e, per questo, nel 1986 era stato condannato a 18 mesi di prigione. Dal 2008 il prete è parroco di Bad Toelz. In altre parole, il suo diretto collaboratore manda il pedofilo tra i bambini di una città e lui non sa nulla. Per anni. Anche facendo visita ai suoi preti. Anche timbrando e leggendo le carte relative ai suoi preti. Anche presiedendo ogni anno la messa di Pasqua coi suoi preti. Anche ricevendo annualmente i suoi preti. Il prete pedofilo sta lì, ma lui non sa niente, non vede niente, non è informato di niente e, soprattutto, non è responsabile di niente.
Ratzinger era stato citato in giudizio per "ostruzione alla giustizia" in Texas, proprio per aver sollecitato i vescovi ad insabbiare i casi di pedofilia, che riguarderebbero circa il 4% dei preti. Si avvalse però dell'immunità diplomatica in quanto capo di uno Stato Sovrano (il Vaticano). Se qualcuno ancora si chiede per quale strano ed evangelico motivo la Chiesa abbia uno Stato e il Papa sia capo di stato ora ne sa qualcosa in più (oltre al fatto che la Banca Vaticana, pur stando al centro di Roma, non ha alcun controllo da parte dello Stato Italiano né dell'Europa). E sarebbe anche interessante chiedersi come mai i cattolici vanno a pescare i versetti più oscuri e nascosti della Bibbia per condannare l'omosessualità, mentre non si chiedono in quale parte del Vangelo ci sia scritto che il papa debba avere un suo stato, con il suo corpo armato, con la sua dogana etc. A pensarci bene, non c'è scritto neppure da nessuna parte che ci debba essere uno che fa il papa, ma questo è un altro discorso...
Restando sul tema, se accenni alla questione della pedofilia nella chiesa i cattolici ti saltano alla giugulare e ti insultano dicendo che sei un ateo, un anticlericale, un materialista, un immorale (probabilmente anche un comunista e un membro del partito dell'odio). Il papa ha sempre condannato la pedofilia, ben 2 documenti della chiesa ne parlano, lo sanno tutti, ci sono le prove (strano però che sulla questione dell'omosessualità di documenti ce ne sono molti molti di più e dalla finestra di san Pietro ne parlano molto più spesso), per cui le accuse sono pretestuose e infondate, scrive sull’Avvenire (il giornale dei Vescovi) Andrea Galli, che sarebbe un po' il Travaglio della pedofilia cattolica
“E che il testo Crimen Sollicitationis non fosse pensato per tale fine lo dimostrava un paragrafo, il quindicesimo, che obbligava chiunque fosse a conoscenza di un uso del confessionale per abusi sessuali a denunciare il tutto, pena la scomunica”
Ok, ma Andrea Galli si scorda di precisare che Crimen Sollicitationis è un documento segreto in cui si chiede ai cittadini di denunciare chi commette un reato “pena la scomunica”. E a che serve? Se è segreto lo possono leggere solo le persone a cui l’hai mandato. È come se io mettessi un cartello in cinese con scritto: "chi suona al citofono muore fulminato da una scossa elettrica" e poi dicessi: "colpa loro, io l'avevo scritto". Non solo: dal 1962 al 2001 questo documento non viene cambiato. Nel 2001 la Gattara - bontà sua - pubblica De delictis gravioribus. Stavolta non è un documento segreto. "Visto?" dicono quelli di Avvenire. "È un documento presente anche sul sito del Vaticano". Vero. Andate a guardalo, cliccate qui. È in latino! Inoltre, questa lettera è stata inviata esplicitamente non a tutti i fedeli, ma «ai vescovi di tutta la Chiesa cattolica e agli altri ordinari e prelati interessati». Una circolare interna, insomma. Considerando che nel sito del Vaticano ci sono milioni di documenti e che nessun prete ne ha parlato, non si capisce come poteva essere nota a tutti. Poi non so voi, ma io pur vivendo a Roma non parlo correntemente latino. Comunque, se vi interessa qui trovate la traduzione. Leggiamone uno stralcio:
Ogni volta che l’ordinario o il prelato avesse notizia almeno verosimile di un delitto riservato [come ad esempio il "delitto contro il sesto comandamento del Decalogo commesso da un chierico con un minore al di sotto dei 18 anni di età"] , dopo avere svolte un’indagine preliminare, la segnali alla Congregazione per la dottrina della fede [...]. Quando l’istanza nel tribunale in qualunque modo è conclusa, tutti gli atti della causa siano trasmessi d’ufficio quanto prima alla Congregazione per la dottrina della fede [non alla magistratura del posto, quindi]. Le cause di questo genere sono soggette al segreto pontificio. E che significa? Che come scrive Giornalettismo «Il papa o chi per lui può denunciare quel che meglio crede in Mondovisione, ma resta il fatto che avere imposto il “segreto pontificio” sui casi di religiosi pedofili significa avere imposto di non parlarne a nessuno, tanto meno ai magistrati, come del resto dimostrano le cronache non solo americane».
Ma allora, se non è colpa del papa, non è colpa dei vescovi, non è neppure colpa dei preti pedofili, di chi è la colpa di questi abusi sessuali su minori? Dei bambini che sono stati abusati? Sì: alcuni preti hanno anche detto questo. Eh, si sa, oggi i ragazzini sono svegli, le bambine si vestono da zoccolette e la tv li fa svezzare precocemente, per cui a volte è colpa loro se il prete se li scopa, lo hanno provocato. Lo sanno tutti. Lui vorrebbe restare casto e vorrebbe non abusare di minorenni, ma quelli/quelle gliela sbattono sotto al naso, suvvia, è un uomo pure lui. La vera vittima è il prete pedofilo, insomma.
Possibile che i cattolici non riescano a trovare un capro espiatorio migliore? Tranquilli, ce la possono fare. E infatti l'hanno fatto. Di chi è quindi la colpa della pedofilia nella chiesa cattolica? Ma dei gay, ovviamente! Lo sanno tutti, ci sono le prove ed è sempre colpa loro, qualunque cosa accada.
Il simpatico giornalista di Avvenire Andrea Galli scrive infatti in uno dei suoi tanti articoli sul caso dei preti pedofili:
«Nuovo Papa [cioè Ratzinger], stesso registro. Il 4 novembre dello stesso anno usciva l’istruzione vaticana sui “criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali in vista della loro ammissione al Seminario e agli Ordini sacri”»
Di questo documento ne abbiamo già parlato. Il fatto che la Gattara ha pubblicato un documento per non far diventare preti quelli che hanno "tendenze omosessuali profondamente radicate" dimostra che Benedetto XVI si è occupato della questione pedofilia da subito. Lui sì che va giù col pugno forte! Questo secondo Andrea Galli. Secondo me, invece, questo dimostra solo quanto è ignorante, subdola e manipolatrice la gerarchia cattolica. Perché dicendo così si afferma che i gay sono pedofili. Del resto il termine pederastia indicava contemporaneamente i ricchioni e i pedofili. Peccato che non sia così. I gay sono gay. I pedofili sono pedofili. I preti molto spesso sono gay, alcune volte sono pedofili. È piuttosto semplice da capire, no? Andrea Galli non so se sia prete, gay o pedofilo, ma di sicuro è un giornalista disonesto.
Più recentemente, a chiarire ancora meglio la questione ci pensa l'arcivescovo Silvano Tomasi. Fa il rappresentante alle Nazioni Unite, è un pezzo grosso, mica cazzi! Ecco cosa dice Tomasi:
“Non si può parlare di pedofilia, solo di omosessuali attratti da adolescenti. Di tutti i preti implicati in casi di questo tipo, l’80-90% di essi appartengono alla minoranza sessuale che pratica la efebofilia, vale a dire che intrattengono relazioni sessuali con ragazzini dagli 11 ai 17 anni”. Usando la vecchissima e consolidatissima tecnica del sofisma per cui a forza di precisare, ragionare e filosofeggiare il bianco diventa nero, Tomasi dice che i preti pedofili non esistono. Sono efebofili. Secondo Tomasi i preti molestano degli adulti. Sono consenzienti. "Le loro parole dicono di no, ma i loro culi dicono di sì", insomma. E poi in fondo gli piace, dai, ammettiamolo. Personalmente, un bambino di 11 anni per me è un bambino, punto e basta. E anche uno di 14. O di 16. Quindi se abusi di loro sei un pedofilo, senza che ti nascondi dietro una cortina di sofismi e di menzogne meschine. Dal punto di vista psicologico e neurologico sappiamo che alcune strutture cerebrali, la definizione dell'orientamento psicosessuale e la capacità di auto sostegno non sono mature a quell'età. Ma la chiesa, si sa, di psicologia e di neurobiologia non ci ha mai capito un cazzo.
Le sorprese però non finiscono qui. La chiesa cattolica, dice l'arcivescovo Tomasi, sta facendo pulizia al suo interno (bella forza, ora sono costretti dagli scandali pedofilia in Austria, negli Stati Uniti, in Germania, in Italia... ma prima insabbiavano e spostavano il pedofilo in nuovi paesi dei balocchi), mai protestanti e gli ebrei non stanno messi tanto meglio e non fanno niente. Come diciamo a Roma "il più pulito c'ha la rogna".
Tomasi ha citato dati forniti dal giornale "Christian Scientist Monitor", per dimostrare che negli Stati Uniti le chiese più colpite da accuse di abusi sessuali verso i bambini erano quelle Protestanti, che abusi sessuali nelle comunità ebraiche erano comuni. Ha aggiunto che c'era molta più probabilità di abusi sessuali compiuti da membri della famiglia, babysitters, amici, parenti o vicini; e che molto spesso i bambini maschi erano colpevoli di molestie sessuali verso altri bambini
In sintesi: la colpa è dei protestanti, degli ebrei, dei genitori, dei fratelli, parenti, degli amici, delle tate e dei vicini di casa.Che volemo fà? Aboliamo il lavoro di babysitter? Eliminiamo la famiglia? Sterminiamo (di nuovo) gli ebrei e i protestanti?
Sia chiaro: è vero che la percentuale maggiore di abusi sessuali avviene in casa, da parte di genitori e parenti. Come è vero che spesso i pedofili sono presenti in alcune categorie particolari. Se sono pedofilo, chiaramente, andrò a fare l'allenatore dei "pulcini" nella squadra locale di calcio, o il direttore del coro dei "passerotti", la maestra d'asilo (sì, esistono molti casi di pedofile, anche se nessuno ne parla)oppure, appunto, il prete. Lavori che mi mettono a contatto con i bambini. Insomma, se voglio trovare i bambini non avrebbe senso che scelgo di fare il geriatra, il fabbro o il ginecologo, no?
E ha ragione Tomasi che anche nelle altre religioni c'è il problema della pedofilia, non solo in quella cattolica. Lui conclude facendo intendere che - come dicono gli amici di Craxi e del Nanofardato - se tutti rubano, nessuno ruba. Quindi, se sono tutti pedofili, nessuno è pedofilo. Anzi, la pedofilia neanche esiste. Sono gay travestiti da efebofili.
Per come la vedo io, invece, direi che se in tutte le religioni la gerarchia ha questo problema magari sarebbe il caso di riflettere sull'effettiva utilità dei preti o ministri di culto. E magari anche abolirli. L'altra conclusione a cui arrivo è che invece di licenziare ipocritamente gli insegnanti di religione di cui si scopre l'omosessualità, invece di allontanare i capi scout gay e di inculcare nei bambini fin da piccoli il terrore del gay che potrebbe violentarli, bisognerebbe insegnare ai bambini che devono guardarsi il culo dai propri familiari e dai propri parroci, se vogliono vivere un'infanzia felice.
La cosa curiosa è che nessuno di questi nell'elenco fu rimosso dal proprio incarico. Proprio come i preti pedofili, quelli che rubano e quelli che scopano con i/le fedeli. Purché non si venga a sapere pubblicamente.
Mentre Gesù parlava ai pescatori e ai lebbrosi, san'Antonio da Padova parlava ai pesci, Madre Teresa di Calcutta parlava ai paria indiani e san Francesco parlava agli uccelli (come Del Piero, ma senza miss Italia a rompergli le balle), il cardinal Tarcisio Bertone parla con Emma Marcegaglia e l'assemblea della Confindustria. In effetti gli uccelli, i pesci e i lebbrosi non possono agevolare le costosissime ed esclusive scuole cattoliche, né possono tagliare l'ICI agli alberghi e ai negozi della chiesa. Per chi non conoscesse il best seller "Vaticano S.p.a." nel quale sono riportati gli archivi della Banca Vaticana e viene spiegato come mai circolano miliardi e ci sono conti a firma di Giulio Andreotti, consiglio di vedere questo video.
Sempre in questi giorni, leggiamo che non solo Bertolaso non sapeva cosa facevano i suoi collaboratori e il cognato, Tronchetti Provera non sapeva cosa facevano gli spioni della Telecom che intercettavano le chiamate di centinaia di italiani, il Nanofardato non sapeva della corruzione della guardia di finanza, dei magheggi di Mills e che il suo "stalliere" Mangano era un mafioso. Anche la Gattara - ovvero papa Benedetto XVI - entra a far parte della lista degli incompetenti (come altro puoi chiamare un capo che non si accorge di quello che succede nella sua amministrazione?). Nel 1980 fu scoperto che un prete dalla diocesi di Essen (Nord Reno-Westfalia) aveva commesso violenze su minorenni. fu scoperto e, insabbiando tutto e tenendo fuori la magistratura, i bravi pastori del gregge cattolico che fanno? Avvertono la magistratura e lo denunciano alle autorità? Lo chiudono in una torree gettano la chiave? Lo puniscono? No, lo trasferiscononella diocesi di Monaco di Baviera, dove era - guarda un po'! - arcivescovo Joseph Ratzinger.
L'allora vicario generale della capitale bavarese, mons. Gerhard Gruber, aveva deciso autonomamente di affidare al religioso un ruolo pastorale in una parrocchia, senza avvertire il suo superiore. Così, le violenze si erano ripetute e, per questo, nel 1986 era stato condannato a 18 mesi di prigione. Dal 2008 il prete è parroco di Bad Toelz. In altre parole, il suo diretto collaboratore manda il pedofilo tra i bambini di una città e lui non sa nulla. Per anni. Anche facendo visita ai suoi preti. Anche timbrando e leggendo le carte relative ai suoi preti. Anche presiedendo ogni anno la messa di Pasqua coi suoi preti. Anche ricevendo annualmente i suoi preti. Il prete pedofilo sta lì, ma lui non sa niente, non vede niente, non è informato di niente e, soprattutto, non è responsabile di niente.
Ratzinger era stato citato in giudizio per "ostruzione alla giustizia" in Texas, proprio per aver sollecitato i vescovi ad insabbiare i casi di pedofilia, che riguarderebbero circa il 4% dei preti. Si avvalse però dell'immunità diplomatica in quanto capo di uno Stato Sovrano (il Vaticano). Se qualcuno ancora si chiede per quale strano ed evangelico motivo la Chiesa abbia uno Stato e il Papa sia capo di stato ora ne sa qualcosa in più (oltre al fatto che la Banca Vaticana, pur stando al centro di Roma, non ha alcun controllo da parte dello Stato Italiano né dell'Europa). E sarebbe anche interessante chiedersi come mai i cattolici vanno a pescare i versetti più oscuri e nascosti della Bibbia per condannare l'omosessualità, mentre non si chiedono in quale parte del Vangelo ci sia scritto che il papa debba avere un suo stato, con il suo corpo armato, con la sua dogana etc. A pensarci bene, non c'è scritto neppure da nessuna parte che ci debba essere uno che fa il papa, ma questo è un altro discorso...
Restando sul tema, se accenni alla questione della pedofilia nella chiesa i cattolici ti saltano alla giugulare e ti insultano dicendo che sei un ateo, un anticlericale, un materialista, un immorale (probabilmente anche un comunista e un membro del partito dell'odio). Il papa ha sempre condannato la pedofilia, ben 2 documenti della chiesa ne parlano, lo sanno tutti, ci sono le prove (strano però che sulla questione dell'omosessualità di documenti ce ne sono molti molti di più e dalla finestra di san Pietro ne parlano molto più spesso), per cui le accuse sono pretestuose e infondate, scrive sull’Avvenire (il giornale dei Vescovi) Andrea Galli, che sarebbe un po' il Travaglio della pedofilia cattolica
“E che il testo Crimen Sollicitationis non fosse pensato per tale fine lo dimostrava un paragrafo, il quindicesimo, che obbligava chiunque fosse a conoscenza di un uso del confessionale per abusi sessuali a denunciare il tutto, pena la scomunica”
Ok, ma Andrea Galli si scorda di precisare che Crimen Sollicitationis è un documento segreto in cui si chiede ai cittadini di denunciare chi commette un reato “pena la scomunica”. E a che serve? Se è segreto lo possono leggere solo le persone a cui l’hai mandato. È come se io mettessi un cartello in cinese con scritto: "chi suona al citofono muore fulminato da una scossa elettrica" e poi dicessi: "colpa loro, io l'avevo scritto". Non solo: dal 1962 al 2001 questo documento non viene cambiato. Nel 2001 la Gattara - bontà sua - pubblica De delictis gravioribus. Stavolta non è un documento segreto. "Visto?" dicono quelli di Avvenire. "È un documento presente anche sul sito del Vaticano". Vero. Andate a guardalo, cliccate qui. È in latino! Inoltre, questa lettera è stata inviata esplicitamente non a tutti i fedeli, ma «ai vescovi di tutta la Chiesa cattolica e agli altri ordinari e prelati interessati». Una circolare interna, insomma. Considerando che nel sito del Vaticano ci sono milioni di documenti e che nessun prete ne ha parlato, non si capisce come poteva essere nota a tutti. Poi non so voi, ma io pur vivendo a Roma non parlo correntemente latino. Comunque, se vi interessa qui trovate la traduzione. Leggiamone uno stralcio:
Ogni volta che l’ordinario o il prelato avesse notizia almeno verosimile di un delitto riservato [come ad esempio il "delitto contro il sesto comandamento del Decalogo commesso da un chierico con un minore al di sotto dei 18 anni di età"] , dopo avere svolte un’indagine preliminare, la segnali alla Congregazione per la dottrina della fede [...]. Quando l’istanza nel tribunale in qualunque modo è conclusa, tutti gli atti della causa siano trasmessi d’ufficio quanto prima alla Congregazione per la dottrina della fede [non alla magistratura del posto, quindi]. Le cause di questo genere sono soggette al segreto pontificio. E che significa? Che come scrive Giornalettismo «Il papa o chi per lui può denunciare quel che meglio crede in Mondovisione, ma resta il fatto che avere imposto il “segreto pontificio” sui casi di religiosi pedofili significa avere imposto di non parlarne a nessuno, tanto meno ai magistrati, come del resto dimostrano le cronache non solo americane».
Ma allora, se non è colpa del papa, non è colpa dei vescovi, non è neppure colpa dei preti pedofili, di chi è la colpa di questi abusi sessuali su minori? Dei bambini che sono stati abusati? Sì: alcuni preti hanno anche detto questo. Eh, si sa, oggi i ragazzini sono svegli, le bambine si vestono da zoccolette e la tv li fa svezzare precocemente, per cui a volte è colpa loro se il prete se li scopa, lo hanno provocato. Lo sanno tutti. Lui vorrebbe restare casto e vorrebbe non abusare di minorenni, ma quelli/quelle gliela sbattono sotto al naso, suvvia, è un uomo pure lui. La vera vittima è il prete pedofilo, insomma.
Possibile che i cattolici non riescano a trovare un capro espiatorio migliore? Tranquilli, ce la possono fare. E infatti l'hanno fatto. Di chi è quindi la colpa della pedofilia nella chiesa cattolica? Ma dei gay, ovviamente! Lo sanno tutti, ci sono le prove ed è sempre colpa loro, qualunque cosa accada.
Il simpatico giornalista di Avvenire Andrea Galli scrive infatti in uno dei suoi tanti articoli sul caso dei preti pedofili:
«Nuovo Papa [cioè Ratzinger], stesso registro. Il 4 novembre dello stesso anno usciva l’istruzione vaticana sui “criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali in vista della loro ammissione al Seminario e agli Ordini sacri”»
Di questo documento ne abbiamo già parlato. Il fatto che la Gattara ha pubblicato un documento per non far diventare preti quelli che hanno "tendenze omosessuali profondamente radicate" dimostra che Benedetto XVI si è occupato della questione pedofilia da subito. Lui sì che va giù col pugno forte! Questo secondo Andrea Galli. Secondo me, invece, questo dimostra solo quanto è ignorante, subdola e manipolatrice la gerarchia cattolica. Perché dicendo così si afferma che i gay sono pedofili. Del resto il termine pederastia indicava contemporaneamente i ricchioni e i pedofili. Peccato che non sia così. I gay sono gay. I pedofili sono pedofili. I preti molto spesso sono gay, alcune volte sono pedofili. È piuttosto semplice da capire, no? Andrea Galli non so se sia prete, gay o pedofilo, ma di sicuro è un giornalista disonesto.
Più recentemente, a chiarire ancora meglio la questione ci pensa l'arcivescovo Silvano Tomasi. Fa il rappresentante alle Nazioni Unite, è un pezzo grosso, mica cazzi! Ecco cosa dice Tomasi:
“Non si può parlare di pedofilia, solo di omosessuali attratti da adolescenti. Di tutti i preti implicati in casi di questo tipo, l’80-90% di essi appartengono alla minoranza sessuale che pratica la efebofilia, vale a dire che intrattengono relazioni sessuali con ragazzini dagli 11 ai 17 anni”. Usando la vecchissima e consolidatissima tecnica del sofisma per cui a forza di precisare, ragionare e filosofeggiare il bianco diventa nero, Tomasi dice che i preti pedofili non esistono. Sono efebofili. Secondo Tomasi i preti molestano degli adulti. Sono consenzienti. "Le loro parole dicono di no, ma i loro culi dicono di sì", insomma. E poi in fondo gli piace, dai, ammettiamolo. Personalmente, un bambino di 11 anni per me è un bambino, punto e basta. E anche uno di 14. O di 16. Quindi se abusi di loro sei un pedofilo, senza che ti nascondi dietro una cortina di sofismi e di menzogne meschine. Dal punto di vista psicologico e neurologico sappiamo che alcune strutture cerebrali, la definizione dell'orientamento psicosessuale e la capacità di auto sostegno non sono mature a quell'età. Ma la chiesa, si sa, di psicologia e di neurobiologia non ci ha mai capito un cazzo.
Le sorprese però non finiscono qui. La chiesa cattolica, dice l'arcivescovo Tomasi, sta facendo pulizia al suo interno (bella forza, ora sono costretti dagli scandali pedofilia in Austria, negli Stati Uniti, in Germania, in Italia... ma prima insabbiavano e spostavano il pedofilo in nuovi paesi dei balocchi), mai protestanti e gli ebrei non stanno messi tanto meglio e non fanno niente. Come diciamo a Roma "il più pulito c'ha la rogna".
Tomasi ha citato dati forniti dal giornale "Christian Scientist Monitor", per dimostrare che negli Stati Uniti le chiese più colpite da accuse di abusi sessuali verso i bambini erano quelle Protestanti, che abusi sessuali nelle comunità ebraiche erano comuni. Ha aggiunto che c'era molta più probabilità di abusi sessuali compiuti da membri della famiglia, babysitters, amici, parenti o vicini; e che molto spesso i bambini maschi erano colpevoli di molestie sessuali verso altri bambini
In sintesi: la colpa è dei protestanti, degli ebrei, dei genitori, dei fratelli, parenti, degli amici, delle tate e dei vicini di casa.Che volemo fà? Aboliamo il lavoro di babysitter? Eliminiamo la famiglia? Sterminiamo (di nuovo) gli ebrei e i protestanti?
Sia chiaro: è vero che la percentuale maggiore di abusi sessuali avviene in casa, da parte di genitori e parenti. Come è vero che spesso i pedofili sono presenti in alcune categorie particolari. Se sono pedofilo, chiaramente, andrò a fare l'allenatore dei "pulcini" nella squadra locale di calcio, o il direttore del coro dei "passerotti", la maestra d'asilo (sì, esistono molti casi di pedofile, anche se nessuno ne parla)oppure, appunto, il prete. Lavori che mi mettono a contatto con i bambini. Insomma, se voglio trovare i bambini non avrebbe senso che scelgo di fare il geriatra, il fabbro o il ginecologo, no?
E ha ragione Tomasi che anche nelle altre religioni c'è il problema della pedofilia, non solo in quella cattolica. Lui conclude facendo intendere che - come dicono gli amici di Craxi e del Nanofardato - se tutti rubano, nessuno ruba. Quindi, se sono tutti pedofili, nessuno è pedofilo. Anzi, la pedofilia neanche esiste. Sono gay travestiti da efebofili.
Per come la vedo io, invece, direi che se in tutte le religioni la gerarchia ha questo problema magari sarebbe il caso di riflettere sull'effettiva utilità dei preti o ministri di culto. E magari anche abolirli. L'altra conclusione a cui arrivo è che invece di licenziare ipocritamente gli insegnanti di religione di cui si scopre l'omosessualità, invece di allontanare i capi scout gay e di inculcare nei bambini fin da piccoli il terrore del gay che potrebbe violentarli, bisognerebbe insegnare ai bambini che devono guardarsi il culo dai propri familiari e dai propri parroci, se vogliono vivere un'infanzia felice.
Nessun commento:
Posta un commento