Mi chiedono di far circolare una foto sul web, la guardo e sorrido. È la foto dell’arrivo del Papa a Milano, dove è evidente che l’omino bianco ha viaggiato su un aereo di Stato, il nostro; uno di quelli che ha su scritto: “Repubblica Italiana”. La ragazza che mi ha scritto si firma col suo nome e cognome al quale ha aggiunto, ora s’usa, “indignata”.
E di grazia, perché dovrei indignarmi, ora? Dimmi, le rispondo, credi che se l’omino bianco fosse salito su un aeromobile dell’Alitalia avrebbe pagato il biglietto, fatto la coda al check in, o sarebbe stato in piedi davanti al nastro trasportatore dei bagagli per un tempo infinito, disperando di trovare al fine i suoi bagagli? Devo spiegarti, forse, che i viaggi del Papa sono da sempre a carico dello Stato Italiano per gli assurdi patti firmati illo tempore, tesi a garantire le infiltrazioni della Chiesa nella politica italiana? Quel che semmai mi indigna è sapere che l’omino bianco dalle scarpette rosse ha donato 500 mila euro per la ricostruzione in Emilia Romagna. Mi indigna fortemente perché soltanto su un giornale ho letto la notizia scritta bene, tutta e senza sconti. Solo un giornalista si è preso la briga di spiegare che la generosità del Vaticano è stata solo apparente, dato che tutta sua santità ha devoluto solo ciò che i fedeli hanno donato durante la sua visita a Milano.
Mi indigno quindi, sì, e doppiamente: primo perché da pusillanime ha donato tanto senza aver tolto nulla dalle sue profondissime tasche, secondo perché nonostante la crisi, la fame, la povertà e la carestia, c’è ancora chi si sente in obbligo di foraggiare questa gentaglia che andrebbe mandata scalza ad arare campi ed abbeverare vacche, in Africa.
Mi dà la nausea, inoltre, leggere la notizia così come la maggioranza dei giornalisti l’ha divulgata, lasciando emergere la grandiosa generosità del Santo Padre. Mi rivolta persino che lo si chiami Santo Padre, in realtà. Un uomo che il peccato lo ha scritto negli occhi, e che pecca ogni volta che muove un passo non può essere santo, e tanto meno padre, visto che ha trovato la lucentezza nella castità e nel celibato.
È grande cosa l’indignazione, ma è un’energia preziosa che andrebbe canalizzata meglio, stoccata e redistribuita, proprio come un patrimonio.
Personalmente m’indigna la sola esistenza del Vaticano, la sua istituzione mafiosa e bigotta, tutto ciò che nasconde dietro le loro mura infinite, sparse ovunque nel mondo. Mi indigna che a trent’anni di distanza ci siano ancora due famiglie alla ricerca dei resti delle loro bambine, rubate e ammazzate per i soldi dello IOR, INCHIESTA FINMECCANICA, PERQUISITA LA CASA DI GOTTI TEDESCHI, ex presidente dello Ior ... però chiesa e Finmeccanica, armi, che bel legame ...
La banca vaticana tra mafia e massoneria, per il vizio pedofilo dei santi padri e fratelli. Mi indigna lo sfruttamento dei malati e dei disabili custoditi nelle strutture della Chiesa a prezzi da Grandhotel Excelsior (quando si può pagare) e foraggiati dalla sanità pubblica che toglie al povero per ridare al ricco. Mi urta finanziare la scuola cattolica che sempre con lo stesso principio riceve e accoglie solo i figli dei ricchi che a loro volta possono pagare ancora, per essere istruiti nel nome di Dio, apprendendo le favole di un mondo che non esiste – che sarebbe bello sì – ma proprio non c’è. Mi urta la solita ipocrisia, quella che ormai è normale in questo paese anormale, che predica bene e razzola malissimo, che ancora ha bisogno di andare ad agitare le bandierine e far festa per un nazista con la faccia orribile, che solo a guardarlo dovrebbe passare ogni dubbio sulla presunta santità.
Ha viaggiato sul volo di stato, lo so, fa schifo. Esigiamo che il Vaticano diventi realmente uno stato estero, con tutto ciò che ne consegue, allora … oppure … facciamo finta di indignarci, che almeno ci ritorna il sorriso.
(Mi appello al Corvo Vaticano: Sua santità, non è che ora potrebbe dirci dove sono sepolte Manuela Orlandi e Mirella Goracci? Se vuole, anche in forma anonima. Tutta l’Italia ve ne sarebbe grata.)
E di grazia, perché dovrei indignarmi, ora? Dimmi, le rispondo, credi che se l’omino bianco fosse salito su un aeromobile dell’Alitalia avrebbe pagato il biglietto, fatto la coda al check in, o sarebbe stato in piedi davanti al nastro trasportatore dei bagagli per un tempo infinito, disperando di trovare al fine i suoi bagagli? Devo spiegarti, forse, che i viaggi del Papa sono da sempre a carico dello Stato Italiano per gli assurdi patti firmati illo tempore, tesi a garantire le infiltrazioni della Chiesa nella politica italiana? Quel che semmai mi indigna è sapere che l’omino bianco dalle scarpette rosse ha donato 500 mila euro per la ricostruzione in Emilia Romagna. Mi indigna fortemente perché soltanto su un giornale ho letto la notizia scritta bene, tutta e senza sconti. Solo un giornalista si è preso la briga di spiegare che la generosità del Vaticano è stata solo apparente, dato che tutta sua santità ha devoluto solo ciò che i fedeli hanno donato durante la sua visita a Milano.
Mi indigno quindi, sì, e doppiamente: primo perché da pusillanime ha donato tanto senza aver tolto nulla dalle sue profondissime tasche, secondo perché nonostante la crisi, la fame, la povertà e la carestia, c’è ancora chi si sente in obbligo di foraggiare questa gentaglia che andrebbe mandata scalza ad arare campi ed abbeverare vacche, in Africa.
Mi dà la nausea, inoltre, leggere la notizia così come la maggioranza dei giornalisti l’ha divulgata, lasciando emergere la grandiosa generosità del Santo Padre. Mi rivolta persino che lo si chiami Santo Padre, in realtà. Un uomo che il peccato lo ha scritto negli occhi, e che pecca ogni volta che muove un passo non può essere santo, e tanto meno padre, visto che ha trovato la lucentezza nella castità e nel celibato.
È grande cosa l’indignazione, ma è un’energia preziosa che andrebbe canalizzata meglio, stoccata e redistribuita, proprio come un patrimonio.
Personalmente m’indigna la sola esistenza del Vaticano, la sua istituzione mafiosa e bigotta, tutto ciò che nasconde dietro le loro mura infinite, sparse ovunque nel mondo. Mi indigna che a trent’anni di distanza ci siano ancora due famiglie alla ricerca dei resti delle loro bambine, rubate e ammazzate per i soldi dello IOR, INCHIESTA FINMECCANICA, PERQUISITA LA CASA DI GOTTI TEDESCHI, ex presidente dello Ior ... però chiesa e Finmeccanica, armi, che bel legame ...
La banca vaticana tra mafia e massoneria, per il vizio pedofilo dei santi padri e fratelli. Mi indigna lo sfruttamento dei malati e dei disabili custoditi nelle strutture della Chiesa a prezzi da Grandhotel Excelsior (quando si può pagare) e foraggiati dalla sanità pubblica che toglie al povero per ridare al ricco. Mi urta finanziare la scuola cattolica che sempre con lo stesso principio riceve e accoglie solo i figli dei ricchi che a loro volta possono pagare ancora, per essere istruiti nel nome di Dio, apprendendo le favole di un mondo che non esiste – che sarebbe bello sì – ma proprio non c’è. Mi urta la solita ipocrisia, quella che ormai è normale in questo paese anormale, che predica bene e razzola malissimo, che ancora ha bisogno di andare ad agitare le bandierine e far festa per un nazista con la faccia orribile, che solo a guardarlo dovrebbe passare ogni dubbio sulla presunta santità.
Ha viaggiato sul volo di stato, lo so, fa schifo. Esigiamo che il Vaticano diventi realmente uno stato estero, con tutto ciò che ne consegue, allora … oppure … facciamo finta di indignarci, che almeno ci ritorna il sorriso.
(Mi appello al Corvo Vaticano: Sua santità, non è che ora potrebbe dirci dove sono sepolte Manuela Orlandi e Mirella Goracci? Se vuole, anche in forma anonima. Tutta l’Italia ve ne sarebbe grata.)
Nessun commento:
Posta un commento