Leggete questo alla faccia dell'uomo cacciato dalla piazza a Milano perchè diceva di aiutare i terremotati e i poveri!
Ufficialmente la
Banca Vaticana è nota come l’Istituto per le Opere di Religione o IOR.
In ogni caso la religione ha ben poco a che fare con la Banca, a meno che ci si
riferisca ai cambiavalute che si sono nella Chiesa. Mentre i cambiavalute, cacciati da Gesù nel tempio, stavano semplicemente fornendo un servizio, in
modo che le tasse del tempio potessero essere pagate, la Banca Vaticana è stata
coinvolta in evasione fiscale, imbrogli finanziari e riciclaggio di oro
nazista. Il Papa, come unico azionista della Banca Vaticana, è uno degli
uomini più ricchi e potenti al mondo e, per associazione, uno dei meno etici.
L’Istituto è un organismo finanziario vaticano – secondo
una definizione data dal cardinale Agostino Casaroli – ma non è una banca nel
senso comune del termine. Lo Ior utilizza i servizi bancari, però l’utile non
va, come nelle banche normali, agli azionisti (che nel caso dello Ior non ci
sono) ma risulta a favore delle “opere di religione”. La Banca Vaticana non è responsabile né verso la Banca Centrale del Vaticano
né verso il Ministero dell’Economia; infatti, funziona in modo indipendente
con tre consigli d’amministrazione: uno è costituito da cardinali di alto
livello, un altro è costituito da banchieri internazionali, sappiamo bene che personaggi moralmente
elevati siamo …, che collaborano con impiegati della Banca Vaticana e per
ultimo un consiglio d’amministrazione che si occupa degli affari giornalieri.
Tali strutture organizzative così chiuse sono la norma
nella Santa Sede e sono utili per mascherare le operazioni della Banca. Lo IOR funziona come banchiere privato
della Chiesa, dal momento che si adatta perfettamente alle esigenze di una
Banca diretta dal Papa. A ogni cliente viene fornita
una tessera di credito con un numero codificato: né nome né foto. Con questa si viene
identificati: alle operazioni non si rilasciano ricevute, nessun documento
contabile. Non ci sono libretti di assegni intestati allo Ior: chi li vuole
dovrà appoggiarsi alla Banca di Roma, convenzionata con l’istituto vaticano. Quando si parla di massima trasparenza!!! E
voi pagate l’imu, tasse varie e andate a pregare il Papa la domenica, e non
lamentatevi perché vi sbattono fuori. Che esistano coglioni simili nel 2012
sembra “impossibile”, come si direbbe, un utopia, eppure …
I clienti dello Ior possono essere solo esponenti del mondo
ecclesiastico: ordini religiosi, diocesi, parrocchie, istituzioni e organismi
cattolici, cardinali, vescovi e monsignori, laici con cittadinanza vaticana,
diplomatici accreditati alla Santa Sede. A questi si aggiungono i dipendenti del Vaticano e pochissime eccezioni,
selezionate con criteri non conosciuti. Il conto può essere aperto in euro o in valuta straniera: circostanza,
questa, inedita rispetto alle altre banche. Aperto il conto, il cliente può
ricevere o trasferire i soldi in qualsiasi momento da e verso qualsiasi banca
estera. Senza
alcun controllo. Per questo,
negli ambienti finanziari, si dice che lo Ior è l’ideale per chi ha
capitali che vuole far passare inosservati.
I suoi bilanci
sono noti a una cerchia ristrettissima di cardinali, qualsiasi passaggio di
denaro avviene nella massima riservatezza, senza vincoli né limiti.
Nonostante sia di proprietà del Papa, la Banca, sin dal proprio inizio, è stata
più volte coinvolta nei peggiori scandali, corruzione e intrighi. Sotto felice auspicio, l’apertura della
banca nel 1941 per ordine di Pio XII, altresì chiamato il Papa di Hitler,
ha fornito convenienti sbocchi bancari ai fascisti italiani, all’aristocrazia e
alla mafia. (da «Tutto quello che sai è falso», Di Jonathan Levy).
Già dai primi del
Novecento i Rothschild di Londra e di Parigi trattavano con il
Vaticano, ma con la gestione Nogara gli affari e i partner bancari aumentarono
vertiginosamente: Credit Suisse, Hambros Bank, Morgan Guarantee Trust, The
Bankers Trust di New York (di cui Nogara si serviva quando voleva comprare e
vendere titoli a Wall Street), Chase Manhattan, Continental Illinois National
Bank.
Nel 1954 Bernardino Nogara decide di ritirarsi
senza tuttavia interrompere l’attività di consulente finanziario del Vaticano,
che continuò fino alla morte, avvenuta nel 1958. La stampa dedicò poco spazio
alla sua scomparsa, ma il cardinale Francis Spellmann di New York pronunciò per
lui un memorabile epitaffio: «Dopo Gesù
Cristo la cosa più grande che è capitata alla Chiesa cattolica è Bernardino Nogara».
Al geniale banchiere, nel corso della
sua lunga attività, venne affiancato il principe Massimo Spada. Anche lui
mostrò lungimiranza e spregiudicatezza nella gestione degli interessi del
Vaticano e si lanciò in varie operazioni, la maggior parte delle quali – come
si è visto – in collaborazione con Michele Sindona.
Lo Ior, in quanto istituto che opera con modalità
proprie, non è mai stato tenuto a nessun tipo di informativa – né verso i
propri clienti, né verso terzi – né tanto meno a pubblicare un bilancio o un
consuntivo sulle proprie attività.
All’epoca del caso Calvi-Ambrosiano,
l’istituto doveva rispondere, in via puramente teorica, a una commissione
esterna di cinque cardinali, ma di fatto gli amministratori si muovevano senza
alcun vincolo. A favore di chi, allora, operava lo
Ior? Marcinkus dichiarò che i profitti erano realizzati «a favore di opere di religione» e che «qualsiasi guadagno dello Ior è a
disposizione del Papa». Ma come osserva Bellavite Pellegrini: «Con le sue caratteristiche, lo Ior veniva
veramente ad assomigliare a un inter-mediario che agisce su una piazza off
shore» (da Ferrucci Pinotti “Poteri Forti” ).
Lo Ior, che ha una personalità giuridica propria, è retto
da un “Consiglio di soprintendenza” controllato da una Commissione di cinque
cardinali: si tratta del nucleo di vigilanza. I porporati, però, non hanno
generalmente alcuna competenza finanziaria. Il loro dovrebbe essere un
controllo morale. Un ruolo più tecnico è svolto dal “Consiglio di
amministrazione” composto di cinque laici ed un direttore generale. L’Istituto
intrattiene rapporti valutari e creditizi con clienti e banche italiane, opera
attivamente sul mercato finanziario internazionale, gioca in borsa, investe,
raccoglie capitali; tuttavia, come istituto estero, non è sottoposto ad alcun
controllo da parte delle autorità di vigilanza italiane. La Banca Vaticana afferma di non aver nessun documento relativo al
periodo della Seconda Guerra Mondiale; infatti, secondo il procuratore
della Banca Vaticana, Franzo Grande Stevens, lo IOR distrugge tutta la documentazione ogni
dieci anni, (come mai questa premura?), un’affermazione alla quale nessun banchiere responsabile crederebbe. Ciononostante,
altre documentazioni esistono in
Germania e presso gli archivi americani, che dimostrano i trasferimenti nazisti
di fondi allo IOR dalla Reichsbank, e altri dallo IOR alle banche svizzere
controllate dai nazisti. Un famoso procuratore specializzato nelle restituzioni
dell’Olocaustoha documentato i trasferimenti di denaro dai conti delle SS a
un’innominata banca romana nel settembre 1943, proprio quando gli Alleati si
stavano avvicinando alla città.
Dalla fine degli anni Settanta, lo IOR era divenuto uno dei
maggiori esponenti dei mercati finanziari mondiali. Sotto la tutela
del vescovo americano (uno spilungone di 191 cm) Paul Marcinkus, (lo stesso che alla vedova Calvi raccontò che per loro “uccidere
significava liberare l’anima dalla prigione del corpo fisico”, avete capito che
scusa utilizzare se per caso veniste coinvolti in omicidio? Avete semplicemente
liberato un’anima in pena, roba da camicia di forza questa …), il vescovo Paolo Hnilica, Licio
Gelli, Roberto Calvi e Michele Sindona, la Banca Vaticana divenne parte
integrante dei numerosi programmi papali e mafiosi per il riciclaggio del
denaro, in cui era difficile
determinare dove finiva l’opera del Vaticano e dove cominciava quella della
mafia. Il Banco Ambrosiano dei Calvi e numerose società fantasma
dirette dallo IOR di Panama e del Lussemburgo presero il controllo degli affari
bancari italiani e funsero da canale sot-terraneo per il flusso di fondi verso
l’Europa dell’Est, in appoggio all’Unione nazionale anti-comunista.
Marcinkus, capo dello IOR, fu Direttore del Banco
Ambrosiano (a Nassau e alle Bahamas), ed esisteva una stretta relazione
personale e bancaria fra Calvi e Marcinkus. Sfortunatamente, molti di quelli
coinvolti non erano solo collegati alla mafia, ma erano anche membri della
famigerata loggia massonicaP2, con il risultato finale della spartizione
del denaro di altre persone, inclusa una singola transazione di 95 milioni di
dollari (documentata dalla Corte Suprema irlandese).
Non appena le
macchinazioni vennero a galla a causa di un errore di calcolo attribuito a
Calvi, le teste cominciarono letteralmente a rotolare. L’impero bancario
Ambrosiano fu destabilizzato da uno scontro ai vertici del potere interno, che coinvolgeva la Banca Vaticana, la
mafia e il braccio finanziario dell’oscuro ordine cattolico dell’Opus Dei. L’Opus
Dei, in ogni caso, decise di non garantire per il Banco Ambrosiano e Calvi
fu trovato «suicidato», impiccato sotto il ponte di Blackfriars a Londra, con
alcuni sassi nascosti nelle tasche, una scena ricca di simbolismo massonico. Se
non conoscete ancora la setta Opus Dei vi consiglio di vedere Opus Dei , Il capitalismo di dio. Chiesa\Mafia\Stato, ecco la santissima trinità, interessante documentario e articolo sulle origini e
funzionamento di questa congrega di loschi personaggi.
di Tony Braschi e qualche mio commento in blu
Dioniso777
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