Posto questo articolo proprio in onore delle correnti di
pensiero opposte, potrei anche dire delle menti pure e candide che non vedono complotto ... ma tanto candide non sono e nemmeno pure alla fine.
In quanti modi si può veder la realtà! Il pezzo che propongo è di un blogger che vede le mie teorie del grande complotto come farneticazioni di uno incazzato per vari motivi personali con la società, che fa guerra alla don chisciotte, ecc, ecc. Io invece penso sempre che le carte in tavola ci sono per un grande bluff solo che non se ne accorgono tutti, forse perchè giocano poco a carte: Io sono più intelligente o furbo? Non credo, uso una frase letta ieri per descrivere le mie ragioni: Cari lettori disorientati che, magari per caso, vi ritrovate su questa pagina delirante, sappiate che avete avuto una botta di culo perché avete beccato un profeta che funziona, non quelle patacche col turbante che vi spacciano in tv. Io sono un profeta di sventura e, proprio per questo motivo, ho spesso ragione, ergo, le probabilità giocano a mio favore, hahaha ...
Interessante comunque vedere come la pensa chi
ha idee opposte alle tue, sempre mantenendo però la disponibilità a un confronto, se iniziamo con le offese e le censure della serie non si può dire, allora non inizio nemmeno a discutere perché a quelle condizioni è imposizione a tutti i costi, lascio che ognuno si tenga le proprie ragioni, magari ho torto io ... magari no però!
Tempo fa mi imbattei in questo blog, http://www.keinpfusch.net/, uno pseudo scrittore
fantascientifico, una sorta di Asimov erotico, sfrontato e metallaro, (lo ero
anch’io e tutt’ora non detesto il buon metal ...), il quale ha scritto dei libri
che potete scaricare in rete, cercate su google Uriel Fanelli e non sarà un problema
trovarli. Tempo fa per un diverbio di opinioni sulle scie di “condensa”, o
chimiche che dir si voglia, venni censurato dai commenti del suo blog e nonostante
l’avessi tolto dai siti che seguo per principio lo inserii nuovamente poiché
ritengo il modo in cui analizza la realtà degno di attenzione nonostante non
abbia molto amore per i suoi punti di vista, dualistici al mille per mille, troppo chiusi alle novità, io
da persona che tenta, non è detto che mi riesca, di usare il cervello, tendo a vedere molte più possibilità.
Il cervello è come un paracadute, funziona
solo se aperto. Apro con un suo pezzo forte : La teoria della montagna di merda e passo poi a un commento a
favore di questo articolo, gli altri li trovate sul suo blog personale. Questo invece è l’articolo che lo critica con relativi commenti, trovato
sul indicato sopra dal titolo: I nuovi pasticci di Uriel
Quello che di lui sono arrivato a pensare è molto confuso: personaggio che seguo, oddio seguo ... alcuni pezzi che scrive che sono
interessanti, cinici e umoristici ma se vai sul ragionamento intellettuale
trovi un muro, non di gomma ma bensì di pietra, poi ho avuto degli scontri
ideologici e grazie alla censura ricevuta lo avevo catalogato come
disinformatore inizialmente, poi ho cambiato e l'ho messo nella classifica dei convinti e oggi sinceramente non saprei dove collocarlo ancora, tanti i
dubbi sul suo modo di vedere il mondo, provvocatorio e ribelle ma allo stesso
tempo chiuso, due aggettivi che convivono male. A questo punto penso: Lavora in
Germania, per me non l'ha mai vista ... forse ... le scie chimiche non esistono perché
lui prende un volo a settimana ... e da quando le hanno filmate da un aereo ...
per me si invia i commenti da solo con più browser, tanto non ha un cazzo da fare
visto che è sempre in aereoporto e si porta la famiglia al lavoro ... non
c'erano al terremoto del 20 Maggio, glielo chiedevano preoccupati i suoi fan perché
è nativo delle zone, almeno dice, che cazzate mio dio, porti la famiglia all’estero
con te se ci lavori? ... e poi sempre
tette e allusioni al sesso, insomma sesso è sesso ma discussione o ricerca non
possono condividere le stesse pagine di un paio di tette … ma, SOPRATTUTTO,
dice TUTTO e NIENTE secondo me.
Qualcuno di voi ne sa qualcosa in più o non c’è null’altro
da scoprire secondo voi?
Buona Lettura
by Dioniso777
La teoria della montagna di merda
Scritto da Uriel Fanelli
A grande richiesta, mi chiedono di ripostare la
"teoria della montagna di merda" dal vecchio blog. Essa risale a
qualche anno fa. Eccola qui.
Alcune persone godono nel particolare hobby di fare "debunking".
Il debunking e' l'abitudine di dimostrare, punto per punto, che le teorie
cospirazioniste ( UFO, HAARP, rettiliani & co) siano false.
Non ho voglia di spiegare che la cosa piu' difficile da
dimostrare al mondo sono proprio le verita' piu' semplici, direi quasi gli
assiomi, se non fosse che non si dimostrano affatto, ci si limita a constatare
che siano assiomi e che siano necessari o presenti , per chi si occupa di
matematica inversa.
Quanto piu' vicini siamo alle evidenze ed agli assiomi,
quanto piu' complesso sara' dimostrare qualcosa, nella media. I problemi sulle
qualita' di base dei numeri sono quelli che, come la congettura di Riemann,
resistono di piu' all'assalto intellettuale dei dimostratori.
Allo stesso modo, dimostrare che nessuna industria
farmaceutica ci stia irrorando GRATIS di anticoncezionali perche' agli
azionisti piace VENDERLI, e' di una complessita immensa; entrerebbero in gioco
Peano e Pareto, e come scrive qualcuno tutti mi darebbero immediatamente del
fascista.
Il guaio e' un altro: cento milioni di scimmie che
battano tasti a casaccio su cento milioni di macchine da scrivere per cento
milioni di anni probabilmente scriveranno l'opera magna della letteratura di
ogni tempo e luogo.
Il problema e' che produrranno anche una cataclismica,
spaventosa, leviatanica , galattica MONTAGNA DI MERDA.
La proporzione tra le due cose, catastroficamente a
favore della merda , e' tale che normalmente si danno le macchine da scrivere
in mano a persone delle quali si presume che scriveranno qualcosa di buono.
Il motivo e' molto semplice: se anche le nostre scimmie
scrivessero l'opera magna di ogni tempo e di ogni luogo , il tempo necessario a
scartare tutte le altre opere sarebbe infame.
Questo e' alla base di quella che io chiamo "la
teoria della montagna di merda". Essa dice, in sostanza, che un idiota
puo' produrre piu' merda di quanta tu non possa spalarne.
Prendiamo per esempio il famoso motore di Schietti.
Si tratta di una bufala catastrofica; e' vero che i
palloncini saliranno in alto, ma per gonfiarli in fondo al cilindro abbiamo
usato piu' dell'energia che otterremo.
Questa cosa e' stata fatta presente a schietti,
dicendogli che un certo Boyle e un certo Mariotte hanno detto delle cose
sensate qualche tempo fa.
Il risultato e' stato che lo schietti se n'e' uscito con
un ulteriore delirio "Schietti dimostra falsa la legge di
Boyle-Mariotte".
La cosiddetta dimostrazione consiste nell'introdurre
ulteriore complessita': una macchina fatta di due componenti e' difficile da
falsificare, una macchina composta da stantuffi, leve, ingranaggi, miliardi di
circuiti logici, eccetera, e' dialetticamente impossibile da debunkare
completamente,perche' mancano le competenze.
Prendiamo per esempio il processore del vostro PC: si
potrebbe dire che possa parlare con l'aldila'. Se siamo ciarlatani, intendo. A
quel punto arriverebbe un tizio che lavora in Verilog o in VHDL e ci
spiegherebbe che niente in un processore parla con l'aldila'.
La risposta del cialtrone a quel punto sara' qualcosa di
relativo alla fisica del silicio. Il guaio e' che a quel punto l'esperto di
Verilog esaurisce la sua competenza, perche' la parte al silicio gli e' nota
solo in parte (quel tanto che serve a scrivere codice eseguibile dall'hardware
nei tempi previsti), ma se andiamo allo stato dell'arte ci saranno esperti di
fisica della materia che passano la vita sul silicio, e chi ha visto la
modellazione matematica di un singolo nucleo di idrogeno (un delirio di
operatori hermitiani) sa bene che "l'atomo di Silicio" non e' per
nulla una cosa semplice.
In pratica, se facciamo affermazioni riferite allo stato
dell'arte ci vorra' un intero team di esperti per contraddirci, a patto di
riferirci ad una complessita' abbastanza grande di fenomeni fisici. Non esiste
UNA SOLA persona in grado di discutere allo stato dell'arte di una CPU, ci
vuole una squadra intera.
Il problema e' che radunare la suddetta squadra ci
costera' uno sforzo immenso rispetto a quello che costa al cialtrone affermare
di pingare la madonna in persona attraverso la sua vpn.
In pratica , economicamente parlando vinceranno sempre i
cialtroni, perche' la competenza costa piu' dell'incompetenza.
Ma c'e' un motivo di tipo umano che mi impedisce di darmi
a quest'attivita'. Il fatto, cioe', che queste persone siano arrabbiate.
Oh, non arrabbiate come mi arrabbio io con il cane se mi
scava una pianta di susini per seppellirci il pane.
Sono arrabbiate come stile di vita, nel senso adleriano
del termine.(1) La rabbia per loro e' una condizione permanente, ontologica, e'
un metodo di ricerca: la tal cosa e' vera nella misura in cui pensarla sostiene
la mia rabbia.
Poiche' molte delle verita' che sono passate alla storia
sono state inizialmente scomode(2), queste persone ritengono che
ogni affermazione che suscita rabbia sia scomoda, ergo
vera.
Il problema e' che esse non suscitano una vera e propria
rabbia, e non sono nella media nemmeno "scomode": si tratta quasi
esclusivamente di affermazioni fastidiose. Fastidiose perche' il buon Schietti
si ostina ad ammorbare i commenti dei blog di mezzo mondo con la sua
parafilosofia.
La strategia di queste persone e' di ammorbare la vita
alla gente con la propaganda delle loro idiozie. Poiche' ad un certo punto
ricevono una reazione di fastidio, deducono che la loro "verita'" sia
"scomoda anziche capire che il problema sta nella loro fastidiosa
presenza, e non nella loro scomoda verita'.
Lo scopo e' quello di arrivare ad uno scontro, appunto,
rabbioso. E questo e' dovuto molto semplicemente al fatto che , come ho gia'
scritto, la rabbia e' la loro condizione esistenziale: rabbia perche' si
sentono impotenti di fronte a banche e multinazionali , rabbia perche' non
riescono a realizzarsi, rabbia perche' si sentono maltrattati dalla societa',
eccetera.
La colpa di tutto questo, ovvero delle loro disgrazie
ultime, sta proprio nelle leggende, nei mulini a vento che combattono; e verso
i quali rivolgono la loro rabbia. Ma il fatto che la rabbia sia la loro
condizione ontologica fa si che essa non sia l'effetto dei mulini a vento,ma la
causa.
La loro condizione esistenziale e' di essere arrabbiati,
soprattutto, prima di ogni cosa ed a prescindere. Di fatto questi individui si
sono aggirati per il mondo , digrignando bile e vomitando odio astioso, con una
vocina dentro che chiedeva loro "perche' tanto odio?"
Perche' tanta ingiustificata rabbia?
Improvvisamente arriva il ciarlatano e gli dice: ecco
qui, puoi scegliere tra "sono arrabbiato perche' mi nascondono la verita'
sull' 11 settembre", "sono arrabbiato perche' ci stanno uccidendo con
le scie chimiche", "sono arrabbiato perche' la free energy viene
nascosta al mondo", eccetera.
In altre parole, le teorie cospirazioniste sono solo un
vestito, una copertura che serve a dare una motivazione apparente per una
rabbia che altrimenti non si spiega; Blondet e' arrabbiato perche' come
giornalista e' una sega fritta , perche' non ha credito in alcun ambiente
giornalistico serio, denunciare il grande complotto degli ebrei gli serve
perche' dire "sono arrabbiato perche' la mia carriera di giornalista e'
una montagna di letame" suona male, mentre "sono arrabbiato perche'
gli ebrei dominano il mondo e vogliono tagliare un pezzo di pisello a
tutti" suona meglio: non contiene un'ammissione di implicito fallimento
esistenziale.
Ora, qual'e' la realizzazione massima della rabbia?
Contrariamente a quanto si pensa,la massima realizzazione e' la sua stessa
diffusione; perche' ogni volta che l'arrabbiato vede che qualcuno si arrabbia
con lui trae conferma del fatto che fa bene ad arrabbiarsi, e quando qualcuno
si arrabbia contro di lui, ha conferma del fatto che le sue teorie sono scomode
(quando invece e' la sua presenza ad essere fastidiosa).
Come scriveva Adler in Psicologia Individuale, "il
nevrotico trovera' nella propria nevrosi le energie per sostenere la nevrosi stessa,
per quante ne siano necessarie".(3)
O, tradotto in soldoni, essi produrranno sempre piu'
rabbia di quanta ne possiate sopportare; piu' provocazioni di quanto
possiate mantenere la calma, piu' fastidio di quanto possiate tollerare:
l'energia libidica a loro disposizione, la grandezza della forza che li spinge
in questo processo ha la cardinalita' del continuo.
C'e' un solo modo di neutralizzare questa gente:
stabilito che lo scopo principe di queste persone sia di perpetuare e di
diffondere lo stato di rabbia "a priori" che produce il loro stato
esistenziale , il solo modo di fermarli e' di evitare i contatti con loro.
Essi sono profondamente malati,di una malattia invisibile
che si chiama rabbia. Lo scopo ultimo di questa malattia e' il contagio, e nient'altro
che il contagio ; non cambierebbe nulla nell'esistenza materiale di queste
persone se si scoprisse che la CIA ha demolito le torri gemelle, ne' se si
scoprisse che gli USA vogliono sacrificare la quinta flotta alla guerra contro
l' Iran come dice Blondet, in entrambi i casi la nostra italianissima esistenza
ne sarebbe inficiata assai poco, ne sarebbero inficiati poco i nostri successi
ed insuccessi personali, eccetera.
Lo scopo ultimo
della rabbia e' propagarsi.
E la sua sconfitta e' il fatto che gli altri abbiano una
vita serena, gioiosa, per nulla arrabbiata.
Quindi, caro Schietti, ti dico una cosa: il tuo motore
funziona alla perfezione, la free energy e' alla portata di tutti , la pila di
Zamboni potrebbe produrre energia gratis per tutti,(4) ma io sono felice
cosi'.
E siccome sono felice, non voglio nulla di quanto dici.
E sempre sia lodato iptables.
Uriel
(1)Ok, ok. Ho conosciuto psicologi adleriani capaci di
mettere a posto ,in pochi mesi, anni di disastri di apprendisti stregoni. Siccome
sono un tecnico, la prima cosa che ho fatto e' stata di ficcare le mani nella
scatola , e ho letto un sacco di cose di Adler.
(2) Nella maggior parte dei casi la verita' e'
comodissima. Sono salito sulla metro stamattina pensando che mi avrebbe portato
qui. Era vero. Sarebbe stato peggio se fosse stato falso, e io sbagliando il
senso di marcia mi fossi trovato a Cascina Gobba. In questo caso, la verita'
sarebbe comoda mentre la falsita' sarebbe un rompimento di coglioni.
(3) Adler contestava l'affermazione freudiana secondo la
quale la rappresentazione della nevrosi di fronte all'analista fosse uno sfogo
energetico, un calo libidico sufficiente a fermarla.
(4) Non lo penso davvero, ma si tratta di un'affermazione
che Schietti non puo' contestare, visto che gli da' ragione. La sua rabbia non
avra' quindi espressione, e il meccanismo di tossicita' della rabbia sara'
fermato.
commento al post
Leggo con colpevole ritardo quanto scritto sopra e mi
sento in dovere di scrivere alcune cose in merito ad Uriel Fanelli.
Io sono un lettore assiduo del suo blog, talvolta intervengo anche su alcuni suoi contributi.
Non entro nel merito delle vostre differenze di vedute. Io sono un liberale e un libertario come voi ma non ho certo la pretesa di dirimere la diatriba Locke-Marx Liberalismo-Socialismo in un post scritto oltretutto alle cinque del mattino, con tante cose da fare.
Alcune cose però è bene dirle, perché secondo me la figura dei bimbiminchia (sia detto con il massimo rispetto) la state facendo voi.
Premetto che il personaggio, in linea assoluta, non mi è affatto simpatico perché non amo chi si sottrae al confronto aspro con utenti che non condividono le sue teorie e cercano di farglielo notare.
Non avere voglia di rispondere ai dissenzienti presuppone una scarsa sicurezza nelle proprie capacità argomentative.
Inoltre io diffido, per esperienza personale, degli informatici che ad un tratto fanno il salto e passano dal tecnicismo della scienza informatica all'intellettualismo, quantunque ammantato di praticità analitica.(Uriel da quanto ho capito è un sistemista di rete e gestore di server)
Un informatico ragiona con la logica binaria, 1 e 0. 1 è questo, 0 è quello. Un intellettuale no. Deve avere la mente aperta e considerare altri numeri, colori, odori. Indi per cui uno che ragiona con la logica binaria, quando passa all'analisi dei fenomeni umani e sociali, inevitabilmente sfocia in uno stalinismo di pensiero che cozza con la dialettica, che ad Uriel manca totalmente allorquando dall'adorazione acritica di ciò che scrive, si passa ad un'analisi più critica del suo pensiero.
Uriel Fanelli non ha dubbi, ha una sicumera che è disarmante, io lo invidio pure. Ma mi tengo stretti i miei dubbi, convinto come sono che sia meglio il dubbio intelligente di una falsa certezza.
Per finire, non sopporto l'autoreferenza che emerge dai suoi contributi e il fatto che abbia l'ego sempre in costante erezione, ma questo è un fatto puramente personale. D'altra parte il web 2.0 ha generato una pletora di aspiranti intellettuali che fanno il verso ai grandi editorialisti del passato, portando maggiore violenza espressiva ma minori contenuti qualitativi e soprattutto tanta banalità.
Anche se la banalità, a ben vedere, è uno dei pochi difetti che NON appartengono ad Uriel Fanelli. Questo inevitabilmente porta ad un altro narcisismo, tipico di chi si pone (peraltro dichiaratamente come nel suo caso) contro il mainstream. Alla fine si finisce per essere i bastian contrari di se stessi, anche a costo di andare contro il buonsenso e sfociare per l'appunto nel narcisismo.
Costante è nelle aperture dei suoi post (fateci caso) il riferimento al fatto che in tanti lo contatterebbero in privato per chiedergli di parlare di questo o di quell'altro argomento, come se si stesse parlando di un genio o di un santone.
Insomma, il personaggio è quello che è e ha parecchi difetti.
Ho tuttavia sufficiente esperienza di web (mi occupo di sviluppo e gestione di comunità virtuali dal 1999) per non comprendere come a volte l'esigenza di cassare preventivamente certi commenti, nasca dall'esigenza di mantenere il proprio blog immune da tentativi di destabilizzazione operati da personaggi che non sono propriamente animati dall'intento di avviare un dialogo.
Anche io ho delle comunità virtuali, differentemente da Uriel Fanelli io ho un approccio più moderato, consento il dissenso (e mi sembra persino comico doverlo scrivere) ma anche da me ci sono dei limiti che non consento di oltrepassare ed essi risiedono nella diffamazione e nella maleducazione.
Essendone io il proprietario, il responsabile morale e materiale, sono tenuto a dover decidere chi possa pubblicare cosa sui miei spazi.
Lo stesso vale per Uriel Fanelli ed è strano che proprio voi non lo capiate.
In questo, perdonatemi, ma mostrate poco libertarismo.
Anzitutto, mostrate una violenza espressiva che poco combacia con quella che dovrebbe essere un'analisi serena del personaggio, mostrando invece una sospetta animosità nei suoi confronti. Avete forse avuto uno scambio di vedute col personaggio? Avete cercato di violentare le sue difese, cercando di entrare nel suo blog e di dire cose che lui non vi vuol far dire?
Guardate che Uriel Fanelli non è l'ombelico del mondo. Non è la Rai (cit.) Keinpfusch è casa sua e lui ha il pieno diritto di farci entrare chi vuole, fosse anche un popolo di adepti sudditi e acritici (il suo blog questo è).
Il libertarismo, il liberalismo è anche questo. Far entrare in casa propria chi si vuole e Uriel Fanelli fa entrare a casa sua le persone che lui ritiene degne del suo mondo culturale.
Pretendere che casa propria sia a disposizione di tutti è tipico proprio dello statalismo sovietico che giustamente avversate.
Perché se è vero che ognuno ha il diritto a dire ciò che pensa, è anche vero che non si ha il diritto di dirlo a casa di tutti. Se io vado a casa di un individuo e inizio a dirgli che sua figlia lui la sta educando in maniera troppo restrittiva, trovo che sia ammissibile che il tizio mi cacci di casa, anche se magari nel merito posso avere ragione. Se uno nel suo blog vuole mantenere una certa "linea editoriale" è liberissimo di farlo e non ci può essere nessuno che mi dica niente.
La mia visione di liberalismo e libertarismo è questa e cioè: io non sono d'accordo quasi su nulla di ciò che scrive Uriel, ma ritengo che sia giusto che lui esprima ciò che pensa. Io lo leggo perché, aldilà delle cavolate che può scrivere, almeno non scrive banalità. E non è poco.
Quando ho da dire alcune cose, le scrivo, cercando di fargli capire che non sono d'accordo ma evitando polemiche pretestuose.
Il giorno che i difetti di Uriel (ne ha e come se ne ha) mi risulteranno indigesti al punto dal darmi fastidio la sua lettura, andrò alla ricerca di altri blogger con i quali interagire.
Voi non potete fare altrettanto? Il vostro libertarismo è quello di reagire alle sue farneticazioni (che voi chiamate tale, non si sa in base a quale principio universale di cui siete depositari) scrivendo un articolo che ha alcune venature rosicatorie? Fatemi capire.
Con sincerità e disponibilità ad un confronto.
Franco
Io sono un lettore assiduo del suo blog, talvolta intervengo anche su alcuni suoi contributi.
Non entro nel merito delle vostre differenze di vedute. Io sono un liberale e un libertario come voi ma non ho certo la pretesa di dirimere la diatriba Locke-Marx Liberalismo-Socialismo in un post scritto oltretutto alle cinque del mattino, con tante cose da fare.
Alcune cose però è bene dirle, perché secondo me la figura dei bimbiminchia (sia detto con il massimo rispetto) la state facendo voi.
Premetto che il personaggio, in linea assoluta, non mi è affatto simpatico perché non amo chi si sottrae al confronto aspro con utenti che non condividono le sue teorie e cercano di farglielo notare.
Non avere voglia di rispondere ai dissenzienti presuppone una scarsa sicurezza nelle proprie capacità argomentative.
Inoltre io diffido, per esperienza personale, degli informatici che ad un tratto fanno il salto e passano dal tecnicismo della scienza informatica all'intellettualismo, quantunque ammantato di praticità analitica.(Uriel da quanto ho capito è un sistemista di rete e gestore di server)
Un informatico ragiona con la logica binaria, 1 e 0. 1 è questo, 0 è quello. Un intellettuale no. Deve avere la mente aperta e considerare altri numeri, colori, odori. Indi per cui uno che ragiona con la logica binaria, quando passa all'analisi dei fenomeni umani e sociali, inevitabilmente sfocia in uno stalinismo di pensiero che cozza con la dialettica, che ad Uriel manca totalmente allorquando dall'adorazione acritica di ciò che scrive, si passa ad un'analisi più critica del suo pensiero.
Uriel Fanelli non ha dubbi, ha una sicumera che è disarmante, io lo invidio pure. Ma mi tengo stretti i miei dubbi, convinto come sono che sia meglio il dubbio intelligente di una falsa certezza.
Per finire, non sopporto l'autoreferenza che emerge dai suoi contributi e il fatto che abbia l'ego sempre in costante erezione, ma questo è un fatto puramente personale. D'altra parte il web 2.0 ha generato una pletora di aspiranti intellettuali che fanno il verso ai grandi editorialisti del passato, portando maggiore violenza espressiva ma minori contenuti qualitativi e soprattutto tanta banalità.
Anche se la banalità, a ben vedere, è uno dei pochi difetti che NON appartengono ad Uriel Fanelli. Questo inevitabilmente porta ad un altro narcisismo, tipico di chi si pone (peraltro dichiaratamente come nel suo caso) contro il mainstream. Alla fine si finisce per essere i bastian contrari di se stessi, anche a costo di andare contro il buonsenso e sfociare per l'appunto nel narcisismo.
Costante è nelle aperture dei suoi post (fateci caso) il riferimento al fatto che in tanti lo contatterebbero in privato per chiedergli di parlare di questo o di quell'altro argomento, come se si stesse parlando di un genio o di un santone.
Insomma, il personaggio è quello che è e ha parecchi difetti.
Ho tuttavia sufficiente esperienza di web (mi occupo di sviluppo e gestione di comunità virtuali dal 1999) per non comprendere come a volte l'esigenza di cassare preventivamente certi commenti, nasca dall'esigenza di mantenere il proprio blog immune da tentativi di destabilizzazione operati da personaggi che non sono propriamente animati dall'intento di avviare un dialogo.
Anche io ho delle comunità virtuali, differentemente da Uriel Fanelli io ho un approccio più moderato, consento il dissenso (e mi sembra persino comico doverlo scrivere) ma anche da me ci sono dei limiti che non consento di oltrepassare ed essi risiedono nella diffamazione e nella maleducazione.
Essendone io il proprietario, il responsabile morale e materiale, sono tenuto a dover decidere chi possa pubblicare cosa sui miei spazi.
Lo stesso vale per Uriel Fanelli ed è strano che proprio voi non lo capiate.
In questo, perdonatemi, ma mostrate poco libertarismo.
Anzitutto, mostrate una violenza espressiva che poco combacia con quella che dovrebbe essere un'analisi serena del personaggio, mostrando invece una sospetta animosità nei suoi confronti. Avete forse avuto uno scambio di vedute col personaggio? Avete cercato di violentare le sue difese, cercando di entrare nel suo blog e di dire cose che lui non vi vuol far dire?
Guardate che Uriel Fanelli non è l'ombelico del mondo. Non è la Rai (cit.) Keinpfusch è casa sua e lui ha il pieno diritto di farci entrare chi vuole, fosse anche un popolo di adepti sudditi e acritici (il suo blog questo è).
Il libertarismo, il liberalismo è anche questo. Far entrare in casa propria chi si vuole e Uriel Fanelli fa entrare a casa sua le persone che lui ritiene degne del suo mondo culturale.
Pretendere che casa propria sia a disposizione di tutti è tipico proprio dello statalismo sovietico che giustamente avversate.
Perché se è vero che ognuno ha il diritto a dire ciò che pensa, è anche vero che non si ha il diritto di dirlo a casa di tutti. Se io vado a casa di un individuo e inizio a dirgli che sua figlia lui la sta educando in maniera troppo restrittiva, trovo che sia ammissibile che il tizio mi cacci di casa, anche se magari nel merito posso avere ragione. Se uno nel suo blog vuole mantenere una certa "linea editoriale" è liberissimo di farlo e non ci può essere nessuno che mi dica niente.
La mia visione di liberalismo e libertarismo è questa e cioè: io non sono d'accordo quasi su nulla di ciò che scrive Uriel, ma ritengo che sia giusto che lui esprima ciò che pensa. Io lo leggo perché, aldilà delle cavolate che può scrivere, almeno non scrive banalità. E non è poco.
Quando ho da dire alcune cose, le scrivo, cercando di fargli capire che non sono d'accordo ma evitando polemiche pretestuose.
Il giorno che i difetti di Uriel (ne ha e come se ne ha) mi risulteranno indigesti al punto dal darmi fastidio la sua lettura, andrò alla ricerca di altri blogger con i quali interagire.
Voi non potete fare altrettanto? Il vostro libertarismo è quello di reagire alle sue farneticazioni (che voi chiamate tale, non si sa in base a quale principio universale di cui siete depositari) scrivendo un articolo che ha alcune venature rosicatorie? Fatemi capire.
Con sincerità e disponibilità ad un confronto.
Franco
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