"Qual è il tuo scopo? Per quale secondo fine fai quello che fai? Cosa speri di ottenere? Cosa ci guadagni? Vuoi vendere qualcosa?"
Domande. Lecite, dirette, brutali se volete, ma pur sempre domande. Perché allora, mi è stato chiesto, io e tanti altri come me facciamo ciò che facciamo, ovvero diffondiamo informazioni e conoscenza scomode, di cui non c'è traccia sui media di regime, anche a costo di trascurare le nostre abituali attività di vita quotidiana? Cosa ci spinge?
Bella domanda. Ho esitato non poco a dare una risposta, e badate non sto parlando della risposta da dare alla persona che mi ha rivolto la domanda, ma a me stesso.
Già, perché lo facciamo? Intanto mi pare chiaro che posso rispondere solo per me, visto che leggere nella testa degli altri che, come me e più di me, diffondono informazioni è una capacità che ancora non ho acquisito (ma non demordo). Lo ammetto: trovo una difficoltà tremenda a spiegare perché lo faccio. Al solo pensiero mi si affollano e accavallano nella mente tante immagini, e ciascuna spinge per portarsi più avanti delle altre.
Ecco la prima, provo a tradurla in parole: per amore della verità. Tradotta male, lo so, scioccamente banalizzata, non rende per quanto vedo e sento dentro di me. Meglio rinunciare a spiegarla, altrimenti mi sembra di scimmiottare qualche passo del libro Cuore scritto da quel massone di De Amicis. Eppure questa esigenza dentro di me è forte, è una spinta vigorosa, e silenziosa; è dolce, è color pastello e leggera, mai pesante, armoniosa come il suono vibrante di un violino.
E poi perché, ecco un'altra immagine, sogno un mondo migliore. Migliore come? Difficile anche questo da spiegare, perché rischio di tradurre una visione in programma, un sogno in punti da elencare, la mia umanità in merce da vendere.
Ed ecco una terza immagine, tradotta si riassume più o meno così: perché un essere umano è un essere umano e finché se ne ricorda nessuno può cancellare o ridurre o schiacciare la sua dignità e la sua libertà.
Allora, perché lo faccio? Perché SO CHE E' GIUSTO FARLO E NON MI INTERESSA SE CONDURRA' O MENO AD UN RISULTATO. PERCHE' L'UNICO RISULTATO CONSISTE SEMPLICEMENTE NEL FARE CIO' CHE SENTO GIUSTO FARE. E POI PER LA SOVRANITA'. MA ANCHE QUESTA PAROLA MI EVOCA IMMAGINI CHE NEMMENO PROVO A TRADURRE IN PAROLE.
Non ho risposto alla domanda? Si, non ho risposto secondo le aspettative della persona che la domanda mi ha rivolto.
Ma è stata un'ottima occasione per rispondere a me stesso.
E ne sono spudoratamente fiero.
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Elia Menta, link originale
Domande. Lecite, dirette, brutali se volete, ma pur sempre domande. Perché allora, mi è stato chiesto, io e tanti altri come me facciamo ciò che facciamo, ovvero diffondiamo informazioni e conoscenza scomode, di cui non c'è traccia sui media di regime, anche a costo di trascurare le nostre abituali attività di vita quotidiana? Cosa ci spinge?
Bella domanda. Ho esitato non poco a dare una risposta, e badate non sto parlando della risposta da dare alla persona che mi ha rivolto la domanda, ma a me stesso.
Già, perché lo facciamo? Intanto mi pare chiaro che posso rispondere solo per me, visto che leggere nella testa degli altri che, come me e più di me, diffondono informazioni è una capacità che ancora non ho acquisito (ma non demordo). Lo ammetto: trovo una difficoltà tremenda a spiegare perché lo faccio. Al solo pensiero mi si affollano e accavallano nella mente tante immagini, e ciascuna spinge per portarsi più avanti delle altre.
Ecco la prima, provo a tradurla in parole: per amore della verità. Tradotta male, lo so, scioccamente banalizzata, non rende per quanto vedo e sento dentro di me. Meglio rinunciare a spiegarla, altrimenti mi sembra di scimmiottare qualche passo del libro Cuore scritto da quel massone di De Amicis. Eppure questa esigenza dentro di me è forte, è una spinta vigorosa, e silenziosa; è dolce, è color pastello e leggera, mai pesante, armoniosa come il suono vibrante di un violino.
E poi perché, ecco un'altra immagine, sogno un mondo migliore. Migliore come? Difficile anche questo da spiegare, perché rischio di tradurre una visione in programma, un sogno in punti da elencare, la mia umanità in merce da vendere.
Ed ecco una terza immagine, tradotta si riassume più o meno così: perché un essere umano è un essere umano e finché se ne ricorda nessuno può cancellare o ridurre o schiacciare la sua dignità e la sua libertà.
Allora, perché lo faccio? Perché SO CHE E' GIUSTO FARLO E NON MI INTERESSA SE CONDURRA' O MENO AD UN RISULTATO. PERCHE' L'UNICO RISULTATO CONSISTE SEMPLICEMENTE NEL FARE CIO' CHE SENTO GIUSTO FARE. E POI PER LA SOVRANITA'. MA ANCHE QUESTA PAROLA MI EVOCA IMMAGINI CHE NEMMENO PROVO A TRADURRE IN PAROLE.
Non ho risposto alla domanda? Si, non ho risposto secondo le aspettative della persona che la domanda mi ha rivolto.
Ma è stata un'ottima occasione per rispondere a me stesso.
E ne sono spudoratamente fiero.
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Elia Menta, link originale
5 commenti:
Sono uscito stamattina a mezzogiorno
per disfarmi dai centesimi di torno
ho comprato cinque scatole di tonno
in offerta relativa ma senz'olio
risparmiando un intero e un mezzo euro
c'era il sole risplendente a tutto tondo
nonostante la cassiera avesse il broncio
per un attimo ho pensato ad un film porno
poi l'erbaccia e l'immondizia tutt'intorno
mi hanno preso per un corno
riportandomi disadorno al mio dovere
sono solo con un asse ed un tagliere
ed in mano un temibile coltello
mentre muto se ne sta il televisore
ho sentito un fruscio freddo e sinistro
un bagliore turpe scintillare
era la Morte anzi la sua lama
ma è fuggita rovesciando l'insalata.
forse è meglio che mi specchi solo a sera.
Riempiti d'infinito figlio mio
sfondatene le tasche
fallo con ogni attrezzo
come se camminassi in mezzo
alle foglie del noce accartocciate
nell'aria mesta d'umide molecole
lì nei gusci corrugati attendono
nuova vita anonimi gherigli
tutti tranne qualcuno
verranno disfatti e divorati
quando il tempo sarà compiuto
tronchi maestosi saranno divenuti
quei qualcuno a caso scelti
per il rinnovo del prodigio
ti tramando le mie dieci dita
sono fatte per quello scopo
riempiti d'infinito
nessun vuoto buio
sarà per te tremendo.
Beato sii
Muschio delle infradicite gronde
Perché di squame di tegole obsolete
Liquame d’alati ed intemperie
Ne fai velluto invitante le carezze
Beati siate voi tutti
Camole moscerini e ragni
Pulci vespe e scarafaggi
Perché sgusciando imperterriti da crepe ed orifizi
Ci ricordate l’ineluttabile impotenza dei tiranni
Beati siete
Pipistrelli gatti passeri e randagi
E pure voi gabbiani piccioni e ratti
Perché siete vivi e sinceri testimoni
Che la nostra sapienza
Sovente abortisce spazzatura
La vostra astuzia invece si rigenera perenne
Beata sarai
Emarginata pietra d’ogni razza
Perché la brezza che un tempo t’imperlava di rugiada
Ed ora di croste e bulloni ti ricopre
Ti permette d’espiare la condanna
Per quando ti rendesti
Complice di delitti millenari
Beati saremmo
Anche noi umani
Se nei conflitti creduti inevitabili
Cercassimo l’ago smarrito del consenso
Se raccogliessimo l'opinione perspicace
Tra le follie della ragione
Sfilassimo fibre e trame
Dall' evidente orrore universale
Per ordire più vaste estasi
Diventeremmo come demiurghi
Perché nomi e sembianze sassi piante bestie
E noi compresi tutti
Originammo insieme esclusivamente
Da una quiete irremovibile e una sfrenata fantasia
Che infine si misero d’accordo.
Sospetto non sia altro
il nostro mondo vario
che sèguito di taglio
nell’assoluto denso
se produsse ferita in carne viva
od orizzonti su vuoti non visibili
non sappiamo come sapere prima
bastò un fendente unico
quello fu il miracolo
il secondo l’ennesimo dei colpi
non furono che apparente
suddivisione d’infrangibile
oppure per noi che amiamo
contare l’inesauribile
moltiplicazione di ente singolare
mistero è che lama e mano
sfuggono dalla flagrante azione
siamo genìa di quell’intaglio
mosso da un intento primo
in bilico tra un desiderio
d’onnipotenza e annientamento
umano che si ritrae
dopo estenuante indagine
e quieto contempla il varco
è essere che sa farsi lieto.
l'infinito ... è dentro di noi, Leopardi lo sapeva benissimo nei suoi apici di gioia e tristezza. anche tu sembra che lo conosci:
non furono che apparente
suddivisione d’infrangibile
oppure per noi che amiamo
contare l’inesauribile
Beati saremmo
Anche noi umani
Se nei conflitti creduti inevitabili
Cercassimo l’ago smarrito del consenso
Se raccogliessimo l'opinione perspicace
Tra le follie della ragione
Compliemnti, mi piace e me la copio!
Mi rallegra constatare che la poesia serve ancora a qualcosa.
Non che mi fossi rassegnato alla sua definitiva inutilità,
ma la laidezza e lo squallore imperante ai vertici e giù fino
alle suburre mi faceva pensare a quanto lunga poteva essere ancora 'a nuttata.
un saluto,Marco Sclarandis.
Molto bella, vero Marco?
Mi piace molto, il mondo dovrebbe essere in mano agli artisti :-))))
Grazie! Ma io devo ringraziare la musa che me le ha ispirate.
Questa compresa:
Bestia canina che non fai le fusa
ma mi fai con zampa e coda
da ispiratrice musa e mi ritrovi sia
la calzatura fetida che il perduto umore
in mezzo a scadenze e vari intrusi
non inseguirmi il gatto tanto
non l'acchiapperesti mai
ricorda che sei un principe
seppure nel rango degli odoratori
tra noi che inseguiamo onori
adoriamo concatenare nomi
sguinzagliamo segugi incappottati
a seguire subodorati ardori
pure dentro sordidi rifugi
si dice ci spiavi in branco fino
dai tempi di caverne e clave
quanta pelliccia stesa e rosa
quante frattaglie divorate e ossa
abbiamo lavorato insieme
eppure abbaio da cane ancora
e tu di parlare neanche se ne parla.
Un saluto
Marco Sclarandis
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