"THE END"

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sabato 15 settembre 2012

“PER IL PIU' LIBERO DI VOI LA LIBERTA' NON E' CHE UNA PRIGIONE”

“PER IL PIU' LIBERO DI VOI LA LIBERTA' NON E' CHE UNA PRIGIONE”


“Può accadere che un gusto eccessivo per i beni materiali porti gli uomini a mettersi nelle mani del primo padrone che si presenti loro - In effetti, nella vita di ogni popolo democratico, vi è un passaggio assai pericoloso. Quando il gusto per il benessere materiale si sviluppa più rapidamente della civiltà e dell'abitudine alla libertà, arriva un momento in cui gli uomini si lasciano trascinare e quasi perdono la testa alla vista dei beni che stanno per conquistare. Preoccupati solo di fare fortuna, non riescono a cogliere lo stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti. In casi del genere, non sarà neanche necessario strappare loro i diritti di cui godono: saranno loro stessi a privarsene volentieri.
Se un individuo (poi) abile ed ambizioso, riesce ad impadronirsi del potere, in un simile momento critico, troverà la strada aperta a qualsivoglia sopruso. Basterà che si preoccupi per un po’ (o finga) di curare gli interessi materiali e nessuno lo chiamerà a rispondere del resto, che garantisca l'ordine anzitutto! Una nazione che chieda al suo governo il solo mantenimento dell'ordine, è già schiava in fondo al cuore, schiava del suo benessere e da un momento all'altro può presentarsi l'uomo destinato ad asservirla. Quando la gran massa dei cittadini vuole occuparsi solo dei suoi affari privati, i più piccoli partiti possono impadronirsi dei loro diritti. Non è raro allora vedere sulla vasta scena del mondo, delle moltitudini rappresentate da pochi uomini che parlano in nome di una folla assente o disattenta, che agiscono in mezzo all'universale immobilità disponendo a capriccio, di ogni cosa: cambiando leggi e tiranneggiando a loro piacimento sui costumi; tanto che non si può fare a meno di rimanere stupefatti nel vedere in che mani indegne e deboli possa cadere un grande popolo, e ogni riferimento è puramente casuale” - Alexis de Tocqueville, da " La democrazia in America ", 1840

E’ per me umanamente inspiegabile il fatto (unico per altro nella storia del sistema solare) che miliardi di persone rese schiave e asservite in toto alle logiche del Sistema Liberista, nutrano ancora la convinzione di ritenersi libere. 

Siamo a tal punto dipendenti e assuefatti alle perversioni che il Sistema Bestia ci spaccia come libertà e diritti, che il solo pensiero di crederci liberi, è un tale esercizio di illusionismo da essere codificato nella sfera del demenziale e della deficienza. Siamo stati privati di quella autonomia che un tempo traduceva i comportamenti umani in elementi di diversità, creatività e ispirazione e che oggi, sotto la pressante operazione di plagio mediatica, si sono tradotti in omologazione e schiavitù!
Libero è quell’uomo capace di scrollarsi di dosso ogni potere, oppressione e imposizione, in grado di decidere della propria vita e morte, sulla spinta propulsiva della sua forza di volontà e passione. Oggi non siamo che numeri spenti e se non cominciamo ad addizionare, sottrarre, dividere e moltiplicare, presto saremo il nulla.
La libertà è una conquista e ha sempre un prezzo. Diversamente è licenza, contraffazione e mistificazione - una scelta opportunista motivata da una crisi di valori, di identità e relativa ad una totale mancanza di volontà, oggettività e autostima, sdoganata dal Sistema, per mero profitto ed effimero potere.
Che significato i nostri figli, domani, daranno al concetto di libertà quando gli stessi padri sono privi dei reali parametri di riferimento, necessari e indispensabili, al fine di addivenire a conclusioni di stampo etico, morale e di vera civiltà?
Il relativismo culturale che le nuove generazioni erediteranno, è la più grande sciagura nella storia dell’umanità. Crederanno davvero che la chirurgia estetica, il divorzio e l’aborto siano sinonimo di conquiste di libertà o, non di meno, degli escamotages (oggi platealmente definiti diritti) che, risolvono si, il problema dal punto di vista tecnico, ma ben lontani dal produrre gli anticorpi necessari a contrastare la degenerazione e l’appiattimento della coscienza individuale?
Non è nel trionfo del “meno peggio”, che daremo un futuro alle generazioni a venire.

Crederanno davvero che l’inquinamento delle nostre acque e del territorio sia il risultato del progresso? Che le bombe intelligenti, fatte esplodere sulla testa di persone innocenti, sia la giusta, sola e unica condizione per preservare e consolidare la libertà di tutti? Che il traffico di organi, l’uso di droghe sintetiche, gli abusi sistematici sui minori, la prostituzione dilagante, siano semplicemente i normali e logici effetti collaterali (male fisiologico) di quella medicina (la libertà), in assenza della quale le nostre società sarebbero in preda all’anarchia più totale; il prezzo da pagare per essere liberi? Che la propaganda populista e mediatica di prodotti inutili, inefficaci e dannosi, rientri nelle logiche di una società libera e che il lordume morale di cui trasudano i programmi televisivi, sia la connotazione (nel bene o nel male), del diritto alla libertà di informazione?
La verità è che siamo schiavi di tutto questo per avere abdicato alle nostre debolezze e dipendenze, e barattato la dignità e il buon senso in cambio dell’illusione e della seduzione dell’effimero che, come neve al sole, si sta sciogliendo sotto la rovente luce della modernità e di una libertà martoriata e mercificata.


“La libertà è arricchimento di nuove conquiste e non la rimozione di ciò che troviamo scomodo” – J.T.


L’individuo autenticamente libero, é dotato di solida volontà, consapevolezza e di un’indipendenza mentale eccezionale, che gli deriva da un ossessivo bisogno di verità e di giustizia. Quell’onestà intellettuale e capacità critica in grado di trasformare i propri ragionamenti o intuizioni, in conclusioni realistiche. La libertà, è la risultante di un’operazione di bonifica da pregiudizi, egoismi, personalismi, interessi particolari e ideologie.


Oggi, lo slogan della libertà, è l’ultimo rifugio del populismo e della demagogia di politici e imprenditori malfattori, legati a doppio nodo con potere finanziario, economico e criminale.
Sono gli squallidi personaggi del sottobosco culturale, assurti al rango di “grandi diseducatori”. Sono i commercianti della comunicazione, che hanno dispensato alle società, ignoranza, qualunquismo e miseria morale.


L’errore imperdonabile e per questo fatale dell’uomo generato dalla fumosa, tossica e caotica rivoluzione industriale, sta nell’avere rimosso e sostituito gli imperituri parametri etici, con altri, di natura psico/patologica e opportunista.
Questa prima opera di smantellamento e di rimozione arbitraria dell’impianto etico originario, ha prodotto, in seguito, quello che, oggi, é un mondo di schiavitù e che, alle catene, ha sostituito le dipendenze e l’omologazione .
Via via, poi, affinché il cammino intrapreso non fosse ostacolato da alcun che, ogni tabù è stato superato, mortificato e reso ridicolo, e la morale, la spiritualità e religiosità, svuotate del loro intento riedificatore e di aggregazione solidale.


Gianni Tirelli




http://caneliberonline.blogspot.com/

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