Son
tempi questi in cui ricorre la domanda : Perché?
Ci si
chiede come si possa essere arrivati sin qui, come si sia arrivati a compromettere
l'equilibrio planetario, come si sia potuto permettere che il potere divenisse elitario, rarefatto e così arrogante. Come mai l'essere umano non cambi mai, non evolva e
ancor meno cambi e si evolva la qualità delle sue relazioni e dei suoi rapporti
di forza. Mille domande, sempre più
ansiose, concitate, rabbiose. Che spesso danno luogo ad una sorta di sordo
rancore, che brucerebbe e distruggerebbe tutto e tutti. Le risposte poi rischiano di essere persino peggiori
del male che vorrebbero curare.
Spesso,
la storia ce lo insegna, si è risposto alle sollecitazioni
del destino e degli eventi con moti di rabbia,giustificati, sicuramente, dall'arroganza e dalla
violenza del potere, ma che hanno prodotto solo delle sostituzioni di personale
nella stanza dei bottoni, senza
modificare affatto, se non a parole, la sostanza dei rapporti che organizzano
le gerarchie sociali.
Eppure,
questa rabbia e la conseguente volontà rivoluzionaria erano ampiamente
giustificate...come lo sono oggi, le intenzioni di partenza oneste, rette,
eticamente alte, a tratti eroiche, eppure...ci si è sempre trovati, alla
fine a stringere un pugno di mosche ed un gruppo di tristi personaggi,più
astuti, più duri, più decisi e più bastardi dentro, si è
impossessato del volante ed in nome del popolo ha riprodotto il rapporto
di potere di sempre.
Dove
l'errore? Dove la parzialità, l'incompletezza della domanda,
dell'esigenza che ha sotteso ed ancora sottende questa giustificata furia
ed ansia di
giustizia? Perché le mille rivolte anti-sistema hanno prodotto,
degenerando, a loro volta sistemi oppressivi ed, a volte, persino peggiori di quelli
precedenti? Perché l'essere umano
ripete questa cosa terribile?Una delle possibili risposte sta
nella cultura di fondo, troppo spesso comune, quasi sempre condivisa. Questa base comune non può che produrre modelli
comuni,pensieri e visioni che al di
là della differenza retorica, troppo spesso sono vergognosamente simili. C'è un
motivo quindi per il quale la chiesa si è presa la briga attorno all'anno mille
di impossessarsi e riscrivere, materialmente parola per parola, tutta la
cultura del passato. Filtrandola ed uniformandola ad un modello di potere che
si è riprodotto per secoli ed ancora si riproduce.
Così
come c'è un motivo per il quale quasi tutti personaggi che hanno
interpretato la storia, da qualsiasi parte la si legga e la si guardi sono di
scuola ecclesiale o massonica (quindi ecclesiale). Essi
erano consapevoli di un dato fondamentale cioè che senza un retroterra
spirituale (in affermazione o in negazione, poco importa) non si produce alcun reale
movimento della volontà collettiva. Questo dualismo, per cui gli opposti
si supportano confermandosi vicendevolmente è il modello contro il quale si è
infranta qualsiasi speranza di cambiamento reale.
La cultura dell'uomo
fallibile, imperfetto che, purtroppo, ha una natura rapace e predatoria, in
eterno combattimento con la tentazione e che si libera solo tramite l'apporto
dell'opportuna dose di preghiere, preci ed assoluzioni. Sovrapposto ad un illuminismo pseudo
liberale che separa in modo del tutto formale le cose dello spirito da quelle
del potere.
L'intervento del cambiamento quindi, per spostare realmente qualche cosa, dovrebbe intervenire sulle premesse, sulle domande fondamentali, in quella sfera che normalmente i pragmatici liquidano immediatamente definendola area dell'utopia.
Una modificazione che non dia risposte in quell'area non è cambiamento...è altro!
Il potere si realizza in un rapporto individuale. Altrimenti sarebbe solo una conta di maggioranze, che non è affatto. Questo rapporto individuale deve essere modificato.E' lì che si deve intervenire. Sempre che si voglia davvero cambiare il mondo, ma se questo è vero, qual'è allora la chiave della ribellione? Se la contrapposizione degli opposti riproduce in eterno il modello attuale come affrancarsi?
Farò adesso una domanda che può far sorridere...sicuramente lo farà fare agli esperti di ogni cosa, ai maestri del Grande Nulla.
Perché siamo qui? Cosa dobbiamo imparare da questo cammino terreno? La risposta a questa domanda è correlata in modo molto importante alla domanda precedente.
Dobbiamo imparare ad essere l'amore che ci ha originati, questa è la risposta che danno tutte le grandi correnti spirituali, religiose o meno che siano.
Oggi più che mai si ribadisce che quasi tutte le risposte dallo spirito alla scienza stanno nell'intenzione positiva ed amorevole, nel gesto armonico, nell'adeguamento ritmico, nella ricomposizione amorevole, nella premessa positiva. Quindi se questo è vero a livello spirituale e quantico, perchè nelle cose della vita invece deve valere la contrapposizione, la competizione selvaggia, la rabbia, la furia, il muro contro muro?
Chi fa di tutto perché questa convinzione, che l'unica soluzione stia nello scontro si perpetui e permanga all'infinito? Chi si prepara, conoscendo benissimo gli esseri umani, a questo allestendo eserciti e strutture oppressive? Chi si aspetta e fomenta la rabbia, l'odio, la contrapposizione, come unica risposta ad ogni problematica?
Però se questo è quello che il potere si aspetta non è anche quello che più gli conviene? Se le cose stanno così allora perché non cercare nell'amore l'unica risposta possibile? Perchè non privare il potere del suo giochino? Perché non destabilizzarli proprio privandoli di quella reazione inconsulta e prevedibile che è anche il loro supporto. Facendosi scivolare addosso le loro iniziative di controllo, negando loro il diritto ad attuarle, negando il loro modello duale.
L'intervento del cambiamento quindi, per spostare realmente qualche cosa, dovrebbe intervenire sulle premesse, sulle domande fondamentali, in quella sfera che normalmente i pragmatici liquidano immediatamente definendola area dell'utopia.
Una modificazione che non dia risposte in quell'area non è cambiamento...è altro!
Il potere si realizza in un rapporto individuale. Altrimenti sarebbe solo una conta di maggioranze, che non è affatto. Questo rapporto individuale deve essere modificato.E' lì che si deve intervenire. Sempre che si voglia davvero cambiare il mondo, ma se questo è vero, qual'è allora la chiave della ribellione? Se la contrapposizione degli opposti riproduce in eterno il modello attuale come affrancarsi?
Farò adesso una domanda che può far sorridere...sicuramente lo farà fare agli esperti di ogni cosa, ai maestri del Grande Nulla.
Perché siamo qui? Cosa dobbiamo imparare da questo cammino terreno? La risposta a questa domanda è correlata in modo molto importante alla domanda precedente.
Dobbiamo imparare ad essere l'amore che ci ha originati, questa è la risposta che danno tutte le grandi correnti spirituali, religiose o meno che siano.
Oggi più che mai si ribadisce che quasi tutte le risposte dallo spirito alla scienza stanno nell'intenzione positiva ed amorevole, nel gesto armonico, nell'adeguamento ritmico, nella ricomposizione amorevole, nella premessa positiva. Quindi se questo è vero a livello spirituale e quantico, perchè nelle cose della vita invece deve valere la contrapposizione, la competizione selvaggia, la rabbia, la furia, il muro contro muro?
Chi fa di tutto perché questa convinzione, che l'unica soluzione stia nello scontro si perpetui e permanga all'infinito? Chi si prepara, conoscendo benissimo gli esseri umani, a questo allestendo eserciti e strutture oppressive? Chi si aspetta e fomenta la rabbia, l'odio, la contrapposizione, come unica risposta ad ogni problematica?
Però se questo è quello che il potere si aspetta non è anche quello che più gli conviene? Se le cose stanno così allora perché non cercare nell'amore l'unica risposta possibile? Perchè non privare il potere del suo giochino? Perché non destabilizzarli proprio privandoli di quella reazione inconsulta e prevedibile che è anche il loro supporto. Facendosi scivolare addosso le loro iniziative di controllo, negando loro il diritto ad attuarle, negando il loro modello duale.
Questo
significa subire? Tutt'altro, potrebbe voler dire, al contrario,
radicalizzare la propria distanza e differenza, praticando, proponendo e
pensando contro-potere, contro-cultura...tirandosi fuori dal
sistema.
Negando che questo sia il miglior mondo
possibile, ma non contrapponendo il
colpo su colpo, anzi, lasciando proprio a loro tutti colpi, ma negandogli
la nostra partecipazione, bloccando il sistema per
mancata complicità...piano, piano, pezzo per pezzo. Senza urla, senza insulti
senza bandiere e tifoserie, ma negandogli quotidianamente il diritto ad
influenzarci a dirigere la nostra volontà, ma amando sempre e comunque,
nonostante tutto, perché è per questo che siamo qui.
Namastè
PS: Grande Rosa, non posso mancare di rinnovarti i miei più sentiti complimenti! In una pagina hai detto tutto, non si può aggiungere altro al tuo testo. Perfetto direi.
Sei grande, per il tuo pensiero, le tue gesta e il tuo blog che tieni in piedi, che ti rappresenta. Cosa ti avevo detto tempo fa? Ricordi? ... rinnovo il mio sentimento ... un abbraccio da una persona che dal sistema si è tolta, e se aspettano la mia intelligenza, poca che sia, o la mia energia per mantenerlo in piedi fanno davvero poca strada, e non intendo donarla a chi la usa per far del male, e se tutto questo è stato possibile è proprio grazie a quello che tu nomini: AMORE. Io parlo molto poco nei miei post di amore, se non mai, perché come sempre chi racconta di agire non lo fa ... chi agisce, invece, non lo racconta a nessuno!
Dioniso777
1 commento:
Grazie Dioniso, per l'apprezzamento che esprimi nella nota post scriptum.
Sono molto d'accordo anche sull'ultima frase che scrivi...è anche il mio pensiero, e infatti lo sttolineavo rispondendo ieri, ad un commento di un amico e che ti riporto qui:
"convengo sul fatto che il vero amore incondizionato sia silenzioso e piuttosto defilato, sicuramente un scelta individuale che diventa collettiva per osmosi ed invade il mondo per la sua forza intrinseca, non certo per un accurato marketing."
Un abbraccio con rinnovata stima ed affetto, caro Dioniso!
Namastè
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