Effetto
domino. Questo è quello che si prospetta per l’economia “occidentale”, Europa -
USA.
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com/
Il destino imminente della Grecia – e dell'euro – è nelle mani di un marxista “della motocicletta” dalla faccia da ragazzo. Alexis Tsipras, leader della coalizione Syriza, ha giurato di stracciare il deprecato Memorandum (così viene chiamato il pacchetto di aiuti della “troika” UE-FMI [-BCE]).
Tsipras non ha mostrato nessun ripensamento nell'incontro con il presidente del suo paese e nei colloqui per la formazione di un irrealistico Fronte della Sinistra. “Il verdetto popolare rende chiaramente il pacchetto di aiuti nullo e inefficace,” ha detto.
A quelli che vedono in questa sfida provocatoria il pericolo di una caduta verso un default conclamato, una catastrofe bancaria e l'espulsione dal Sistema Monetario Europeo, egli ribatte che la Grecia ha nelle sue mani “l'arma definitiva”. Se i leader dell'Unione si rifiutano di ammorbidire i termini [del rientro greco], la Grecia ha la capacità di far crollare l'intero sistema comunitario.
Qualcuno potrebbe venire a vedere il bluff. “Tra le nazioni creditrici la pazienza ormai è agli sgoccioli,” ha detto Blanka Kolenikova, del gruppo di analisi finanziaria IHS Global Insight. I media tedeschi riferiscono che il ministro delle finanze Wolfgang Schauble sarebbe impaziente di cacciar fuori la Grecia dall'euro, facendone un esempio salutare, nella certezza che l'Europa sia abbastanza forte da sopportare il contraccolpo. Anche questa, di converso, è un'illusione in attesa di una doccia fredda.
Arnaud Mares della Morgan Stanley ha detto che una fuoriuscita greca darebbe il via a “una massiccia emorragia di capitali” da tutti gli stati vulnerabili dell'Unione Monetaria. “Potrebbe causare il completo disfacimento dell'euro.”
È un momento pericoloso sia per l'Europa sia per i mercati globali. La Grecia non ha un governo che governi. Deve prendere una decisione su una serie di titoli da rimborsare, a cominciare da questa settimana. E le decisioni difficili non possono aspettare le nuove elezioni di giugno, sempre ammesso che si tengano.
I titoli di nuova emissione, dopo che gli investitori privati hanno subito un haircut [1] del 75% in marzo, vengono già scambiati in un clima di estrema difficoltà, raggiungendo un interesse del 21% su dieci anni. L'accordo europeo che avrebbe messo fine a tutti gli accordi è fallito in appena un paio di mesi.
Questa disastrosa catena di avvenimenti ha essenzialmente screditato la politica di gestione della crisi imposta in Europa dalla Germania. La stretta monetaria e fiscale ha spinto quasi tutta l'Europa meridionale nella “spirale mortale” della deflazione, con la prospettiva di trascinarsi dietro a breve il resto dei paesi. Perfino l'Olanda vive attualmente una grave recessione.
Una ribellione era inevitabile. E alla fine è arrivata. Giovedì la Commissione Europea ha richiesto un pacchetto rapido di investimenti per fermare la spirale discendente. Tutto questo segue a strettissimo giro la richiesta del presidente della BCE Mario Draghi di un “pacchetto per la crescita”. Le istituzioni dell'Unione Europea stanno sfuggendo al controllo della Germania.
L'elezione di François Hollande in Francia ha radicalmente modificato l'equilibrio dei poteri in Europa, e il furore popolare ha fatto il resto in tutta una serie di democrazie.
Ci sono segnali che indicano come l'Italia possa mettersi a tavola con la Francia, e scartare quello che non gli piace del Fiscal Compact europeo. Il PDL di Silvio Berlusconi ha detto che non appoggerà alcuna ratifica che non includa l'emissione di eurobond e la trasformazione della BCE in prestatore di ultima istanza. Il partito ha rimproverato al premier italiano Mario Monti di comportarsi come un “rappresentante politico della Germania”.
La brusca svolta del PDL fa seguito alla sconfitta elettorale subita in Italia settentrionale la scorsa settimana, in cui il cane sciolto Beppe Grillo ha ottenuto il 20% dei voti a Parma e il 15% a Genova.
Il signor Monti non può far passare l'accordo senza l'approvazione di Berlusconi. I piani, tanto ben congegnati, per ottenerne la ratificazione contemporaneamente in Germani e in Italia, sono ormai carta straccia.
La signora Merkel ha detto che accoglierà il signor Hollande a braccia aperte, ma per quel che riguarda la gestione della crisi ha tirato avanti come se la ribellione non ci fosse stata affatto. “Il Fiscal Pact non è negoziabile,” ha detto, insistendo sul fatto che i trattati europei non possono essere ridiscussi, una volta che i parlamenti hanno cominciato a ratificarli.
Questo è falso. La Costituzione Europea venne abbandonata dopo che Francia e Olanda votarono “No” ai referendum del 2005.
Berlino spera di ammansire Parigi con un ruolo più sostanzioso nella Banca Europea per gli Investimenti e un pacchetto per la crescita, forse aggiunto come appendice al trattato fiscale. I funzionari della cancelleria tedesca pensano che i discorsi di Hollande fossero solo aria fritta elettorale, e che cambierà tattica come fece una decina di anni fa il socialdemocratico Gerhard Schroeder, una volta in carica.
Questo potrebbe essere un errore di valutazione, che non riesce a percepire la profonda irritazione diffusa in Europa. Nel suo discorso dopo la vittoria elettorale, il signor Hollande è stato categorico. “Ora la mia missione è quella di donare all'Europa crescita, posti di lavoro, prosperità e un futuro. L'austerity non è una condanna inappellabile,” ha detto. In Francia possono anche chiamarlo “Flanby” (come un tipo di creme-caramel), ma il suo aspetto mite nasconde una componente d'acciaio, e con la sua base socialista è meglio non scherzare.
Per la Germania è il momento della verità. Sin dall'inizio della crisi ha rimandato una serie di decisioni difficili. Ha detto di no a eurobond e [alle tasse sui] movimenti di capitali, arretrando di fronte al Rubicone dell'unione fiscale.
La signora Merkel ha continuato a puntare solo sull'austerity e le riforme, caricando tutto il peso del cambiamento sulle spalle dei paesi più deboli. Ha rifiutato le argomentazioni secondo cui la crisi dell'Unione Monetaria consiste essenzialmente in uno squilibrio degli scambi commerciali e finanziari tra nord e sud Europa che non può essere corretto, all'interno di un'unione [solo] monetaria, nella maniera corrente.
Il suo governo ha ignorato il fatto allarmante che una generale contrazione delle economie dell'Europa meridionale – senza la compensazione di uno stimolo monetario o un'espansione in Europa del nord – potrebbe solo portare a una replica degli errori fatti col Gold Standard nei primi anni 30 [2].
Questa fase della crisi si è conclusa. Ora è la Germania che deve adeguarsi.
Ambrose Evans-Pritchard
Fonte:
www.comedonchisciotte.org a cura di DOMENICO D’AMICO
Note del traduttore
[1] Un titolo che viene usato come garanzia (collaterale) per l'acquisto o il prestito di un altro titolo non sempre viene valutato per il suo valore di facciata. Nel caso in questione, i titoli di stato greci possono essere usati come garanzia solo per il 25% del loro valore nominale, hanno cioè subito un haircut (“taglio di capelli”) del 75%. [ Wikipedia ]
[2] Probabilmente Pritchard si riferisce al fatto che l'aderenza al sistema aureo (che affascina tanto tutti gli estremisti della destra ultraliberista, a cominciare dai Tea Party), impedendo iniezioni di moneta nell'economia reale, avrebbero aggravato gli effetti della Grande Depressione.
Le principali
nove banche americane hanno una voragine, in derivati, che per essere coperta
necessità almeno del prodotto interno lordo di 3 pianeta terra, fate un po’ voi
...
Questi economisti sono solo bambini che
stanno giocando con la dinamite,
bambini stupidi aggiungerei. Un pensiero mi va immediatamente allo spread,
l’arma terrorista usata per spaventare i cittadini che nemmeno sanno cos’è e
non conoscono neppure i derivati la maggior parte di loro, investono magari, ma
non sanno cosa stanno facendo veramente… allora, se lo spread sale le banche
non investono, vendono titoli del paese interessato, o semplicemente perdono soldi, quando questo
avviene i governi tassano i cittadini per tamponare la perdita, per aiutare le
banche che “soffrono” la crisi e nel frattempo sfrattano le famiglie, portano
al suicidio i disperati, (ma i
terroristi siete voi che scrivete su di uno striscione che sono usurai!), allora,
dicevo, le banche chiedono ai governi di recuperare denaro dal popolo, il
popolo paga il pizzo al governo che a sua volta lo versa alle banche, il
cittadino spende meno e chiede prestiti per pagare i debiti, ma per i prestiti
hanno chiuso i rubinetti da tempo, gli investitori scappano, le aziende
chiudono, gli operai perdono il lavoro … e gli stati si trovano a punto e a
capo. Un sistema marcio come questo lo
capite anche voi che non siete economisti che non ha una possibilità di fuga,
la sola previsione è il collasso economico, e anche chi ha qualcosa da
parte lo rivedrà quando l’inflazione avrà fatto in modo che non valga più
niente, lo hanno fatto in passato, l’Argentina è l’ultimo paese in ordine di
tempo. Un cane impazzito che si morde la coda come questo dove pensate possa
andare? Io sento i commenti di persone che non sono esperte nel campo, ma tutti
hanno notato che la velocità degli eventi aumenta … hanno paura che il piano
non si realizzi o stanno giocando a carte scoperte perché non c’è più nulla da
nascondere? Io, mio modesto parere, opto per la seconda. Di seguito due
articoli sul panorama degli ultimi giorni, il primo sulla erdita di 2 miliardi
di dollari da parte di JP Morgan, il secondo sulla Grecia, la quale ha
intenzione di imitare l’Islanda e se ciò accade tutti gli altri crollaro di conseguenza.
Lette oggi, dopo la caduta dellla cancelliera Merkel fanno perlomeno pensare …
Buona Lettura
Dioniso777
Quando è uscita la notizia di una perdita di 2 miliardi
di dollari da parte di JP Morgan, gran parte del mondo finanziario era
assolutamente sbalordito. Ma la verità è
che questo è solo l'inizio. Questa è
solo un'anteprima molto piccola di ciò che accadrà quando vedremo il crollo del
mercato mondiale dei derivati. Quando la maggior parte degli americani
pensa a Wall Street, pensa ad un gruppo di noiosi banchieri che commerciano in
azioni e obbligazioni. Ma nel corso degli ultimi due decenni si sono
evoluti in molto più di questo. Oggi, Wall Street è il più grande casinò
a livello mondiale. Quando il le banche
"troppo grandi per fallire" fanno buone scommesse, possono fare un sacco di soldi. Quando fanno
cattive scommesse, possono perdere un sacco di soldi, e questo è esattamente
quello che è appena successo a JP Morgan. Il loro Chief Investment Office
ha fatto una serie di traffici che si sono rivelati spaventosi, e si sono
tradotti in una perdita di oltre 2 miliardi di dollari negli ultimi 40 giorni.
Ma 2 miliardi di dollari sono poca cosa rispetto alla vastità del mercato
globale dei derivati. E' stato stimato
che il valore nominale di tutti i derivati del mondo è all'incirca 600 trilioni di dollari e 1,5
quadrilioni di dollari. Nessuno conosce veramente la quantità reale, ma
quando questa bolla dei derivati alla fine scoppierà non ci sarà
abbastanza denaro in tutto il pianeta per sistemare le cose.
Purtroppo, un sacco di notizie mainstream non usano nemmeno la parola "derivati" quando
parlano di ciò che è appena successo a JP Morgan. Questa mattina ho ascoltato
con attenzione, come un giornalista ha descritto la perdita di 2 miliardi di
dollari semplicemente come una "cattiva scommessa".
E forse è più facile da capire per il
popolo americano. JP Morgan ha fatto una serie di scommesse davvero cattive e
nel corso di una conferenza, ieri sera il CEO Jamie Dimon ha ammesso che la
strategia era "imperfetta, complessa, poco esaminata, mal eseguita e mal
controllata".
La cosa divertente è che JP Morgan è considerato molto
più "contrario al rischio" della maggior parte degli altri principali
istituti finanziari di Wall Street.
Quindi, se questo
genere di cose sta accadendo a JP Morgan , allora cosa sta accadendo nel mondo in altri uffici simili?
Questa è veramente una buona domanda.
Per chi fosse interessato ai dettagli tecnici sulla
perdita di 2 miliardi di dollari, un articolo pubblicato su
CNBC ha descritto esattamente com'è avvenuta questa perdita ....
La copertura fallita probabilmente ha
coinvolto una scommessa sull'appiattimento di una curva di derivato creditizio,
La siepe fallita probabile coinvolti una scommessa sull'appiattimento di una
curva derivati di credito, parte della famiglia di indici di credito
d'investimento CDX hanno detto due fonti a conoscenza del settore, ma non
direttamente coinvolte nella questione. JPMorgan è stato poi catturato da
forti movimenti alla fine lunga della scommessa, hanno detto. L'indice CDX
espone i commercianti al rischio di credito in una vasta gamma di attività, e
prende il suo valore da un paniere di derivati su crediti individuali.
In sostanza, JP
Morgan ha fatto una serie di scommesse molto, molto cattive. Questa perdita
è stata così enorme che ha spinto persino i membri del Congresso a prenderne
atto. Di seguito lo stralcio da
una dichiarazione che il senatore degli Stati Uniti Carl Levin ha
rilasciato poche ore dopo l'uscita di questa prima notizia ....
"La perdita
enorme che JPMorgan ha annunciato oggi è solo l'ultima prova che quello che le
banche chiamano 'coperture' sono spesso scommesse rischiose che le cosiddette
banche 'troppo grandi per fallire' non devono fare."
Purtroppo, le perdite di questa attività potrebbero non
essere ancora finite. Infatti, se le cose andranno molto, molto male le perdite
alla fine potrebbero essere molto più grandi, come ha spiegato in dettaglio un
recente articolo di Zero Hedge ....
Semplice: perché sapeva con il 100% di certezza che se le
cose fossero andate molto, molto male, il contribuente, attraverso la Fed,
sarebbe venuto in suo aiuto. Per fortuna, le cose sono andate male solo
all'80% . Anche se non è ancora finita: se salgono gli spread creditizi, assumendo a 200 milioni di dollari il
DV01, e una mossa a 100 bps, JPM potrebbe subire 20 miliardi di dollari di
perdita quando tutto sarà stato detto e fatto. Ma hey: almeno
"netto" non è "lordo" e sappiamo, è sufficiente sapere che
la SEC si metterà in gioco per assicurarsi che qualcosa di simile non accada
mai più.
E già, la SEC ha annunciato un'"indagine" su questa perdita di 2 miliardi di dollari. Ma tutti
sappiamo che la SEC è fondamentalmente inutile. Negli ultimi anni i dipendenti SEC sono conosciuti più per guardare la pornografia nei loro uffici a
Washington DC che per regolamentare Wall Street.
Ma quello che è
diventato evidente è che Wall Street è completamente incapace di auto
regolarsi. Questo punto è stato sottolineato in un recente commento di Henry Blodget di Business Insider ....
Wall Street non può più essere attendibile per gestire o
anche valutare correttamente i propri rischi.
Questo in
parte perché, di volta in volta, Wall Street ha dimostrato che non sa nemmeno
quali rischi sta assumendo.
In breve, i banchieri di Wall Street sono solo un gruppo
di bambini che giocano con la dinamite.
Ci sono due ragioni per questo, nessuna delle quali si
puo ricondurre a "stupidità".
La prima ragione è che gli strumenti di gioco che le
banche utilizzano ora sono incredibilmente complicati. Warren Buffett ha descritto i
derivati come "armi di distruzione di massa". E
quelle armi sono diventate molto più complesse negli ultimi anni.
La seconda ragione
è che la struttura di incentivi di Wall Street è fondamentalmente
errata: I banchieri prendono tutto il buono se vincono le scommesse, e
qualcun altro - il governo o gli azionisti – coprono le perdite.
La seconda ragione è particolarmente insidiosa. La
cosa peggiore che possa capitare a un commerciante che manda all'aria una
scommessa enorme e demolisce la sua azienda - la cosa veramente peggiore - è di
essere licenziato. Poi passa immediatamente a trovare lavoro presso un
hedge fund e a fare peggio di quello che stava facendo prima di mandare
all'aria l'azienda.
Non abbiamo mai
imparato una delle lezioni fondamentali che avremmo dovuto imparare dalla crisi
finanziaria del 2008.
I banchieri di Wall Street assumono rischi enormi perché
il rapporto rischio/ricompensa è tutto incasinato.
Se i banchieri
fanno scommesse enormi e vincono, vincono alla grande.
Se i banchieri
fanno scommesse enormi e perdono, allora il governo
federale usa i soldi dei contribuenti per ripulire il pasticcio.
A questo tipo di
condizioni, perché non scommetterci l'azienda?
Purtroppo, la
maggior parte degli americani non sa nemmeno che cosa sono i derivati.
La maggior parte degli americani non ha idea che ci stiamo rapidamente avvicinando a una
terribile crisi dei derivati che farà sembrare la crisi del 2008 come un pic-nic di
Domenica.
Secondo il Comptroller of the Currency, le banche
"troppo grandi per fallire" hanno un'esposizione ai derivati che è assolutamente strabiliante.
Basta controllare i seguenti numeri da un rapporto ufficiale del
governo degli Stati Uniti ....
·
JPMorgan
Chase - 70,1 trilioni di dollari
·
Citibank
- 52,1 trilioni di dollari
·
Bank of
America - 50,1 trilioni di dollari
·
Goldman
Sachs - 44,2 trilioni di dollari
Quindi, la perdita di 2 miliardi di dollari per JP Morgan
è niente in confronto alla sua esposizione totale di oltre
70 trilioni di dollari. Nel complesso, le 9 banche più grandi degli Stati Uniti
hanno un totale di oltre 200 trilioni di dollari di esposizione ai derivati. Circa 3 volte le dimensioni
di tutta l'economia globale. E' difficile per la persona comune di
strada iniziare a comprendere quanto sia enorme questa immensa bolla dei
derivati. Quindi cerchiamo di non considerare troppo questa perdita di 2
miliardi di dollari da parte di JP Morgan. Questo
è solo mangime per polli. Questa è solo un'anteprima dello spettacolo a venire.
Ben presto i problemi reali con i derivati avranno inizio, e quando ciò accadrà, scuoteranno l'intero
sistema finanziario globale al nucleo.
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com/
Fonte: The
Economic Collapse 11 Maggio
2012
La diga politica europea è crollata. Il Cancelliere tedesco Angela
Merkel non ha più abbastanza alleati nel club dei primi ministri dell'UE per
poter continuare a imporre il suo programma quaresimale. Le sue strategie si
stanno disintegrando su tutti i fronti.
Il destino imminente della Grecia – e dell'euro – è nelle mani di un marxista “della motocicletta” dalla faccia da ragazzo. Alexis Tsipras, leader della coalizione Syriza, ha giurato di stracciare il deprecato Memorandum (così viene chiamato il pacchetto di aiuti della “troika” UE-FMI [-BCE]).
Tsipras non ha mostrato nessun ripensamento nell'incontro con il presidente del suo paese e nei colloqui per la formazione di un irrealistico Fronte della Sinistra. “Il verdetto popolare rende chiaramente il pacchetto di aiuti nullo e inefficace,” ha detto.
A quelli che vedono in questa sfida provocatoria il pericolo di una caduta verso un default conclamato, una catastrofe bancaria e l'espulsione dal Sistema Monetario Europeo, egli ribatte che la Grecia ha nelle sue mani “l'arma definitiva”. Se i leader dell'Unione si rifiutano di ammorbidire i termini [del rientro greco], la Grecia ha la capacità di far crollare l'intero sistema comunitario.
Qualcuno potrebbe venire a vedere il bluff. “Tra le nazioni creditrici la pazienza ormai è agli sgoccioli,” ha detto Blanka Kolenikova, del gruppo di analisi finanziaria IHS Global Insight. I media tedeschi riferiscono che il ministro delle finanze Wolfgang Schauble sarebbe impaziente di cacciar fuori la Grecia dall'euro, facendone un esempio salutare, nella certezza che l'Europa sia abbastanza forte da sopportare il contraccolpo. Anche questa, di converso, è un'illusione in attesa di una doccia fredda.
Arnaud Mares della Morgan Stanley ha detto che una fuoriuscita greca darebbe il via a “una massiccia emorragia di capitali” da tutti gli stati vulnerabili dell'Unione Monetaria. “Potrebbe causare il completo disfacimento dell'euro.”
È un momento pericoloso sia per l'Europa sia per i mercati globali. La Grecia non ha un governo che governi. Deve prendere una decisione su una serie di titoli da rimborsare, a cominciare da questa settimana. E le decisioni difficili non possono aspettare le nuove elezioni di giugno, sempre ammesso che si tengano.
I titoli di nuova emissione, dopo che gli investitori privati hanno subito un haircut [1] del 75% in marzo, vengono già scambiati in un clima di estrema difficoltà, raggiungendo un interesse del 21% su dieci anni. L'accordo europeo che avrebbe messo fine a tutti gli accordi è fallito in appena un paio di mesi.
Questa disastrosa catena di avvenimenti ha essenzialmente screditato la politica di gestione della crisi imposta in Europa dalla Germania. La stretta monetaria e fiscale ha spinto quasi tutta l'Europa meridionale nella “spirale mortale” della deflazione, con la prospettiva di trascinarsi dietro a breve il resto dei paesi. Perfino l'Olanda vive attualmente una grave recessione.
Una ribellione era inevitabile. E alla fine è arrivata. Giovedì la Commissione Europea ha richiesto un pacchetto rapido di investimenti per fermare la spirale discendente. Tutto questo segue a strettissimo giro la richiesta del presidente della BCE Mario Draghi di un “pacchetto per la crescita”. Le istituzioni dell'Unione Europea stanno sfuggendo al controllo della Germania.
L'elezione di François Hollande in Francia ha radicalmente modificato l'equilibrio dei poteri in Europa, e il furore popolare ha fatto il resto in tutta una serie di democrazie.
Ci sono segnali che indicano come l'Italia possa mettersi a tavola con la Francia, e scartare quello che non gli piace del Fiscal Compact europeo. Il PDL di Silvio Berlusconi ha detto che non appoggerà alcuna ratifica che non includa l'emissione di eurobond e la trasformazione della BCE in prestatore di ultima istanza. Il partito ha rimproverato al premier italiano Mario Monti di comportarsi come un “rappresentante politico della Germania”.
La brusca svolta del PDL fa seguito alla sconfitta elettorale subita in Italia settentrionale la scorsa settimana, in cui il cane sciolto Beppe Grillo ha ottenuto il 20% dei voti a Parma e il 15% a Genova.
Il signor Monti non può far passare l'accordo senza l'approvazione di Berlusconi. I piani, tanto ben congegnati, per ottenerne la ratificazione contemporaneamente in Germani e in Italia, sono ormai carta straccia.
La signora Merkel ha detto che accoglierà il signor Hollande a braccia aperte, ma per quel che riguarda la gestione della crisi ha tirato avanti come se la ribellione non ci fosse stata affatto. “Il Fiscal Pact non è negoziabile,” ha detto, insistendo sul fatto che i trattati europei non possono essere ridiscussi, una volta che i parlamenti hanno cominciato a ratificarli.
Questo è falso. La Costituzione Europea venne abbandonata dopo che Francia e Olanda votarono “No” ai referendum del 2005.
Berlino spera di ammansire Parigi con un ruolo più sostanzioso nella Banca Europea per gli Investimenti e un pacchetto per la crescita, forse aggiunto come appendice al trattato fiscale. I funzionari della cancelleria tedesca pensano che i discorsi di Hollande fossero solo aria fritta elettorale, e che cambierà tattica come fece una decina di anni fa il socialdemocratico Gerhard Schroeder, una volta in carica.
Questo potrebbe essere un errore di valutazione, che non riesce a percepire la profonda irritazione diffusa in Europa. Nel suo discorso dopo la vittoria elettorale, il signor Hollande è stato categorico. “Ora la mia missione è quella di donare all'Europa crescita, posti di lavoro, prosperità e un futuro. L'austerity non è una condanna inappellabile,” ha detto. In Francia possono anche chiamarlo “Flanby” (come un tipo di creme-caramel), ma il suo aspetto mite nasconde una componente d'acciaio, e con la sua base socialista è meglio non scherzare.
Per la Germania è il momento della verità. Sin dall'inizio della crisi ha rimandato una serie di decisioni difficili. Ha detto di no a eurobond e [alle tasse sui] movimenti di capitali, arretrando di fronte al Rubicone dell'unione fiscale.
La signora Merkel ha continuato a puntare solo sull'austerity e le riforme, caricando tutto il peso del cambiamento sulle spalle dei paesi più deboli. Ha rifiutato le argomentazioni secondo cui la crisi dell'Unione Monetaria consiste essenzialmente in uno squilibrio degli scambi commerciali e finanziari tra nord e sud Europa che non può essere corretto, all'interno di un'unione [solo] monetaria, nella maniera corrente.
Il suo governo ha ignorato il fatto allarmante che una generale contrazione delle economie dell'Europa meridionale – senza la compensazione di uno stimolo monetario o un'espansione in Europa del nord – potrebbe solo portare a una replica degli errori fatti col Gold Standard nei primi anni 30 [2].
Questa fase della crisi si è conclusa. Ora è la Germania che deve adeguarsi.
Ambrose Evans-Pritchard
Fonte:
www.comedonchisciotte.org a cura di DOMENICO D’AMICO
Note del traduttore
[1] Un titolo che viene usato come garanzia (collaterale) per l'acquisto o il prestito di un altro titolo non sempre viene valutato per il suo valore di facciata. Nel caso in questione, i titoli di stato greci possono essere usati come garanzia solo per il 25% del loro valore nominale, hanno cioè subito un haircut (“taglio di capelli”) del 75%. [ Wikipedia ]
[2] Probabilmente Pritchard si riferisce al fatto che l'aderenza al sistema aureo (che affascina tanto tutti gli estremisti della destra ultraliberista, a cominciare dai Tea Party), impedendo iniezioni di moneta nell'economia reale, avrebbero aggravato gli effetti della Grande Depressione.
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