DI MARCO CANESTRARI
C’è
la crisi, bisogna fare sacrifici e piegarci a dei valori che non condividiamo. Tutti perdono soldi, libertà e benessere e nessuno ci
guadagna nulla - così ci dicono i media, ma è veramente così? Più lavoriamo,
più aumenta il progresso e più i soldi scompaiono nel nulla?
Cerchiamo di dare una risposta utilizzando parole più
semplici possibili a un problema estremamente complesso, poi chi fosse
interessato può approfondire liberamente ogni dettaglio informandosi dalle
innumerevoli fonti in rete. Già dieci
anni fa negli Stati Uniti il 10% più agiato della popolazione possedeva circa i
3/4 delle ricchezze nazionali. Gli
Stati Uniti, da soli, potrebbero sfamare ogni essere umano nel mondo, mentre
un quarto del cibo prodotto dagli USA è
sprecato e ogni giorno, al mondo, circa
30.000 bambini muoiono per problemi legati alla povertà, la metà di questi
decessi per fame. Il numero di
multinazionali che nel 1983 controllavano i mass media americani (TV,
Radio, Cinema, Video, Giornali, Libri, Musica ecc.) erano cinquanta. Scendono a
ventitré nel 1990 e solo cinque
multinazionali controllano la quasi totalità dei media nel 2004. Lo stesso vale a livello mondiale: la differenza fra i pochi
ricchissimi e la maggioranza della popolazione terrestre sta aumentando
esponenzialmente. Poche persone (e sempre di meno) detengono una percentuale
sempre più alta della totalità delle ricchezze del pianeta. Le
transazioni annuali di titoli azionari e obbligazionari mondiali sono quattro
volte il Prodotto interno lordo (Pil) mondiale, quelle sui mercati dei cambi superano di 15 volte il Pil mondiale. Si è
gonfiato il mercato dei prodotti derivati che è pari a 12 volte il Pil
mondiale. Viviamo un passaggio storico in cui le
grandi multinazionali e i grandi gruppi finanziari stanno realizzando guadagni
esponenzialmente sempre più alti rispetto ai guadagni realizzati dagli stati
mondiali. Questi grandi poteri potrebbero virtualmente acquistare interi
stati europei come ad esempio la Polonia, la Svizzera o la
Finlandia. Più lo stato è indebitato, più è soggetto a pressioni dalle
banche creditrici che possono rivendicare obblighi e direttive sotto varie
forme: Possono ottenere di mettere nella costituzione di un paese dei
vincoli sul suo debito pubblico, possono commissariare un paese rendendo i suoi politici sempre
più controllati nelle scelte, ecc. Possono decidere la sorte di uno Stato
aiutandolo o lasciandolo morire. Ancora, più lo stato è indebitato e più
utilizza la privatizzazione delle risorse pubbliche per fare cassa. Gli aspetti
della vita pubblica che non producono profitto vengono fatti morire e si
lasciano senza fondi per la loro gestione. Ad esempio si possono chiudere ospedali o reparti di
degenza se la malattia di cui si occupano non fa guadagnare soldi.
Monumenti nazionali, Scuola, Sanità, Esercito, Acqua. Ciò che è di tutti può essere messo in vendita e diventare proprietà
del più ricco che poi lo potrà gestire per massimizzare il suo profitto.
Quale è la causa all’origine del caos finanziario che ha
portato il mondo ad una crisi così sistemica? Perché gli stati sono arrivati a essere così
sudditi e dipendenti della finanza mondiale? Una delle maggiori cause è che gran parte degli altri Stati Sovrani nel
Mondo, come ad esempio l’Italia e gli USA, non
sono proprietari della loro moneta. La moneta italiana e americana, ad esempio, è proprietà di gruppi privati. Anni
fa la moneta Italiana era della Repubblica Italiana, poi è diventata proprietà
della Banca d’Italia e ora tutti i nostri soldi sono della Banca Centrale
Europea (di cui la Banca d’Italia è socio). I partecipanti al
capitale di queste banche sono in gran parte dei gruppi privati. La moneta Italiana viene presa in
prestito dalla BCE e poi restituita con un interesse. Gli stati le cui leggi aderiscono a questo giochetto, di fatto,
dovranno essere in debito perenne con le banche centrali, perché devono
restituire più soldi di quanti ne prendono e, non potendo crearseli da soli,
saranno costretti a farsi prestare altri soldi per coprire gli interessi in un
circolo che si autoalimenta. Più passa il tempo, più aumentano le
transizioni e con la finanziarizzazione di un’economia sempre più globale i
debiti verso le banche crescono inesorabilmente. E’ ovvio che nel breve termine
possiamo guadagnare o perdere, ma tutto ciò che possiamo fare è chiuso in una scatola sempre
più piccola. Alla lunga, uno solo guadagna sempre: la banca. Anche
i nostri risparmi sono retti dalle banche, che a loro volta sono rette dalle
banche centrali, che portano i loro profitti a pochi gruppi privati che accumulano incessantemente denaro, debiti
dagli stati e potere.
ELENCO DEI PIU’ IMPORTANTI PARTECIPANTI
AL CAPITALE DELLA BANCA D’ITALIA
(Fonte Bancaditalia.it 2011)
AL CAPITALE DELLA BANCA D’ITALIA
(Fonte Bancaditalia.it 2011)
Ente Partecipante
|
Quote
|
Voti
|
Intesa
Sanpaolo S.p.A.
|
91.035
|
50
|
UniCredit
S.p.A.
|
66.342
|
50
|
Assicurazioni
Generali S.p.A.
|
19.000
|
42
|
Cassa di
Risparmio in Bologna S.p.A.
|
18.602
|
41
|
INPS
|
15.000
|
34
|
Banca
Carige S.p.A.
|
11.869
|
27
|
Banca
Nazionale del Lavoro S.p.A.
|
8.500
|
21
|
Banca
Monte dei Paschi di Siena S.p.A.
|
7.500
|
19
|
Cassa di
Risparmio di Biella e Vercelli S.p.A.
|
6.300
|
16
|
Cassa di
Risparmio di Parma e Piacenza S.p.A.
|
6.094
|
16
|
Cassa di
Risparmio di Firenze S.p.A.
|
5.656
|
15
|
Fondiaria
- SAI S.p.A.
|
4.000
|
12
|
Allianz
Società per Azioni
|
4.000
|
12
|
4.000
|
12
|
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