di Salvatore Tamburro
Mentre in Europa la ricetta economica più seguita è quella dell’austerità, ossia tagli della spesa pubblica (riducendo i beni e servizi offerti ai cittadini), riduzione dei salari, aumento delle imposte fiscali, in Svezia fanno il contrario: aumentano la spesa pubblica!
Il piano di spesa del primo ministro Fredrik Reinfeldt prevede infatti rispetto al 2012 un aumento di 24 miliardi di corone (2,83 miliardi di euro), “di cui 23,4 sono già stati impiegati”. Una cifra compresa tra lo 0,5 e l’1 per cento del pil.
Tra i principali beneficiari dell’aumento ci sono le imprese (che beneficiano di una riduzione delle imposte dal 26,2 al 22 per cento), l’occupazione giovanile, la ricerca, le infrastrutture, la polizia e il sistema giudiziario, tutti settori che in paesi come Italia, Spagna, Grecia, Portogallo, hanno subito drastici tagli.
In Svezia gli standard di vita sono molto alti, paragonabili a quelli di Canada, Australia, Giappone e degli altri Paesi nordici europei. Il suo punto di forza è basato su un sistema socialista, fortemente statalista, in cui la presenza dello Stato nelle faccende socio-economiche è molto marcata.
(Questo è il modello da applicare, funziona cosa serve sapere di più? Questi sono paesi dove un italiano se va rimane stupito da come si viva bene, liberi e sereni e dall'altro lato abbiamo una delinquenza inesistente quasi ... perché si imita l'America invece che ha dati ufficiali schifosi? n.d.r)
Nel secondo semestre 2012 la Svezia ha messo a segno una crescita del Pil dell’1,4%, mentre molti altri Paesi europei registravano tassi di sviluppo negativi (ad esempio l’Italia registrava un PIL in calo su base annua a -2,6% e a -0,8% rispetto al I trimestre – fonte ISTAT).
Quanto alla disoccupazione invece?
In Svezia l’Ufficio di Statistica (Statistics Sweden) ha mostrato nel report Labour Force Survey che il tasso di disoccupazione nel secondo semetre 2012 si e’ attestato al 7,8%.
Secondo i dati ufficiali dell’Istat, i disoccupati in Italia sono poco più di 2,7 milioni, corrispondenti al 10,7% della popolazione attiva: una cifra leggermente superiore alla media europea (10,4%). Ma la “vera disoccupazione” ( chiamamola “disoccupazione reale“), che sfugge ai freddi numeri delle statistiche, è in realtà molto più alta e raggiunge nel nostro paese almeno il 17-18%.
A dirlo sono i dati contenuti in uno studio dell’Ires, istituto di ricerca della Cgil, che tiene conto anche dei lavoratori in cassa integrazione e degli italiani “scoraggiati”, cioè quelli che ormai non cercano più un posto di lavoro, perché pensano di non riuscire a trovarlo.
Nel secondo semestre 2012 la Svezia ha messo a segno una crescita del Pil dell’1,4%, mentre molti altri Paesi europei registravano tassi di sviluppo negativi (ad esempio l’Italia registrava un PIL in calo su base annua a -2,6% e a -0,8% rispetto al I trimestre – fonte ISTAT).
Quanto alla disoccupazione invece?
In Svezia l’Ufficio di Statistica (Statistics Sweden) ha mostrato nel report Labour Force Survey che il tasso di disoccupazione nel secondo semetre 2012 si e’ attestato al 7,8%.
Secondo i dati ufficiali dell’Istat, i disoccupati in Italia sono poco più di 2,7 milioni, corrispondenti al 10,7% della popolazione attiva: una cifra leggermente superiore alla media europea (10,4%). Ma la “vera disoccupazione” ( chiamamola “disoccupazione reale“), che sfugge ai freddi numeri delle statistiche, è in realtà molto più alta e raggiunge nel nostro paese almeno il 17-18%.
A dirlo sono i dati contenuti in uno studio dell’Ires, istituto di ricerca della Cgil, che tiene conto anche dei lavoratori in cassa integrazione e degli italiani “scoraggiati”, cioè quelli che ormai non cercano più un posto di lavoro, perché pensano di non riuscire a trovarlo.
Il disoccupato con le paghe di og Per citare dei numeri si tratta di 1 milione e 664mila potenziali lavoratori che, aggiunti ai cassintegrati e ai 2,7 milioni di disoccupati ufficiali, raggiungono la cifra record di 4,4 milioni di persone!
Con questi dati non cerco di indurre i cittadini italiani, spagnoli, greci, portoghesi ad espatriare in Svezia, ma vorrei sottolineare, invece, l’idiozia adottata dai ministri economici dei PIGS europei nel perseverare con misure di austerity che danneggiano l’economia del Paese, arrestano la crescita ed impongono durissime misure ai cittadini.
Solo finanziando l’economia, ossia erogando sussidi alle imprese, aumentando gli investimenti pubblici in ricerca ed infrastrutture, si permette alle aziende di avviare la produzione, essere competitivi sul mercato, assumere forza lavoro e quindi ridurre la disoccupazione ed accelerare i consumi. Allo stesso tempo aumenterebbero le entrate fiscali dello Stato, poichè le imprese, realizzando utili dalla vendita dei prodotti, pagheranno più tasse all’erario, facendo in modo che la macchina statale possa autofinanziarsi. Ovviamente ciò è possibile in un Paese in cui la politica economica, ed in particolare l’emissione monetaria, non sia soggiogata al diktat di istituzioni sovra-nazionali private quali B.C.E. o F.M.I. che non fanno e non faranno mai gli interessi del popolo, bensì continueranno ad incrementare i profitti delle grandi multinazionali attraverso feroci privatizzazioni.
Con questi dati non cerco di indurre i cittadini italiani, spagnoli, greci, portoghesi ad espatriare in Svezia, ma vorrei sottolineare, invece, l’idiozia adottata dai ministri economici dei PIGS europei nel perseverare con misure di austerity che danneggiano l’economia del Paese, arrestano la crescita ed impongono durissime misure ai cittadini.
Solo finanziando l’economia, ossia erogando sussidi alle imprese, aumentando gli investimenti pubblici in ricerca ed infrastrutture, si permette alle aziende di avviare la produzione, essere competitivi sul mercato, assumere forza lavoro e quindi ridurre la disoccupazione ed accelerare i consumi. Allo stesso tempo aumenterebbero le entrate fiscali dello Stato, poichè le imprese, realizzando utili dalla vendita dei prodotti, pagheranno più tasse all’erario, facendo in modo che la macchina statale possa autofinanziarsi. Ovviamente ciò è possibile in un Paese in cui la politica economica, ed in particolare l’emissione monetaria, non sia soggiogata al diktat di istituzioni sovra-nazionali private quali B.C.E. o F.M.I. che non fanno e non faranno mai gli interessi del popolo, bensì continueranno ad incrementare i profitti delle grandi multinazionali attraverso feroci privatizzazioni.
PS: Quindi nessuno può ancora dire che la crisi non era prevista, casomai era programmata a puntino, con date e scadenze precise se andate a leggere in tutti i giornali l'ossessivo ripetersi di date simili, numerologia ti viene da pensare.
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