Il verdetto della Corte Costituzionale tedesca sul
Trattato di Lisbona chiarisce il dibattito politico. I magistrati non solo
hanno segnalato che il nuovo testo implica numerose rinunce in termini di
sovranità – che è un pleonasmo – ma inoltre hanno concluso affermando che la
sua filosofia è incompatibile con i principi democratici. Pertanto, la Corte
Costituzionale tedesca ha stabilito che la ratifica del Trattato di Lisbona sia
inquadrata nella ridefinizione, da parte del Parlamento Tedesco, di una serie
di principi superiori, però altri Stati non hanno evidenziato la stessa
saggezza.
Il Trattato di Lisbona incrementerà le condizioni antidemocratiche e antisociali nella UE. In questo trattato gli Stati Nazionali trasferiscono quasi tutti i loro diritti alla UE. Circa 500 milioni di cittadini perdono la loro possibilità di pratica democratica. La UE interverrà in tutti gli ambiti della vita dei cittadini. La forbice tra ricchi e poveri si aprirà ancora di più. Questo processo è contrario all’Articolo 1 della Legge fondamentale che dichiara inviolabili la dignità dell’essere umano e obbliga la Germania a difendere i diritti umani
Il Trattato di Lisbona incrementerà le condizioni antidemocratiche e antisociali nella UE. In questo trattato gli Stati Nazionali trasferiscono quasi tutti i loro diritti alla UE. Circa 500 milioni di cittadini perdono la loro possibilità di pratica democratica. La UE interverrà in tutti gli ambiti della vita dei cittadini. La forbice tra ricchi e poveri si aprirà ancora di più. Questo processo è contrario all’Articolo 1 della Legge fondamentale che dichiara inviolabili la dignità dell’essere umano e obbliga la Germania a difendere i diritti umani
Antidemocrazia fondamentale
Una Costituzione può essere legittimata solo dal popolo,
come è stabilito nella legge fondamentale tedesca: “Il potere dello Stato emana
dal popolo” (articolo 20 comma 2 frase 1GG)
e: “Questa legge fondamentale che
vale per tutto il popolo tedesco fino alla riunificazione e liberazione della
Germania, perderà il suo valore quando il popolo tedesco, liberamente,
promulghi una Costituzione.” (art. 146 GG)
Secondo questo articolo, solo un “popolo europeo”
potrebbe legittimare la Costituzione – ma in realtà un “popolo europeo” non
esiste. Uno “stato europeo” presumerebbe l’accordo dei popoli d’Europa. Solo i
cittadini hanno il diritto di decidere se vogliono trasferire il potere dello
Stato alla UE e se così fosse, in quale misura. Contrariamente alla Legge
fondamentale, si evitò un referendum su Lisbona perchè il governo sa molto bene
che la maggioranza dei cittadini avrebbero votato contro questo trattato. Ma
non consultare il popolo è contrario alla clausola di non modificazione
dell’art. 79 comma 3 GG: “Non è consentita nessuna modificazione della presente
Legge fondamentale che si riferisca alla organizzazione della federazione in
Länder, o il principio della partecipazione dei Länder nell’attività
legislativa, o i principi enunciati negli articoli 1 e 20.” Le elite politiche
ignorano coscientemente questo principio fondamentale. Cercano di ingannare i cittadini.
Mediante la manipolazione dell’opinione pubblica vogliono raggiungere i loro
obiettivi di potere politico. Un pubblico dibattito nei parlamenti non dovrà
avvenire. Questa ricerca di potere è contraria alla Legge fondamentale – per
esempio all’articolo 1 GG “La dignità degli esseri umani è inviolabile” ed
all’articolo 20 GG (Principi della Costituzione). Questi articoli vengono prima
di qualsiasi politica, allo scopo di assicurare la dignità dell’essere umano e
garantire un’esistenza degna per tutti, in libertà, e sulle basi della verità.
Senza democrazia non è concepibile uno stato di diritto
Mediante la pianificata integrazione antidemocratica
degli stati nella UE, i popoli retrocedono all’epoca precedente alla
rivoluzione francese. Si distruggono principi fondamentali dello stato di
diritto, tra i quali, in particolare la divisione dei poteri, che protegge i
cittadini dagli abusi del potere. E’ una irresponsabilità che si perda questa
protezione del diritto, soprattutto, grazie al trattato di Lisbona.
Soprattutto nell’economia, le conseguenze saranno più
catastrofiche di quello che già sono ora. Per esempio, il “diritto al lavoro”
che è parte della Carta dei diritti fondamentali della UE, così come della
dichiarazione dei diritti umani del 1948, viene eliminato nel trattato di
Lisbona. Anche il diritto a una “retribuzione adeguata e soddisfacente” del
lavoro, che permetta al lavoratore “assicurarsi una esistenza degna”.
Viceversa, per la prima volta nella storia dei diritti fondamentali si è stabilita
nella Carta della UE la “libertà di commercio”.
Accumulazione di potere della UE non dichiarata
apertamente
Inizialmente era previsto che la UE potesse essere attiva
solo se convocata esplicitamente – il principio della cosiddetta
“autorizzazione individuale limitata”. Questo principio è ignorato tra quelli
in considerazione nella sentenza del Tribunale federale costituzionale, a causa
delle autorizzazioni estremamente allargate attribuite alla UE. Con il trattato
di Lisbona, la UE può agire per ottenere i suoi obiettivi senza consultare i
parlamenti nazionali. Addirittura può aumentare le tasse della UE a suo
piacimento. Inoltre, per una risoluzione del Consiglio europeo, con
“procedimenti agevolati per i cambi” può cambiare totalmente, o in parte, il contenuto
del trattato (fatta eccezione per tutto ciò che riguarda la politica estera e
la sicurezza). Il trattato di Lisbona, quindi rappresenta una legge di
autorizzazione; la UE si allontana totalmente dai principi costituzionali
fondamentali, che sono alla base della cultura europea. Questo inganno alle
persone – con profonde ripercussioni nella vita quotidiana – va reso evidente.
Il Capitalismo sfrenato ottiene rango costituzionale
La UE è una zona del capitalismo globale. Le colonne del
capitalismo sono le cinque “libertà fondamentali”: la libertà di circolazione
delle merci, dei capitali, di residenza, dei servizi come la mano d’opera, sono
stabilite in forma estrema nel trattato di Lisbona. Questo sistema di “mercato
aperto e di libera concorrenza” in cui l’aspetto sociale è poco considerato,
sarà decisivo per le nostre condizioni di vita. L’ordine economico in Germania
ha un fondamento sociale, in cui non solo si considera il principio di
efficienza, ma anche l’aspetto sociale: l’economia deve avere anche una
funzione di servizio alla comunità. Viceversa, il trattato di Lisbona segue una
chiara linea contraria a questo principio. La libera concorrenza non è altro
che un liberismo che crea le attuali condizioni di spoliazione, a scapito
dell’aspetto sociale.
I requisiti per i quasi 8 milioni che ricevono gli aiuti
sociali Hartz IV, sono vergognosi. Il sistema neoliberista del mercato e della
libera concorrenza non ammette una reale politica del lavoro statale e ci porta
verso la dittatura del capitalismo sfrenato.
Il principio del paese di origine rovina l’economia
nazionale
Un esempio estremo della concorrenza senza pietà è il
principio del paese di origine, che si ripercuote negativamente sulle economie
interne. Questo principio consente ad aziende straniere di lavorare in
Germania, alle condizioni vigenti nel loro paese di origine. Per esempio,
un’azienda polacca con impiegati polacchi e ucraini può lavorare con stipendi
molto più bassi di quelli tedeschi. Oltre agli stipendi, valgono pure le
condizioni del paese di origine, tra l’altro, sugli standard di qualità,
garanzie ecc. La concorrenza senza limiti così creata, minaccia soprattutto le
aziende medie e anche la cogestione delle aziende in Germania. Ancora più
aziende dovranno chiudere, ma anche le multinazionali saranno colpite, per
esempio, quelle di prodotti alimentari; si corre il pericolo che queste ultime
offrano prodotti di minor qualità a prezzi inferiori, per ottenere maggiori
utili.
Si indebolisce la protezione dei diritti fondamentali
Il trattato di Lisbona legalizza la Carta dei diritti
fondamentali della UE. In questa Carta, il capitale non ha alcun obbligo
sociale – contrariamente alla Legge fondamentale, secondo la quale deve servire
anche al bene comune. Inoltre, è assente il diritto al lavoro – un diritto
elementare secondo l’art. 23 della Dichiarazione generale dei diritti umani.
La UE si attribuisce il diritto alla guerra
Gli stati membri perdono sempre di più la sovranità nella
difesa a causa dell’integrazione delle forze armate nella difesa congiunta.
Inoltre il trattato di Lisbona non solo obbliga i paesi membri della UE al
riarmo, ma nell’art. 43 comma 1 EUV si attribuisce il diritto alla guerra,
soprattutto nell’ambito della lotta al terrorismo in tutto il mondo e nei
propri paesi. Perciò viene eliminato il divieto di una guerra offensiva,
contenuta nell’art. 26 comma 1 della legge fondamentale tedesca.
Appoggiarsi alla democrazia
Le strutture democratiche vigenti sono l’unica protezione
contro la slealtà di coloro i quali decidono, i quali obbediscono al capitale e
alle lobby di potere. Purtroppo, viviamo in un’epoca in cui il diritto è
violato costantemente. Eufemismi o semplicemente bugie sono all’ordine del
giorno. La missione dei soldati tedeschi in Afghanistan, per esempio, secondo
il governo non è una missione di guerra, anche quando ovviamente lo è. Bugie
come questa vanno messe allo scoperto. Anche i procedimenti di una politica di
potere per rendere effettivo il trattato di Lisbona, con il quale si
annullerebbe la democrazia. I popoli d’Europa hanno il diritto di vivere in
pace e libertà come cittadini liberi e sovrani in una autentica democrazia.
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