L’attuale dibattito italiano sulla liberalizzazione del
mercato del lavoro, richiesto tra l’altro dalla Germania e dall’UE, ruota
attorno all’articolo 18 del codice penale [art. 18 dello statuto dei
lavoratori, ndt]. Il governo Monti vuole indebolire la normativa che tutela il
licenziamento nelle aziende con più di 15 dipendenti. In realtà il conflitto
tra i diritti dei lavoratori dipendenti e le richieste avanzate dai politici e
dalle imprese, è più complesso: l’argomento riguarda non tanto un “gruppo di persone”,
bensì in particolare l’”età”.
L’articolo 18 difatti riveste particolare importanza solo
per i lavoratori in età compresa tra i 50 e i 60 anni – che nell’ambito del
dibattito vengono indicati con la sigla: “C/S” (cinquantenni / sessantenni).
Corrotti e
ignoranti
E’ l’eccesso di contratti a tempo determinato che
inibisce le potenzialità di sviluppo della società italiana: la generazione dei
50–60enni detiene un eccesso di potere nelle sue mani, senza avere le
competenze necessarie per guidare il paese fuori dalla crisi. Quando questa
generazione ha iniziato a lavorare, l’Italia conosceva la sua prima grande e
piena espansione economica. I C/S ottennero posti di lavoro nelle scuole, nelle
università, nella gestione del settore privato e spesso senza un diploma di
scuola superiore, senza concorsi, nessun test attitudinale. I dirigenti, che li
assumevano, erano più interessati ad ottenere un elettorato fedele. Allo stesso
tempo i C/S sono i protagonisti delle rivolte del 1968 e del 1977. Dalla liberalizzazione
della società scaturì rapidamente la liberalizzazione dei consumi, dalla
liberazione sessuale si è passati al sesso come merce di scambio, con cui si
poteva fare carriera e corrompere. C’è un’altra caratteristica tipica della
moderna società italiana: i C/S hanno dato vita al sistema delle “tangenti”,
cioè la corruzione sistematica al fine di assicurarsi gli appalti pubblici. I
C/S sono stati i protagonisti del regime di Berlusconi, hanno sminuito
l’importanza dei partiti, minato lo Stato di diritto e dato origine ad un
sistema mafioso corrotto e diffuso.
Hanno sostituito il grande potenziale italiano, la
bellezza delle sue città e dei suoi paesaggi, con giungle di asfalto, hanno
umiliato tutti i settori della cultura e dello spettacolo – dalla televisione
al cinema, la letteratura, le arti visive e perfino lo sport – riducendoli a
mercati di pura prostituzione. Accanto a celebrità come il capo della Fiat
Marchionne figurano come protagonisti della degenerazione di questo gruppo di
anziani, i leader dei partiti politici italiani e i top manager delle grandi
aziende e delle grandi banche. In breve grazie al momento storico giusto in cui
l’hanno ottenuta, la più grande concentrazione di potere è nelle mani di una
generazione pigra e incompetente.
La nuova morale
dei giovani
Al contrario, gli under 40 (T/Q) sono l’ultima
generazione che ha studiato nelle università, che non sono stati indeboliti
dalla cosiddetta riforma dell’istruzione. I T/Q, occupano di solito, sul posto
di lavoro, posizioni subalterne, in cui contribuiscono essenzialmente alla
ricerca. Sono questi specialisti precari che mantengono l’Italia in piedi. Non
possono ottenere prestiti o mutui, per potersi rendere indipendenti, non
possono comprare né casa, né un appartamento, per loro sembra che non ci sia
posto nei centri urbani . L’unica cosa che hanno è l’eredità del C/S: un paese
in rovina e il compito di ricostruirlo. Ma come? La psicologia dei T/Q è
complessa. Essi vorrebbero fondare una famiglia, ma non possono. Non hanno
niente altro che le loro idee. Ma in Italia il mercato delle idee è stato da
tempo sottomesso ad un potere nemico della cultura, resta solo o la “fuga dei
cervelli” o una strenua opposizione ai C/S. Mentre questi combattono ancora
contro lo sfruttamento del corpo femminile, i T/Q tentano di stabilire una
morale diversa. I C/S sono i più avidi consumatori di prostituzione in Italia,
i T/Q sono alla ricerca dell’ amore. Il C/S non scendono più in piazza per
manifestare, e perché poi?: restano seduti belli comodi nelle loro poltrone di
consumatori mentre i T/Q vengono picchiati dalla polizia, perché chiedono
pubblicamente rispetto e dignità.
C’è anche la mafia
stessa
Però il vero conflitto tra le generazioni ruota attorno
la democrazia. I C/S si sono liberati dell’eredità dell’ anti-fascismo e della
“Resistenza” a favore di una democrazia pilotata come un quiz televisivo. Dalla
resistenza al summit del G-8 a Genova fino ai recenti scontri in corso contro
la linea ad alta velocità in Piemonte (“No-Tav”) – la risposta dei C/S è
sempre: i manganelli della polizia. I C/S sono una potente classe sociale che
agisce in maniera anacronistica nella nuova era della democrazia globalizzata.
E non è un caso che la debolezza di questi anziani sia venuta fuori con la
caduta di Berlusconi. Le università italiane sono orfane spiritualmente, i mass
media hanno reso pubblico il problema a proprio vantaggio, i giovani lavoratori
nelle fabbriche scioperano, i partiti invecchiano completamente. Persino la
camorra sfocia in sanguinose guerre intestine di mafia tra giovani e anziani –
come anche nella tradizionale famiglia italiana: il conflitto tra padre e
figlio non è più una cosa astratta. Si tratta di cose materiali, di soldi.
Se i C/S vogliono assicurarsi la tranquillità degli
ultimi anni della propria vita, allora devono ritirarsi dal mercato del lavoro.
Altrimenti, ciò che un tempo si chiamava conflitto di classe, si trasformerà
improvvisamente in un problematico e serio gap generazionale; i T/Q proletari
serreranno i ranghi, per chiedere parità di diritti nel mercato del lavoro e
manderanno al diavolo questa aristocrazia ignorante e inabile dei C/S.
—-
LEONARDO PALMISANO. Nato nel 1974 a Bari, è scrittore e
sociologo. Recentemente è stato pubblicata in un volume un’intervista sul dopo
Berlusconi. Ha scritto reportage dalla Tunisia per i quotidiani Liberazione e
Il Manifesto.
Chi appartiene a questa generazione ha, generalmente un
contratto di lavoro a tempo indeterminato con la prospettiva di una pensione,
che certo arriverà dopo periodo di tempo piuttosto lungo, ma che almeno è
sicura. Per il 30–40enni, tuttavia, esistono più di 40 diversi tipi di
contratti – anche a questo gruppo di persone è stata attribuita una sigla: T/Q
(Trenta / Quarantenni).
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