Processo Aldrovandi, tra le forze dell’ordine grande attesa. Hanno dovuto ammazzare pure quella.
In serata la sentenza del processo Aldrovandi. Sempre che non abbia paura a farsi vedere in giro di notte.
Il caso che ha tenuto banco a lungo su giornali e tv attende con ansia la decisione finale: Balotelli tornerà titolare?
(Vi ricordate di Federico Aldrovandi? Era un giovane ferrarese capace di rompere manganelli con la sola forza del pensiero)
Confermata la condanna per i quattro agenti: tre anni e sei mesi già ridotti per l’indulto. Praticamente li dobbiamo risarcire.
(Tre anni e sei mesi poi ridotti per l’indulto. Tanto valeva lasciarlo vivo)
I quattro agenti condannati a tre anni e sei mesi. Che comunque per la morte di un ragazzo di diciotto resta sempre un buon affare.
La pena per i colpevoli appare a molti troppo mite. Purtroppo non hanno spaccato neanche una vetrina.
I poliziotti non finiranno in carcere ma verrà loro inflitta una sanzione disciplinare: salteranno i prossimi tre pestaggi.
Durissima la requisitoria del procuratore: “I poliziotti non avevano davanti un mostro”. Lo avevano dentro.
“I poliziotti non avevano davanti un mostro”. Quindi non passano di livello.
Il pg Mazzotta ha criticato l’eccesso dell’uso della forza nei confronti di una persona inerme. Se vale il diritto internazionale, ora si può invadere la polizia.
La violenza omicida dei poliziotti definita “deficit di diligenza”. E lo stato di Aldrovandi dopo il pestaggio “deficit di attenzione”.
Il comportamento degli agenti definito “deficit di diligenza”. Gli imputati facevano gli indiani.
L’accusa per gli agenti è di essere saltati a cavalcioni su Federico. Senza prima sellarlo.
“C’è stata senz’altro cooperazione colposa nella condotta degli agenti per via della comune scelta di azione, della consapevolezza di agire insieme, fattore che gli imponeva di controllare anche l’azione dei colleghi e nel caso di regolarla”. In altre parole, manganellavano a ritmo.
Secca smentita dei poliziotti: “Nessuno è salito a cavalcioni su Federico”. Non avevano monetine.
Federico aveva passato la serata al Link di Bologna. È quello che al mattino era in condizioni migliori.
I quattro agenti raccontarono che il ragazzo gli si era avventato contro a colpi di karate. Ed è per quello che gli hanno tolto la cera.
I poliziotti affermano che Aldrovandi ebbe comportamenti chiaramente autolesionisti. Come ad esempio non scappare subito.
Uno dei poliziotti si stupì dell’insensibilità di Aldrovandi al dolore. Mai quanto io della loro.
“Aldrovandi si mostrò insensibile al dolore”. Non era a casa a vedere Porta a Porta.
Mentre veniva massacrato Aldovrandi non urlò. Non voleva rovinare la Nona di Beethoven.
Gli agenti non utilizzarono il defibrillatore automatico di cui era dotata la volante. Tutto il resto sì.
Presenti in aula Giorgio Sandri, Lucia Uva, Stefano Gugliotta, Domenica Ferrulli e Ilaria Cucchi. Non si faceva prima con una class action?
Tra i presenti anche il padre di Gabriele Sandri. Poi gli hanno spiegato che il processo a Mauri era da un’altra parte.
Il padre di Sandri si è presentato all’udienza per portare la sua solidarietà a quello di Aldrovandi. “Visto? Senza di noi non vi sareste neanche conosciuti”.
(Sapete quanti poliziotti servono per ammazzare un uomo? Nessuno)
Lino Aldrovandi: “C’è giustizia nell’aria”. Ma no, quella è baruffa.
Ora per i colpevoli potrebbe esserci il licenziamento. O l’assunzione alla Fiat.
Autori: batduccio, benze, stark, misterdonnie, creste83, purtroppo, lowerome, starrynight, sofino, miguel mosè, giggi, milingopapa, mestmuttèe, serena gandhi, edelman e bostik15.
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