"THE END"

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domenica 15 dicembre 2013

Mentre l’attenzione mediatica è concentrata sui ‘forconi’ non ci dicono che…

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… Eterodiretti? Non so, non penso, non credo. Ma certamente quanto accaduto, è accaduto e sta accadendo con timing perfetto. E allora mi viene da pensare: quando la Turchia di Erdogan doveva essere un po’ spennata sui mercati finanziari perché cresceva troppo e qualche scommessa era a rischio, non sono forse comparsi come funghi i manifestanti in difesa del parchetto e degli alberi?
Spariti da un giorno con l’altro.

In Ucraina le proteste vanno avanti da settembre, ma solo ora che è diventato conveniente speculare su quel Paese hanno assunto proporzioni mediatiche: l’altra notte il tasso interbancario in Ucraina era al 20%, ovvero le banche chiedono il sangue alle loro concorrenti per prestargli soldi.

Il cds che difende da rischio default (strumento divenuto ormai puramente speculativo) ai massimi da anni, quasi a 1200, le riserve estere in dollari sono ancora sufficienti solo per due mesi di import, le banche russe esposte per 30 miliardi di dollari, seguite da quelle austriache, mentre la Banca centrale ucraina si sta dissanguando per mantenere in vita la sua divisa.

E cosa è successo in questi giorni in Italia, di cui quasi nessuno ha parlato perché c’era l’emergenza “Forconi”? In Borsa stanno succedendo cose inenarrabili in questi giorni, ci sono almeno tre banche clinicamente morte che andranno o salvate o mantenute in vita artificialmente. L’indice Ftse Mib va male da un paio di giorni, Banca Etruria ha perso il 22% in due sedute e necessita di un aumento di capitale che suona come qualcosa di miracolistico, ieri è stato tagliato il rating di Banca Carige eppure lo spread non si muove: l’altro giorno a Wall Street la Borsa è andata male e giustamente il tasso su decennale è salito al 2,84%, qui niente. Nessuna correlazione, come se qualcuno stesse agendo sul differenziale per mantenerlo quieto qualsiasi cosa accada: vedere lo spread spagnolo a quel livello – anche alla luce dei dati che vi ho riportato ieri – fa venire da ridere.

Ma cosa bolle in pentola? Nulla di che, a parte che nel silenzio generale l’altra sera è stato ufficializzato il “modello Cipro”, ovvero far pagare il conto dei salvataggi e delle ristrutturazioni bancarie a correntisti e obbligazionisti, gli stessi che in questi giorni magari si stanno ritrovando il promotore di turno che gli dice “compri, è un’occasione, un mercato così non si vedeva da anni”. Eh già, l’Europa ha deciso: dopo che dal 2008 noi contribuenti abbiamo immesso nel sistema bancario europeo 473 miliardi di euro (avete letto bene), dal 2015 il nuovo regolamento per il meccanismo di intervento entrerà in vigore con due anni di anticipo rispetto a quanto deciso dall’Ecofin dello scorso giugno. L’anno dopo, il 2016, entrerà in vigore il meccanismo del cosiddetto bail-in, ovvero scaricare i costi dei salvataggi su correntisti e obbligazionisti. In base all’accordo siglato l’altro giorno, i governi avranno maggior flessibilità nella ricapitalizzazione delle banche con denaro pubblico, ma solo a determinate condizioni e con l’obbligo di ottenere l’approvazione dell’Ue.

«Con queste nuove regole, i grandi salvataggi pubblici e le loro conseguenze per i contribuenti saranno finalmente una pratica del passato», ha trionfalmente dichiarato il commissario Ue, Michel Barnier. Evviva, basta spennare i contribuenti: ora si spennano i conti correnti! Inoltre, stando all’accordo, la nazionalizzazione di una banca sarà possibile sono in base a circostanze eccezionali e soltanto dopo che l’8% delle liabilities sarà stato coperto dal bail-in: quindi, anche se si nazionalizza, lo si fa dopo aver spennato un po’ correntisti e obbligazionisti. Per l’eurodeputato dei Verdi, Philippe Lambers, che ha partecipato ai negoziati, con l’accordo «il bail-in è nato legalmente, mentre il bail-out è ancora vivo anche se in qualche modo contenuto».

Capito cosa hanno deciso in questi giorni, mentre tg e giornali parlavano solo di Renzi e “Forconi”? Stanno preparando il grande massacro dell’economia e serve fermento in piazza per farlo per bene, senza fretta. E magari, un domani, quando davvero una banca andrà a zampe all’aria e la tregua fasulla dei mercati finirà come è ovvio che sia, la colpa sarà dell’instabilità politica innescata dalle proteste. Che a quel punto non faranno più comodo, si potranno reprimere e per recuperare credibilità, magari, si darà una bella accelerata alle privatizzazioni e a qualche altra manovra, perché il danno d’immagine va tamponato al più presto, perché nel 2014 c’è il semestre di presidenza italiana dell’Ue. Ma soprattutto perché quanto vi dicevo sarebbe successo già almeno un mese e mezzo, sempre l’altra sera è diventato realtà.

Attraverso un alto funzionario della Bce, guarda caso il tedesco Peter Praet, l’edizione online del Financial Times faceva sapere che l’Eurotower «tenterà di forzare le banche dell’eurozona a detenere capitale a copertura delle detenzioni di bond sovrani, in un tentativo di fermare gli istituti più deboli dall’utilizzare il denaro per comprare con l’aspirapolvere i debiti delle nazioni colpite dalla crisi». Avete letto bene, è stato usato proprio il termine “hoover up”, usare l’aspirapolvere. Per Praet, questa pratica «è un problema perché le banche contabilizzano questi asset come esenti da rischio, visto che li usano come collaterale per ottenere denaro dalla Bce. Se invece i bond sovrani fossero invece trattati in base al rischio che pongono per il capitale delle banche durante i controlli delle autorità, gli istituti sarebbero meno propensi a usare la liquidità della banca centrale per comprare altro debito governativo». Promettendo nuova liquidità per le banche «se queste la useranno per sbloccare crediti a privati e aziende», Praet mette quindi in pratica la minaccia tedesca di cui vi parlo da mesi.

Quale sia il bersaglio principale, non c’è nemmeno da dirlo, visto che le banche italiane hanno in pancia qualcosa come 351,6 miliardi in titoli di Stato e se veramente in sede di supervisione e stress test toccherà mettere a bilancio una sorta di fondo di copertura-garanzia per le potenziali perdite su detenzioni sovrane, sarà un bagno di sangue. Ma questo voi non dovete saperlo, perché ci sono i temibili “Forconi” in piazza e sono loro l’unica grande notizia: stanno svendendo anche il nostro sistema bancario, siglano accordi in cui a pagare saranno correntisti e obbligazionisti, ma tutto nel più rigoroso silenzio. Io vedrò complotti ovunque, ma, scusate, alle coincidenze tendo a non crederci proprio.

Fonte: http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2013/12/13/SPY-FINANZA-Le-manovre-sulle-banche-nascoste-dai-Forconi/3/451714/

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