Ci risiamo, la solita storia che si ripete, un paese sta bene, arriva la NATO e lo demolisce, lo fa star molto peggio di prima ... noi Italia dovremo essere d'esempio, da Gheddafi vivevano meglio di noi. Lo voglio anch'io un dittatore che mi dia casa, scuola, cibo, sanità, terra se la voglio lavorare, un dono in denaro a tutte le nuove famiglie, ti sposi un assegno ... e una banca del paese, del popolo sopratutto. Avevano diritto a un tenore di vita minimo assicurato, lo capite cosa significa? E' inutile, la NATO, o le nazioni unite, sono entità che costano un patrimonio sulle spalle del cittadino, parliamo di miliardi di dollari al giorno, solo due virgola sette per la NATO, quella che ci avvelena dal cielo, anche, e sono tutti denari rubati al popolo che lavora, altro che parlamentari!!!!! 1000 miliardi di dollari all'anno vanno alla NATO ... e giorni fa una donna sorridendo dice, ma non sono mica i nostri? No, guarda a Vicenza. E fosse la sola ... Son soldi che se distribuiti risolverebbero tutti i problemi e darebbero anche lavoro a tanta gente investendoli come si deve ... invece è chiaro che tutto si vuole tranne che giustizia e benessere di questo popolo preso a bastonate se non obbedisce, le varie associazioni, sia a livello locale che a livello globale, legge frattale, sono pagati per fare caos, creare disordine e mantenerlo, per far sussistere lo status ai pochi ed a loro che generano situazioni di disordine (vedi Br, vedi Gladio, vedi P2, vedi tutta la storia nascosta) ... lavorano per la disuguaglianza, per mantenerla e per farlo non hanno il minimo problema a mentire e uccidere, anzi, sembra proprio che ne ricavino del gusto visto il numero di vittime, che contiamo ogni giorno, dovute proprio come effetti collaterali, inutilmente però e procurandogli sofferenza, vecchi, bambini, donne, non fa differenza, il piano deve proseguire, perché poi, un grande piano non sembra proprio stia prendendo forma, anzi, forma peggiore non poteva avere.
di Luciano Lago
Il “dado è tratto”. L’apparato militare degli USA, la superpotenza mondiale, si appresta ad aprire il fuoco contro la Siria per “punire” quel paese e quella popolazione di avere un regime ostile agli interessi degli USA e di appoggiarlo con una strenua resistenza del suo Esercito nazionale contro le milizie mercenarie multinazionali dei salafiti e wahabiti armati ed appoggiati dagli USA e finanziati dall’Arabia Saudita.
Il pretesto, per quanto risibile, è stato trovato nella provocazione inscenata dai miliziani del falso attacco con gas realizzato proprio quando (guarda caso) una commissione dell’ONU era appena sbarcata in Siria. Provocazione smascherata da una quantità di prove, di foto e video fatti sul posto, alcuni ottenuti dalle registrazioni dei satelliti russi nonché dalle stesse confessioni di alcuni miliziani che avevano inscenato il falso attacco. .... continua
L’attacco alla Siria pianificato prima del 2000
Il contrario, casomai, anche questa volta?
Con tutta probabilità il 2013 finirà in guerra. Il colpo contro Damasco viene presentato come “limitato”, “breve”, come un “avvertimento”. In realtà è solo un trucco (questa è una storia di trucchi) per cominciare una guerra lunga. Quanto lunga? Infinita. Cioè fino alla fine. La nostra fine, quella di coloro che leggono queste righe. In realtà è la prosecuzione di una guerra che cominciò l’11 settembre 2001, ma furono in pochi ad accorgersene. E non se ne accorsero perché non avevano capito che l’Impero era entrato in una crisi ormai irreversibile, e che stava cercando di predisporre gli strumenti politici, militari, psicologici per cambiare il corso della storia, e prolungare a tutti i costi (nostri) il suo potere. Siamo dunque in guerra da dodici anni, ma facciamo fatica a capire come mai le cose vanno sempre peggio e come mai gli eventi accelerano la loro caduta verso il basso. È perché, di nuovo, non abbiamo capito bene quello che sta succedendo.
Kosovo, Afghanistan, Iraq, “primavere arabe”, Libia, colpo di stato in Egitto, erano e sono mosse della stessa partita. Quella siriana è l’ultima in ordine di tempo, ma non è l’ultima affatto. Come sa ogni discreto giocatore di scacchi, non si può vincere nessuna partita se non si sa prevedere le mosse successive. Quella dopo sarà l’Iran. E ogni passo in avanti delle pedine sarà più grave del precedente, poiché l’Impero ha perso il controllo e la sua “cura” della crisi è peggio della malattia. Non funziona. E sapete perché? Perché Impero vuole dire crescita infinita. E la crescita infinita è invece “finita”. È finita “l’era dell’abbondanza” ed è cominciata “l’era dell’insufficienza”. E, se si poteva convincere, costringere a comprare tutto il comprabile, con il fascino della bellezza e, appunto, dell’abbondanza, è molto difficile convincere la gente a tirare la cinghia. Ci vuole la violenza per ottenere questo risultato. Diciamo dunque che ci stanno facendo entrare nella fase pedagogica in cui dobbiamo imparare a subire la violenza. .... continua
L’informazione è spesso ridotta a manicheismo. Luce e ombra. O sei un eroe o sei un brutale dittatore. Bashar Al Assad rientra nella seconda categoria. Basta leggere i giornali per esserne convinti. Lo dice anche il segretario di Stato Usa, John Kerry. Assad ha usato le armi chimiche, Assad è come Hitler e Saddam.
Kerry dimentica che, quando Saddam uccise migliaia di esseri umani con le armi chimiche negli anni ’80, lo fece con la complicità degli Usa.
Anche Erdogan, premier della Turchia, sembrerebbe considerare Assad come un Hitler colpevole di usare armi chimiche e spinge per un deciso intervento militare in Siria (“Non può trattarsi di un attacco-lampo della durata di 24 ore”).
Erdogan dimentica che nel 2010 lui stesso usò armi chimiche contro i curdi.
Ma Kerry non disse: “Erdogan è come Hitler”. E Obama non parlò di linee rosse superate.
Il premier turco denuncia da tempo l’utilizzo da parte di Assad di armi chimiche: “Ci sono pazienti che arrivano nei nostri ospedali che hanno ferite da armi chimiche“.
Ferite da armi chimiche? Secondo Kerry, Assad avrebbe usato il Sarin, un gas nervino che non provoca ferite e ustioni come i gas urticanti.
Erdogan evidentemente si confonde con le armi chimiche usate da lui, del genere che lascia segni visibili.
Kerry ed Erdogan avrebbero dovuto farsi una chiacchierata. Torna utile per evitare di contraddirsi.
Bertrand Russell spiegava che bisogna giudicare basandosi sempre sui fatti e non su quello che ci piace o ci conviene di più credere. I fatti dicono che non è stato ancora dimostrato l’uso di armi chimiche in Siria e che, cosa più importante, nel caso in cui fossero state usate l’Onu ammette che non è possibile stabilire chi è il responsabile.
Altri due fatti.
Bashar Al Assad, il brutale dittatore giunto al potere nel 2000, ha quadruplicato il Pil della Siria in 10 anni grazie a sostanziali riforme economiche di apertura agli investitori stranieri. Avete capito bene: dai circa 15 miliardi di dollari del 1999, il Pil della Siria è giunto a quasi 60 miliardi del 2010.
Forse di questo aumento di Pil hanno beneficiato soltanto i ricchi e i potenti? Potrebbe essere, ma il secondo dato ci fa credere che sia andata bene anche al popolo: la disoccupazione della Siria, sotto il governo di Assad, si è più che dimezzata scendendo dal 20% del 2000 all’8.3% del 2010. Più bassa che in Italia (attualmente oltre il 12%).
Ma evitiamo il manicheismo! Con i suddetti dati non voglio farvi ora credere che Assad sia un eroe, cadendo nello stesso errore di chi vuol farvi credere che sia un dittatore spietato.
Voglio invece farvi una domanda.
E’ credibile che il popolo di un Paese in evidente crescita economica voglia morire in una guerra civile? Parliamoci chiaro: il popolo non si ribella per motivi ideologici. Il popolo si ribella contro chi lo affama. Non contro chi dimezza i disoccupati.
La tesi alternativa alla rivolta popolare è che la “guerra civile” in Siria sia in realtà fra Assad e truppe di mercenari finanziati da altre nazioni. Così la pensa Mimmo Srour, politico italiano di origine siriana: leggete la sua intervista alla giornalista Clara Salpietro e giudicate voi se è più o meno credibile della versione di Kerry, Erdogan e Obama.
Fonte: ☛ imolaoggi.it
http://siamolagente.altervista.org/
Buona lettura, ultime dalla Siria
Bugiardi senza vergogna, questa è la loro guerra. Mondiale
Con tutta probabilità il 2013 finirà in guerra. Il colpo contro Damasco viene presentato come “limitato”, “breve”, come un “avvertimento”. In realtà è solo un trucco (questa è una storia di trucchi) per cominciare una guerra lunga. Quanto lunga? Infinita. Cioè fino alla fine. La nostra fine, quella di coloro che leggono queste righe. In realtà è la prosecuzione di una guerra che cominciò l’11 settembre 2001, ma furono in pochi ad accorgersene. E non se ne accorsero perché non avevano capito che l’Impero era entrato in una crisi ormai irreversibile, e che stava cercando di predisporre gli strumenti politici, militari, psicologici per cambiare il corso della storia, e prolungare a tutti i costi (nostri) il suo potere. Siamo dunque in guerra da dodici anni, ma facciamo fatica a capire come mai le cose vanno sempre peggio e come mai gli eventi accelerano la loro caduta verso il basso. È perché, di nuovo, non abbiamo capito bene quello che sta succedendo.
Kosovo, Afghanistan, Iraq, “primavere arabe”, Libia, colpo di stato in Egitto, erano e sono mosse della stessa partita. Quella siriana è l’ultima in ordine di tempo, ma non è l’ultima affatto. Come sa ogni discreto giocatore di scacchi, non si può vincere nessuna partita se non si sa prevedere le mosse successive. Quella dopo sarà l’Iran. E ogni passo in avanti delle pedine sarà più grave del precedente, poiché l’Impero ha perso il controllo e la sua “cura” della crisi è peggio della malattia. Non funziona. E sapete perché? Perché Impero vuole dire crescita infinita. E la crescita infinita è invece “finita”. È finita “l’era dell’abbondanza” ed è cominciata “l’era dell’insufficienza”. E, se si poteva convincere, costringere a comprare tutto il comprabile, con il fascino della bellezza e, appunto, dell’abbondanza, è molto difficile convincere la gente a tirare la cinghia. Ci vuole la violenza per ottenere questo risultato. Diciamo dunque che ci stanno facendo entrare nella fase pedagogica in cui dobbiamo imparare a subire la violenza. .... continua
Assad: il brutale dittatore che ha quadruplicato il Pil e dimezzato la disoccupazione
L’informazione è spesso ridotta a manicheismo. Luce e ombra. O sei un eroe o sei un brutale dittatore. Bashar Al Assad rientra nella seconda categoria. Basta leggere i giornali per esserne convinti. Lo dice anche il segretario di Stato Usa, John Kerry. Assad ha usato le armi chimiche, Assad è come Hitler e Saddam.
Kerry dimentica che, quando Saddam uccise migliaia di esseri umani con le armi chimiche negli anni ’80, lo fece con la complicità degli Usa.
Anche Erdogan, premier della Turchia, sembrerebbe considerare Assad come un Hitler colpevole di usare armi chimiche e spinge per un deciso intervento militare in Siria (“Non può trattarsi di un attacco-lampo della durata di 24 ore”).
Erdogan dimentica che nel 2010 lui stesso usò armi chimiche contro i curdi.
Ma Kerry non disse: “Erdogan è come Hitler”. E Obama non parlò di linee rosse superate.
Il premier turco denuncia da tempo l’utilizzo da parte di Assad di armi chimiche: “Ci sono pazienti che arrivano nei nostri ospedali che hanno ferite da armi chimiche“.
Ferite da armi chimiche? Secondo Kerry, Assad avrebbe usato il Sarin, un gas nervino che non provoca ferite e ustioni come i gas urticanti.
Erdogan evidentemente si confonde con le armi chimiche usate da lui, del genere che lascia segni visibili.
Kerry ed Erdogan avrebbero dovuto farsi una chiacchierata. Torna utile per evitare di contraddirsi.
Bertrand Russell spiegava che bisogna giudicare basandosi sempre sui fatti e non su quello che ci piace o ci conviene di più credere. I fatti dicono che non è stato ancora dimostrato l’uso di armi chimiche in Siria e che, cosa più importante, nel caso in cui fossero state usate l’Onu ammette che non è possibile stabilire chi è il responsabile.
Altri due fatti.
Bashar Al Assad, il brutale dittatore giunto al potere nel 2000, ha quadruplicato il Pil della Siria in 10 anni grazie a sostanziali riforme economiche di apertura agli investitori stranieri. Avete capito bene: dai circa 15 miliardi di dollari del 1999, il Pil della Siria è giunto a quasi 60 miliardi del 2010.
Forse di questo aumento di Pil hanno beneficiato soltanto i ricchi e i potenti? Potrebbe essere, ma il secondo dato ci fa credere che sia andata bene anche al popolo: la disoccupazione della Siria, sotto il governo di Assad, si è più che dimezzata scendendo dal 20% del 2000 all’8.3% del 2010. Più bassa che in Italia (attualmente oltre il 12%).
Ma evitiamo il manicheismo! Con i suddetti dati non voglio farvi ora credere che Assad sia un eroe, cadendo nello stesso errore di chi vuol farvi credere che sia un dittatore spietato.
Voglio invece farvi una domanda.
E’ credibile che il popolo di un Paese in evidente crescita economica voglia morire in una guerra civile? Parliamoci chiaro: il popolo non si ribella per motivi ideologici. Il popolo si ribella contro chi lo affama. Non contro chi dimezza i disoccupati.
La tesi alternativa alla rivolta popolare è che la “guerra civile” in Siria sia in realtà fra Assad e truppe di mercenari finanziati da altre nazioni. Così la pensa Mimmo Srour, politico italiano di origine siriana: leggete la sua intervista alla giornalista Clara Salpietro e giudicate voi se è più o meno credibile della versione di Kerry, Erdogan e Obama.
Fonte: ☛ imolaoggi.it
http://siamolagente.altervista.org/
di Luciano Lago
Il “dado è tratto”. L’apparato militare degli USA, la superpotenza mondiale, si appresta ad aprire il fuoco contro la Siria per “punire” quel paese e quella popolazione di avere un regime ostile agli interessi degli USA e di appoggiarlo con una strenua resistenza del suo Esercito nazionale contro le milizie mercenarie multinazionali dei salafiti e wahabiti armati ed appoggiati dagli USA e finanziati dall’Arabia Saudita.
Il pretesto, per quanto risibile, è stato trovato nella provocazione inscenata dai miliziani del falso attacco con gas realizzato proprio quando (guarda caso) una commissione dell’ONU era appena sbarcata in Siria. Provocazione smascherata da una quantità di prove, di foto e video fatti sul posto, alcuni ottenuti dalle registrazioni dei satelliti russi nonché dalle stesse confessioni di alcuni miliziani che avevano inscenato il falso attacco. .... continua
L’attacco alla Siria pianificato prima del 2000
Nessun commento:
Posta un commento