Guest post di Alexander Ac
Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR
Dato che la città di Detroit ha ora ufficialmente dichiarato bancarotta, vale la pena guardare il quadro allargato. E' il destino della città, un tempo grande, solo una breve pausa sulla strada della prosperità? O è piuttosto un sintomo di qualcosa di più grande e più diffuso che riguarda il futuro di una società post industriale?
Senza esagerazioni, Detroit un tempo era un simbolo del “Sogno Americano”, caratterizzata dal più alto reddito pro capite dell'intero paese, della più alta crescita della popolazione, industrializzazione, crescita della ricchezza, ecc. La popolazione ha raggiunto quasi i 2 milioni di persone.
Ora Detroit è il simbolo del “Incubo Americano”, con una popolazione in declino*, povertà e criminalità in aumento, declino del valore della proprietà, declino dei servizi pubblici, ecc. Ora la popolazione è inferiore alle 700.000 persone.
Il periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale è stato caratterizzato da una crescita esplosiva della popolazione e del consumo di energia, aumenti incredibili di produttività portati dall'energia a buon mercato, globalizzazione degli scambi, innovazione tecnologica, specialmente nei campi dei computer e della comunicazione, amento della qualità della cura della salute e, si spera, la crescita collettiva della felicità della popolazione.
Lo stesso periodo può essere anche caratterizzato da diverse tendenza fondamentali, che probabilmente spiegano molto. Guardiamo il grafico seguente:
Fig. 1: Il grafico mostra l'evoluzione del consumo di energia primaria pro capite i Btu (linea blu) e il rapporto del debito totale rispetto a PIL nominale (linea rossa in %) dal 1950 al 2011. Le linee tratteggiate verticali mostrano le soglie approssimative delle diverse fasi di crescita/declino degli Stati Uniti. (Fonte: EIA, St. Louis Fed).
Fase di espansione (1950-1979)
Questo periodo può essere caratterizzato in generale da una rapida crescita della popolazione, una rapida crescita dei consumi di energia totale pro capite (2% all'anno), di costruzione di infrastrutture e di rapporto debito/PIL relativamente stabile (0,3% all'anno). Possiamo parlare di “fase di espansione”, dalla quale gran parte della popolazione ha beneficiato in termini di aumento della qualità della vita. L'aumento della sicurezza, il migliore accesso alle cure mediche, la migliore educazione e libertà di quasi tutto erano dei dati di fatto della vita. Anche le condizioni ambientali potrebbero essere migliorate in alcune o persino in gran parte delle località. E il riscaldamento globale non era una preoccupazione seria a quel tempo.
Fase di declino lento (1979-2009)
Questa caratterizzazione dei 30 anni seguenti al picco del consumo pro capite di energia primaria potrebbe essere sorprendente ai più, ma non dovrebbe esserlo in realtà. Molte delle grandi conquiste della scienza e della tecnologia ha iniziato ad essere lentamente superate dall'esaurimento delle risorse. Questa tendenza è passata in gran parte inosservata, visto che il livello crescente di debito mascherava il prezzo reale dell'energia. Abbiamo deciso di pagare meno per la prosperità di oggi (meglio chiamarlo consumo), in cambio di più prosperità per domani, dando per scontato che i giorni felici dell'energia a buon mercato sarebbero tornati in futuro, ad un certo punto. L'ingenuità umana è sconfinata, come possiamo facilmente osservare. Ma durante la fase di crescita esponenziale l debito sul PIL (quasi il 5% all'anno) e del lento declino pro capite dell consumo di energia (0,5% all'anno), molte dell tendenze che prima erano positive sono diventate negative. Ecco una lista di alcune di esse:
Fase di declino rapido (2009-???)
Queste ed altre tendenze negative a lungo termine sono confluite nella crisi finanziaria del 2009-2009, che è risultata essere globale. Il rapporto debito/PIL ha raggiunto il picco negli Stati Uniti ed il suo declino ha dato inizio a ciò che possiamo chiamare fase di “declino rapido”. I Fed Funds Rate prossimi allo zero o le politiche di “alleggerimento quantitativo” non cambieranno l'evoluzione fondamentale dell'economia statunitense. Non c'è nessuna nuova “rivoluzione industriale” dietro l'angolo, a prescindere da ciò di cui vuole convincerci la propaganda sul “gas di scisto” o sul “petrolio di scisto”, ignorando peraltro la perdita di soldi e la catastrofe climatica. Abbiamo saccheggiato le risorse facili ed ora dobbiamo affrontarne le conseguenze. Se fossimo sufficientemente saggi collettivamente, il che non accade ancora, potremmo avere una piccola possibilità di evitare la Terza Guerra Mondiale negli anni e nei decenni a venire. Sfortunatamente, la storia sembra predire un risultato diversa.
* Tenente in mente che in uno scenario di declino globale le persone non hanno nessuno posto in cui migrare, a differenza del caso di un declino locale, come quello di Detroit.
Posted by Massimiliano Rupalti (Rupo)
http://ugobardi.blogspot.it/
Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR
Dato che la città di Detroit ha ora ufficialmente dichiarato bancarotta, vale la pena guardare il quadro allargato. E' il destino della città, un tempo grande, solo una breve pausa sulla strada della prosperità? O è piuttosto un sintomo di qualcosa di più grande e più diffuso che riguarda il futuro di una società post industriale?
Senza esagerazioni, Detroit un tempo era un simbolo del “Sogno Americano”, caratterizzata dal più alto reddito pro capite dell'intero paese, della più alta crescita della popolazione, industrializzazione, crescita della ricchezza, ecc. La popolazione ha raggiunto quasi i 2 milioni di persone.
Ora Detroit è il simbolo del “Incubo Americano”, con una popolazione in declino*, povertà e criminalità in aumento, declino del valore della proprietà, declino dei servizi pubblici, ecc. Ora la popolazione è inferiore alle 700.000 persone.
Il periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale è stato caratterizzato da una crescita esplosiva della popolazione e del consumo di energia, aumenti incredibili di produttività portati dall'energia a buon mercato, globalizzazione degli scambi, innovazione tecnologica, specialmente nei campi dei computer e della comunicazione, amento della qualità della cura della salute e, si spera, la crescita collettiva della felicità della popolazione.
Lo stesso periodo può essere anche caratterizzato da diverse tendenza fondamentali, che probabilmente spiegano molto. Guardiamo il grafico seguente:
Fig. 1: Il grafico mostra l'evoluzione del consumo di energia primaria pro capite i Btu (linea blu) e il rapporto del debito totale rispetto a PIL nominale (linea rossa in %) dal 1950 al 2011. Le linee tratteggiate verticali mostrano le soglie approssimative delle diverse fasi di crescita/declino degli Stati Uniti. (Fonte: EIA, St. Louis Fed).
Fase di espansione (1950-1979)
Questo periodo può essere caratterizzato in generale da una rapida crescita della popolazione, una rapida crescita dei consumi di energia totale pro capite (2% all'anno), di costruzione di infrastrutture e di rapporto debito/PIL relativamente stabile (0,3% all'anno). Possiamo parlare di “fase di espansione”, dalla quale gran parte della popolazione ha beneficiato in termini di aumento della qualità della vita. L'aumento della sicurezza, il migliore accesso alle cure mediche, la migliore educazione e libertà di quasi tutto erano dei dati di fatto della vita. Anche le condizioni ambientali potrebbero essere migliorate in alcune o persino in gran parte delle località. E il riscaldamento globale non era una preoccupazione seria a quel tempo.
Fase di declino lento (1979-2009)
Questa caratterizzazione dei 30 anni seguenti al picco del consumo pro capite di energia primaria potrebbe essere sorprendente ai più, ma non dovrebbe esserlo in realtà. Molte delle grandi conquiste della scienza e della tecnologia ha iniziato ad essere lentamente superate dall'esaurimento delle risorse. Questa tendenza è passata in gran parte inosservata, visto che il livello crescente di debito mascherava il prezzo reale dell'energia. Abbiamo deciso di pagare meno per la prosperità di oggi (meglio chiamarlo consumo), in cambio di più prosperità per domani, dando per scontato che i giorni felici dell'energia a buon mercato sarebbero tornati in futuro, ad un certo punto. L'ingenuità umana è sconfinata, come possiamo facilmente osservare. Ma durante la fase di crescita esponenziale l debito sul PIL (quasi il 5% all'anno) e del lento declino pro capite dell consumo di energia (0,5% all'anno), molte dell tendenze che prima erano positive sono diventate negative. Ecco una lista di alcune di esse:
- Crescita nella diseguaglianza di reddito fra ricchi e poveri
- Tassi di crescita della fertilità in diminuzione
- Crescita del settore finanziario nel computo totale del PIL
- Delocalizzazione dei lavori ad alta intensità energetica in paesi stranieri
- Bilanci commerciali sempre più negativi
- Declino della qualità dell'educazione
- Aumento dei costi dell'assistenza sanitaria
- Declino del valore aggiunto dell'ulteriore debito
- Aumento della dipendenza dal petrolio proveniente dai paesi del Medio Oriente
- Invecchiamento delle infrastrutture (ciò che abbiamo costruito durante l'era del petrolio a 10 dollari al barile è difficile da mantenere o addirittura espandere nell'era del petrolio a 100 dollari al barile)
Fase di declino rapido (2009-???)
Queste ed altre tendenze negative a lungo termine sono confluite nella crisi finanziaria del 2009-2009, che è risultata essere globale. Il rapporto debito/PIL ha raggiunto il picco negli Stati Uniti ed il suo declino ha dato inizio a ciò che possiamo chiamare fase di “declino rapido”. I Fed Funds Rate prossimi allo zero o le politiche di “alleggerimento quantitativo” non cambieranno l'evoluzione fondamentale dell'economia statunitense. Non c'è nessuna nuova “rivoluzione industriale” dietro l'angolo, a prescindere da ciò di cui vuole convincerci la propaganda sul “gas di scisto” o sul “petrolio di scisto”, ignorando peraltro la perdita di soldi e la catastrofe climatica. Abbiamo saccheggiato le risorse facili ed ora dobbiamo affrontarne le conseguenze. Se fossimo sufficientemente saggi collettivamente, il che non accade ancora, potremmo avere una piccola possibilità di evitare la Terza Guerra Mondiale negli anni e nei decenni a venire. Sfortunatamente, la storia sembra predire un risultato diversa.
* Tenente in mente che in uno scenario di declino globale le persone non hanno nessuno posto in cui migrare, a differenza del caso di un declino locale, come quello di Detroit.
Posted by Massimiliano Rupalti (Rupo)
http://ugobardi.blogspot.it/
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