Dr. Giuliana Proietti
L’ex presidente della Riserva Federale Americana, Alan Greenspan, è stato accusato, nei suoi diciotto anni di gestione, di aver deregolarizzato il mercato, puntando tutto sul fatto che “i banchieri, curando i propri interessi, avrebbero offerto la migliore protezione”.
Ma a chi obbediscono dunque i banchieri, se non ai loro interessi ? Sigmund Freud (1856-1939) aveva una risposta a questo problema: la “pulsione di morte”, come scrisse in Al di là del principio del piacere (1920). L’economista John Maynard Keynes (1883-1946) avrebbe invece risposto così a questa domanda: “a causa di un amore irrazionale per il denaro”.
Sembrano due spiegazioni tra loro in contraddizione, ma non è così, come spiegano l’economista Bernard Maris e lo storico Gilles Dostaler (specializzato nel pensiero di Keynes), in un libro recentemente pubblicato in Francia.
Freud era convinto che nel profondo dell’individuo si nascondesse “la pulsione umana di aggressione e di auto-distruzione”. Questa pulsione, secondo Freud, fa parte di noi e lotta senza mai cessare contro la pulsione di vita, che invece spinge gli individui ad accoppiarsi, assicurando la sopravvivenza della specie.
Con Keynes, si cambia la visuale, si cambiano gli strumenti di analisi, ma si arriva agli stessi concetti. La pulsione di morte è l’amore per il denaro. Il denaro è “il problema morale dei nostri tempi”. Attraverso la concorrenza fra diversi Paesi o fra classi sociali si è dato spazio ad una “guerra interminabile” che minaccia la sopravvivenza non solo dell’essere umano, ma della stessa natura. E, citando Keynes : “Saremmo capaci di spegnere il sole e le stelle perché essi non producono dividendi”.
Secondo gli autori lo stato attuale del pianeta conferma le diagnosi di Freud e di Keynes. La globalizzazione, tutt’altro che pacifica, ha generato dei conflitti armati già intravisti da Freud quando parlava del “narcisismo delle piccole differenze”.
Quanto alla crisi finanziaria, essa è venuta a confermare il peso eccessivo che ha assunto il denaro. Keynes desiderava “l’eutanasia della rendita”. Ora che si è aperto un nuovo dibattito sulla ripartizione del valore aggiunto tra il lavoro e il capitale, il tema ritorna di attualità. Era ora, dice Le Monde, ma chi può non essere d’accordo?
CAPITALISME ET PULSION DE MORT di Gilles Dostaler e Bernard Maris. Albin Michel, 168 p., 15 €.
Jean-Pierre Tuquoi
Fonte: Le Monde
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
http://www.psicolinea.it
Ma a chi obbediscono dunque i banchieri, se non ai loro interessi ? Sigmund Freud (1856-1939) aveva una risposta a questo problema: la “pulsione di morte”, come scrisse in Al di là del principio del piacere (1920). L’economista John Maynard Keynes (1883-1946) avrebbe invece risposto così a questa domanda: “a causa di un amore irrazionale per il denaro”.
Sembrano due spiegazioni tra loro in contraddizione, ma non è così, come spiegano l’economista Bernard Maris e lo storico Gilles Dostaler (specializzato nel pensiero di Keynes), in un libro recentemente pubblicato in Francia.
Freud era convinto che nel profondo dell’individuo si nascondesse “la pulsione umana di aggressione e di auto-distruzione”. Questa pulsione, secondo Freud, fa parte di noi e lotta senza mai cessare contro la pulsione di vita, che invece spinge gli individui ad accoppiarsi, assicurando la sopravvivenza della specie.
Con Keynes, si cambia la visuale, si cambiano gli strumenti di analisi, ma si arriva agli stessi concetti. La pulsione di morte è l’amore per il denaro. Il denaro è “il problema morale dei nostri tempi”. Attraverso la concorrenza fra diversi Paesi o fra classi sociali si è dato spazio ad una “guerra interminabile” che minaccia la sopravvivenza non solo dell’essere umano, ma della stessa natura. E, citando Keynes : “Saremmo capaci di spegnere il sole e le stelle perché essi non producono dividendi”.
Secondo gli autori lo stato attuale del pianeta conferma le diagnosi di Freud e di Keynes. La globalizzazione, tutt’altro che pacifica, ha generato dei conflitti armati già intravisti da Freud quando parlava del “narcisismo delle piccole differenze”.
Quanto alla crisi finanziaria, essa è venuta a confermare il peso eccessivo che ha assunto il denaro. Keynes desiderava “l’eutanasia della rendita”. Ora che si è aperto un nuovo dibattito sulla ripartizione del valore aggiunto tra il lavoro e il capitale, il tema ritorna di attualità. Era ora, dice Le Monde, ma chi può non essere d’accordo?
CAPITALISME ET PULSION DE MORT di Gilles Dostaler e Bernard Maris. Albin Michel, 168 p., 15 €.
Jean-Pierre Tuquoi
Fonte: Le Monde
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
http://www.psicolinea.it
Nessun commento:
Posta un commento